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TF mette fine all’odissea di una stele saccheggiata in Siria

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) Il Tribunale federale (TF) ha respinto il ricorso di un mercante d’arte ginevrino che si opponeva alla restituzione alla Siria di una stele del IX secolo a.C.

Gli esperti affermano che il reperto è stato saccheggiato nel 1999 e il loro avviso è più credibile della versione dell’interessato, che parla di un’acquisizione risalente agli anni 1930 da parte della sua famiglia.

L’oggetto è stato sequestrato nell’aprile 2014 dalla polizia di Londra presso una celebre casa d’aste. Del peso di 850 chili, secondo informazioni raccolte da Keystone-ATS presso diverse fonti specializzate britanniche, la stele rappresenta il re assiro Adad-nirari III, che ha regnato circa fra l’811 e il 783 a.C.

La polizia sospettava che il blocco di basalto provenisse dal saccheggio del sito siriano di Tell Schech Hamad, presso Palmira, avvenuto nel 1999. Esperti l’hanno identificato come parte inferiore di una stele estratta in quel luogo nel 1879 e che si trova al British Museum.

Il ricorrente, che aveva già tentato la vendita dell’antichità nel 2000 a New York, afferma che l’oggetto si trova in possesso della famiglia dagli anni 1930 e che è stato portato in Svizzera nel 1958. In seguito sarebbe rimasto semplicemente sotto un telo nel suo giardino, finché non è venuto a conoscenza del suo valore.

Perquisizioni

In seguito all’intervento della giustizia britannica, il Ministero pubblico ginevrino ha perquisito i locali del mercante d’arte e ha trovato diversi documenti relativi al progetto di vendita all’asta.

Al termine dell’inchiesta, è stato definito che la stele proviene effettivamente da un saccheggio ed è stata quinti ordinata la restituzione alla Siria, decisione poi confermata dalla Corte di giustizia del canton Ginevra.

Nella sentenza odierna, il TF ha confermato l’opinione degli esperti sentiti dalle istanze precedenti. Il fatto che la stele completi la parte in possesso del British Museum prova la sua provenienza. Inoltre, lo stato di conservazione fa pensare ad un’estrazione relativamente recente da un suolo desertico e non a un deposito in un giardino dell’Europa occidentale. La confisca e la restituzione dell’oggetto sono quindi confermate.

(Sentenza 7C_143/2023 del 15 mai 2023)

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