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Nazia Siddiqui, musulmana e democristiana

Nazia Siddiqui, una mussulmana che fa politica nel Partito popolare democratico. Nazia Siddiqui

Candidata alle elezioni comunali del 4 aprile prossimo in un piccolo comune ticinese, questa giovane musulmana che porta il velo figura sulle liste del Partito popolare democratico.

Il partito di matrice cattolica e l’interessata non vedono in questa candidatura nessuna contraddizione.

Ventenne poliglotta e aperta al mondo, la giovane svizzera di origini pachistane punta alla conquista di uno dei 30 seggi del consiglio comunale di Giubiasco, piccolo comune confinante con Bellinzona.

Nazia Siddiqui, che risiede nel comune da quando era piccola, è stata contattata dalla sezione locale del Partito popolare democratico (PPD), nella quale milita Alex Pedrazzini, già membro della Commissione federale contro il razzismo.

“Il PPD mette al centro della sua azione l’essere umano e la famiglia, spiega Nazia Siddiqui. E questo non poteva che piacermi. Si tratta di valori profondi che sono condivisi anche dalla mia religione, e che voglio difendere.”

“La mia candidatura può disturbare, nota ancora la ticinese. Ci voleva indubbiamente un certo coraggio per sollecitarla. Il PPD ha avuto questo coraggio.”

Ottimista sulle sue possibilità di venire eletta, Nazia Siddiqui intende battersi affinché “questo meraviglioso paese” sappia cogliere le sfide poste dall’immigrazione nel rispetto reciproco.

“Mi piacerebbe far capire al mio paese che anche se sono originaria d’altrove, se ho un’altra religione e porto il velo, sono pur sempre una cittadina svizzera come gli altri, con tutti i diritti che questo comporta. Desidero mettermi a disposizione del comune nel quale vivo e cui sento di appartenere.”

Una scelta pienamente consapevole

Fabio Bacchetta-Cattori, presidente del PPD ticinese, saluta la candidatura di Nazia Siddiqui. Vi intravede il frutto di un lavoro di più ampio respiro, volto a incoraggiare i cittadini – soprattutto i giovani – a impegnarsi nella vita politica locale e cantonale.

Nessun opportunismo elettorale in tutto ciò. Il ticinese fa notare che numerosi giovani “appartenenti a diverse etnie” figurano nelle liste del PPD del suo cantone. Nulla di più naturale, ai suoi occhi, in un paese composito come la Svizzera.

Fabio Bacchetta-Cattori va ancora oltre. Ritiene che l’ecumenismo religioso debba accompagnarsi a un ecumenismo politico, e assicura che il suo partito non rinnega affatto la sua identità cristiana accogliendo una musulmana.

“Questa giovane donna ha scelto con perfetta cognizione di causa di lavorare nell’ambito di un partito di ispirazione cristiana. E’ una sua scelta, e noi la rispettiamo. Non credo che questo nostro atteggiamento metta in forse i nostri principi, tutt’altro.”

Il PPD ticinese sembra davvero vivere con serenità questo elemento di novità nella politica locale. Al di fuori del partito, nessuna reazione particolare da segnalare, a parte qualche lettera del pubblico nella stampa regionale.

L’affermazione di una comunità

Da parte sua, la presidentessa dell’Associazione culturale delle donne musulmane in Svizzera è convinta che si tratti di un progresso.

“Perché è una donna, perché è giovane, e perché oggi circolano molti pregiudizi sulla donna musulmana, che tanti immaginano chiusa in casa.”

Per Nadia Karmous, l’etichetta cristiana del PPD è un falso problema. “Dal momento che si tratta di una libera scelta di Nazia Siddiqui, va benissimo. E poi noi svolgiamo un lavoro interreligioso con i cristiani. Nulla da eccepire quindi sul PPD.”

Specialista di multiculturalismo all’Università di Ginevra, Matteo Gianni non è sorpreso più di tanto dalla candidatura della giovane ticinese.

“Se il fatto che il PPD eserciti un certo richiamo sui giovani cristiani sembra naturale, spiega il politologo, non deve stupire nemmeno che possa attirare persone che considerano importante la religione in senso lato.”

Più in generale, il politologo collega questa candidatura con l’affermazione della presenza musulmana in Svizzera: la comunità ha visto i suoi effettivi moltiplicarsi per 30 negli ultimi 10 anni (380 000 persone).

Il multiculturalismo si riflette sempre più sul piano politico, rileva Matteo Gianni. E il fenomeno si inserisce in un dibattito più ampio che riguarda tutte le democrazie liberali.

“Il discorso politico tende oggi a preferire l’integrazione degli immigrati alla loro assimilazione. E per integrazione si intende proprio un’adesione ai valori e ai principi dell’ordine democratico che permette di salvaguardare la propria identità culturale.”

swissinfo, Pierre-François Besson
(traduzione : Luisa Orelli)

Esempio riuscito di integrazione, Nazia Siddiqui vive da 18 anni nel comune di Giubiasco, in Ticino.

La giovane svizzera di origini pachistane vive apertamente la sua religione e indossa il velo.

Sollecitata dal Partito Popolare Democratico locale, si presenta alle elezioni comunali del 4 aprile.

Nazia Siddiqui sostiene di condividere i valori di un partito che pone l’individuo e la famiglia al centro della sua politica.

Il PPD ritiene che accogliendo una giovane donna musulmana non fa altro che rispettare i suoi valori.

Generalmente ben accolta, questa candidatura incarna l’affermazione della presenza musulmana in Svizzera, spiega uno specialista.

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