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Ticino, processo Moretti: è condanna “storica”

Colpevole di organizzazione criminale: questo il verdetto della giuria Keystone

"L'avvocato e banchiere della mafia" è stato condannato a 14 anni di reclusione. La Corte d'assise di Lugano lo ha riconosciuto colpevole di appartenenza ad un'associazione criminale.

Si applica così per la prima volta l’articolo 260 ter del Codice penale svizzero.

Dopo ore e ore di camera di consiglio, lunedì il tribunale ha riconosciuto il 63enne ex-avvocato Francesco Paolo Moretti colpevole di organizzazione criminale, di infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti, di riciclaggio. A Moretti saranno pure confiscati i beni, in particolare quelli sequestrati nell’ufficio di via Peri nel 2000.

Moretti è stato invece assolto dall’accusa di truffa legata ai permessi di dimora facili. In pratica è stata accolta quasi del tutto la tesi dell’accusa, che aveva chiesto 17 anni di carcere mentre la difesa aveva risposto con una richiesta ridimensionata ad un massimo di sette anni e mezzo.

Da parte sua, Francesco Moretti aveva dichiarato: “non voglio morire in carcere.”

In Ticino una “prima” svizzera

La sentenza della Corte luganese era particolarmente attesa a livello giuridico: col processo Moretti difatti è stato provato il primo caso contemplato dall’articolo 260 ter del Codice penale svizzero, un particolare e relativamente giovane disposto del Codice, che introduce il reato di “organizzazione criminale”.

In pratica, è stata provata l’esistenza di organizzazioni criminali transazionali. Finora in Svizzera non c’era giurisprudenza su questo tipo di reato, entrato in vigore nel 1994: la sentenza di condanna per questo capo di imputazione è quindi una primizia a livello nazionale.

Ticinogate

Il nome dell’avvocato Francesco Paolo Moretti balzò improvvisamente agli onori di cronaca nell’estate del 2000, in pieno “Ticinogate”, lo scandalo giudiziario che portò all’arresto anche dell’allora Presidente del Tribunale Penale di Lugano Franco Verda per i suoi rapporti con il boss napoletano del contrabbando Gerardo Cuomo.

In quei giorni un ex-giurista cantonale aveva implicato Moretti nel caso detto dei “permessi facili”, proprio il genere di permesso di soggiorno “oliato” rilasciato a Cuomo, che di Moretti era stato cliente nel 1998.

Dopo le rivelazioni dell’ex-funzionario, a sua volta sotto inchiesta, la polizia aveva perquisito lo studio dell’avvocato il 23 agosto 2000, mentre lo stesso si trovava in vacanza in Messico.

Erano stati rinvenuti nei suoi uffici quasi dodici milioni di franchi in banconote di grosso taglio dei quali Francesco Moretti non riuscì a spiegare la provenienza. Secondo gli inquirenti, erano soldi riciclati per la ‘Ndrangheta.

Moretti fu arrestato il 24 agosto del 2000, appena rientrato in Ticino. Il processo, durato 2 settimane, era iniziato dopo 33 mesi di detenzione preventiva dell’accusato.

La requisitoria

“Una pena esemplare perché tutti dobbiamo combattere questa cultura del crimine organizzato; ancora una volta il Ticino è stato lo ‘snodo’ di traffici legati alle organizzazioni criminali.” Moretti, ex-avvocato di Viganello di origine calabrese, da 20 anni esercitava a Lugano.

Mercoledì il procuratore generale Bruno Balestra aveva quindi chiesto 17 anni di reclusione, 250mila franchi di multa, 1 milione e 200mila franchi di risarcimento e la confisca di tutti i beni sequestrati, circa 14 milioni di franchi, per Francesco Moretti, accusato di organizzazione criminale, partecipazione al finanziamento di un traffico di cocaina, riciclaggio e truffa.

Molto duro nella sua requisitoria, Balestra ha detto che “Moretti non è un mafioso, ma permette alla Mafia di esistere. È banchiere e avvocato della Mafia ed è pericoloso per la società civile.”

In particolare

Per l’accusa Moretti aveva riciclato 63 milioni di franchi per conto della Mafia, della ‘Ndrangheta e di Cosa Nostra. Sarebbe stato inoltre coinvolto in un ingente traffico internazionale di 8 tonnellate di cocaina, quantitativo pagato grazie alla sua intermediazione.

I nomi delle “Famiglie” dei clienti: Cuntrera-Caruana per quanto riguarda la droga tra Sicilia e Sud America (siamo tra l’altro ai veri piani alti della mafia internazionale), Genco, Sergi, Pagano.

La perizia psichiatrica

Decisamente indigesto per Bruno Balestra, tra l’altro, il passaggio in aula del dottor Carlo Calanchini, autore della perizia psichiatrica.

Il medico aveva infatti riconosciuto all’imputato Moretti una lieve scemata responsabilità per un disturbo della personalità che – citiamo “ha influenzato la capacità di valutare il carattere illecito dei suoi atti.”

La difesa del “moscerino”

Il giorno dopo, giovedì, l’arringa della difesa di Moretti: non sono state avanzate proposte di pena ma definiti semplicemente “sproporzionati” i 17 anni di reclusione chiesti da Balestra.

“Ma che banchiere della Mafia, al massimo era un cambista.” L’avvocato Roberto Macconi ha chiesto un sostanziale sconto di pena per il suo assistito, giunto alla meta in braghe di tela.

“Non ha più niente, è in precarie condizioni di salute, ha 63 anni, non potrà più nuocere a nessuno.” E soprattutto, non aprirà più uno studio legale.

“È vero, ha raccontato menzogne, ha tenuto un atteggiamento scostante durante il processo, si è anche autoaccusato… ma in definitiva Moretti”, ha proseguito Macconi, “è stato semplicemente il moscerino rimasto intrappolato nelle ragnatele di cui è composta la criminalità organizzata.”

Precedenti non proprio puliti

In ogni caso, il passato di Francesco Moretti è tutt’altro che limpido: in Svizzera e in Italia Moretti ha alle spalle due condanne per appropriazione indebita, istigazione alla violazione del segreto d’ufficio, traffico d’armi e atti preparatori di un sequestro di persona.

swissinfo, Maddalena Guareschi, Lugano

Moretti ha riciclato circa 60 milioni di franchi per la mafia.

È stato al soldo della Mafia siciliana, la ‘Ndrangheta calabrese e la Camorra napoletana.

Ha aiutato il finanziamento e il piazzamento nel ’93 di un traffico di diverse tonnellate di cocaina.

Ora Moretti è stato condannato a 14 anni di carcere ; l’ex-avvocato luganese tra l’altro non potrà più esercitare la professione per 5 anni.

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