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“Sì” al miliardo di coesione e agli assegni per i figli

Il miliardo sarà utilizzato anche per sostenere progetti agricoli e ambientalil Keystone

Il 53% degli svizzeri ha accettato la Legge sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est. La percentuale di "sì" è addirittura del 68% per la Legge sugli assegni famigliari.

Grazie a questo risultato, la via è ormai spianata per il miliardo di coesione a favore dei nuovi dieci paesi membri dell’UE e per l’armonizzazione degli assegni per i figli.

Particolarmente atteso, visto l’incertezza dei sondaggi, era il risultato dello scrutinio sulla Legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’est, che comprende il cosiddetto miliardo di coesione.

L’oggetto è stato accettato dal 53,4% dei votanti e da 15 cantoni e semicantoni su 26. Il “sì” è risultato chiaro soprattutto nella Svizzera romanda, con percentuali leggermente superiori al 60% nei cantoni di Vaud, Ginevra e Giura, e a Basilea Città (60,5%).

Seppur con percentuali inferiori, la legge è stata accolta anche in diversi altri cantoni della Svizzera tedesca, segnatamente a Zurigo, Berna, Lucerna, Zugo, Soletta, Basilea Città e Campagna, Grigioni ed Argovia.

I “no” provengono soprattutto dalla Svizzera centrale ed orientale. Tra i cantoni che hanno espresso un voto negativo l’opposizione più forte è venuta da Glarona, con il 64,6% di “no”. Scettico anche il Ticino, dove i voti contrari hanno raggiunto il 62,9%.

Per quanto concerne la Legge sugli assegni famigliari, si può parlare di un vero e proprio plebiscito: più di due svizzeri su tre – il 68% per la precisione – hanno accettato il principio dell’armonizzazione a livello federale degli assegni minimi per i figli.

La proposta è stata respinta solo nel semicantone di Appenzello esterno, con una percentuale del 54,5%. Seppur a debole maggioranza, la legge è stata accolta anche a Nidvaldo e Glarona.

In tutti gli altri cantoni il “sì” è stato chiaro. Nel Giura la percentuale di voti favorevoli ha raggiunto addirittura l’83,7%.

La soglia del 70% è stata superata anche nei cantoni di Berna, Neuchâtel, Ticino, Lucerna, Friburgo e Vaud.

Un miliardo contestato

Grazie al risultato della votazione di questo fine settimana, la Confederazione potrà continuare a sostenere i progetti di cooperazione nell’Europa dell’Est, avviati dopo la fine della Guerra fredda.

Il referendum indetto dall’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) e da altri movimenti di destra era però stato lanciato per combattere il secondo aspetto della Legge sulla cooperazione con l’Europa dell’Est, ossia il cosiddetto miliardo di coesione a favore dei dieci nuovi Stati membri dell’UE.

Questa somma servirà per ridurre le disparità economiche e sociali tra vecchi e nuovi paesi dell’UE attraverso dei progetti concreti, in particolare in regioni periferiche.

La somma sarà stanziata sull’arco di dieci anni – 100 milioni di franchi all’anno – senza attingere ulteriormente al budget della Confederazione: 60 milioni di franchi annui saranno compensati attraverso risparmi nell’aiuto tradizionale ai paesi dell’est, altri 40 proverranno dalle entrate supplementari generate grazie all’imposizione del risparmio dei contribuenti dell’UE (contributo bilaterale con l’UE sulla fiscalità del risparmio).

Il tradizionale aiuto ai paesi dell’est non membri dell’UE dovrebbe ammontare a 140-160 milioni di franchi all’anno.

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Referendum

Questo contenuto è stato pubblicato al Il referendum (facoltativo) permette ai cittadini di chiedere che sia il popolo a pronunciarsi su una legge accettata dal Parlamento. Se i promotori del referendum riescono a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni viene organizzata una votazione. Nel caso in cui il Parlamento modifica la Costituzione è previsto invece un referendum obbligatorio. Il referendum facoltativo…

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Armonizzare gli assegni famigliari

La nuova Legge sugli assegni famigliari garantirà in tutti i cantoni un assegno minimo di 200 franchi per ogni figlio fino ai 16 anni di età e di almeno 250 franchi al mese per i giovani in formazione tra i 16 e i 25 anni.

Anche chi lavora a tempo parziale e che guadagna almeno 6’450 franchi all’anno potrà percepire l’integralità dell’assegno. La legge prevede pure che le persone che non lavorano ricevano assegni famigliari se il loro reddito non supera i 38’700 franchi all’anno e se non percepiscono delle prestazioni complementari da parte dello Stato.

Le condizioni che danno diritto agli assegni saranno uguali in tutta la Svizzera. I cantoni rimarranno comunque autonomi in materia di politica famigliare.

swissinfo

Legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est: 1’158’442 di sì, 1’010’255 di no, accettata dal 53,4% dei votanti
Legge sugli assegni famigliari: 1’480’350 di sì, 697’736 di no, accettata dal 68% dei votanti
Tasso di partecipazione: 44,9%

Dal 1990, la Svizzera ha sostenuto la transizione democratica e lo sviluppo economico nei paesi dell’est europeo con circa 3,5 miliardi di franchi.

Nel maggio del 2004 sono entrati a far parte dell’UE 10 nuovi Paesi, con i quali la Svizzera ha concluso accordi bilaterali. L’UE ha chiesto alla Svizzera di sostenere finanziariamente anche questi nuovi stati membri, un sostegno approvato dal parlamento elvetico in primavera.

Il miliardo versato dalla Svizzera sarà suddiviso in rate da 100 milioni di franchi su di un periodo di 10 anni. Circa la metà della somma dovrebbe essere stanziata a favore della Polonia.

L’importo massimo degli assegni famigliari in Svizzera è fissato autonomamente da ogni cantone.

La proposta di armonizzare l’importo minimo degli assegni famigliari a livello nazionale risale ad un’iniziativa parlamentare inoltrata 15 anni fa.

Nel 2004, il sindacato Travail Suisse aveva lanciato un’iniziativa che chiedeva un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

Le Camere federali hanno invece adottato nel marzo 2006 un controprogetto: 200 franchi per figlio. Travail Suisse si è poi allineato al Parlamento, ritirando la sua iniziativa.

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