Nuovi diritti e nuovi doveri per gli omosessuali
Un segno di tolleranza, contro la discriminazione delle coppie omosessuali. Approvata la nuova legge sul partenariato, in sintonia con la tendenza europea.
Per una forte maggioranza dei votanti, la nuova legge sull’unione registrata delle coppie omosessuali non mette in pericolo la famiglia, come pretendevano invece gli oppositori.
Per una forte maggioranza dei votanti, la nuova legge sull’unione registrata delle coppie omosessuali non mette in pericolo la famiglia, come pretendevano invece gli oppositori.
La campagna su questa nuova legge federae, attaccata da un comitato referendario, si è svolta all’ombra dell’altro dossier più emotivo di Schengen/Dublino.
Però, il messaggio, difeso non soltanto dalle organizzazioni di omosessuali, ma anche dalla Chiesa protestante e dalla maggioranza dei partiti, è passato. Oggi, indipendentemente dalle scelte morali e sessuali di ciascun individuo, non è più possibile giustificare le discriminazioni cui devono sottostare le coppie omosessuali.
Discriminazioni che riguardano, ad esempio, il diritto successorio e fiscale, le assicurazioni sociali o ancora il diritto di visita in caso di malattia del partner.
Reazioni contrastate
Per Christian Verdon, membro del comitato in favore della legge, “gli omosessuali meritano un posto nella società moderna. Ora dobbiamo impegnarci a livello nazionale per spiegare che cosa significa essere omosessuale e che cosa implica la nuova legge”.
Dal canto suo, Christian Waber, ostile alla nuova legge, si è detto sorpreso positivamente per l’alto numero di consensi ottenuti. “Purtroppo, ha precisato il deputato vicino agli ambienti dei fondamentalisti cristiani, assisteremo a una progressiva omosessualizzazione della società”.
Una tendenza europea
La decisione del popolo svizzero si inserisce in una tendenza europea che ha visto addirittura un bastione del cattolicesimo come la Spagna dotarsi di una legislazione ancora più egualitaria di quella svizzera.
Bisogna infatti dire che l’unione registrata accolta dal popolo non consente alle coppie omosessuali né di ricorrere alla procreazione assistita né di adottare figli. Quest’ultimo aspetto, secondo gli oppositori della legge, “sarà il prossimo cavallo di battaglia delle organizzazioni di omosessuali”.
Paure ingiustificate
Durante la campagna, in una sorta di “processo alle intenzioni”, gli oppositori avevano affermato che l’unione domestica registrata “costituisce soltanto il primo passo verso rivendicazioni supplementari che mettono in pericolo la famiglia”, cellula base della nostra società.
Inoltre, la nuova legge avrebbe costituito anche “un impegno burocratico inutile, vista l’esigua minoranza cui essa è destinata”.
Paure spazzate via dalla chiarezza del risultato, con quasi il 60% della popolazione in favore della nuova legge.
Dal canto loro, i promotori della nuova legge hanno sottolineato la maturità dimostrata dal popolo svizzero, in grado di riconoscere ed accettare una nuova realtà presente nella società.
Una popolazione, quella svizzera, in maggioranza urbana e tollerante nei confronti degli omosessuali, che con la nuova legge godranno di nuovi diritti, ma saranno anche confrontati con nuovi doveri all’interno della coppia.
Una popolazione che in questi anni ha preso coscienza dell’esistenza di una sessualità diversa anche grazie alle mega-sfilate, alle Gay-pride organizzate a Zurigo e in altre città. Manifestazioni che si sono rivelate occasioni di festa, nonché un fattore economico interessante anche per numerosi eterosessuali, privati cittadini e commercianti.
Nulla di sovversivo
Bisogna poi rilevare che durante la campagna, nei ritratti loro consacrati dalla stampa, numerose coppie omosessuali si sono applicate ad apparire sotto una luce molto tradizionale, in tutto simili alle “normali” coppie eterosessuali. Insomma, sembrano lontanissimo gli anni in cui l’omosessualità era considerata sovversiva. Il voto su questa nuova legge consacra una “normalizzazione” della Svizzera anche in questo tema di politica sociale.
swissinfo, Mariano Masserini
7 cantoni hanno bocciato la nuova legge
I più ostili sono stati i cantoni cattolici di Appenzello interno (58,4% di no), Vallese (55,2%) e Ticino (53,2%)
Basilea città ha invece detto sì con il 68,6%
Le coppie omosessuali saranno riconosciute sul piano legale in tutta la Svizzera. La proposta è stata osteggiata nei cantoni bastioni del cattolicesimo.
La nuova unione domestica registrata, accessibile solo alle coppie omosessuali, non è però simile al matrimonio. Esclude, ad esempio, l’adozione e la procreazione assistita.
I partner omosessuali potranno fare registrare la loro unione di fronte all’ufficiale di stato civile. Si impegneranno a vivere insieme e a prestarsi reciproca assistenza.
La Svizzera è il primo paese a introdurre questo tipo di legge con una votazione popolare. A causa dei cambiamenti necessari nei cantoni, enterà in vigore forse solo il 1° gennaio 2007.
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