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Svizzera è vulnerabile agli shock geopolitici

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) La Svizzera presenta una vulnerabilità superiore alla media agli shock geopolitici, ma nel contempo il paese ha imparato anche a far fronte ai relativi rischi: lo affermano gli economisti di UBS, sulla base di due indici calcolati dalla banca.

L’escalation del conflitto in Medio Oriente, la guerra in Ucraina e la situazione di tensione tra la Cina continentale e Taiwan dominano i titoli dei giornali, ricorda la banca guidata da Sergio Ermotti in un’analisi odierna. Il 2024 sarà però anche probabilmente rammentato per le importanti elezioni in Europa e per la designazione del presidente degli Stati Uniti, eventi che potrebbero riallineare le forze politiche sulla scena geopolitica.

Anche la Svizzera si trova al centro di questi sconvolgimenti. Sebbene la resa dei conti geopolitica si svolga principalmente altrove, gli sviluppi comportano notevoli rischi anche per la Confederazione, mettono in guardia gli esperti di UBS. Infatti, l’incertezza sui prezzi delle materie prime sta nuovamente aumentando, come nel 2022 in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e si ripresenta la minaccia di restrizioni al commercio internazionale. Le aziende si trovano sempre più spesso ad affrontare interruzioni delle forniture, barriere tariffarie o sanzioni. Anche le valute reagiscono ai conflitti geopolitici, con conseguenze tangibili per l’economia.

Per quantificare la vulnerabilità della Svizzera ai rischi geopolitici UBS ha elaborato un indicatore di vulnerabilità economica (Economic Vulnerability Indicator, EVI), che si basa su sette componenti e confronta l’esposizione al rischio geopolitico del paese di Guglielmo Tell con quello di altre 19 nazioni. I calcoli dell’indicatore comprendono elementi come l’apertura al commercio di uno stato, i fattori di dipendenza specifici per l’energia e la concentrazione delle esportazioni e delle importazioni su pochi mercati.

Nella classifica 2024 la Svizzera si colloca al quinto posto su un totale di 20 paesi europei. Secondo la valutazione della banca solo Irlanda, Belgio, Repubblica Ceca e Ungheria sono più sensibili ai terremoti geopolitici. La Germania è 13esima e l’Italia 14esima, mentre lo stato meno vulnerabile è la Norvegia, che è un importante esportatore di energia e che sta attualmente indirettamente beneficiando delle sanzioni dell’Occidente contro la Russia.

Anche se le recenti tensioni hanno portato alla ribalta la vulnerabilità di alcuni paesi, questo non è necessariamente un indicatore della misura in cui uno stato è colpito dagli shock geopolitici. Un altro fattore è la resilienza, la capacità di una nazione di far fronte agli sconvolgimenti e di adattarsi a nuove condizioni. A questo proposito UBS ha elaborato un secondo indice, l’Economic Resilience Indicator (ERI). Anche in questo caso sono stati messi a confronto 20 paesi europei e il responso per la Confederazione è lusinghiero: la repubblica dei 26 cantoni si trova al primo posto.

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