TPF: detenzione prorogata per somalo presunto miliziano Al-Shabaab

La detenzione preventiva di un giovane somalo radicalizzato è stata giustamente prorogata oltre i tre mesi decisi in un primo momento. Il Tribunale penale federale (TPF) ha respinto il ricorso presentato dall'interessato.
(Keystone-ATS) L’uomo stava progettando di partire per la Somalia. Secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), voleva unirsi alla milizia wahabita di al-Shabaab.
L’imputato, di 22 anni, è stato denunciato alla polizia cantonale di Basilea Città dalla madre nel luglio 2024. La donna ha dichiarato che da tre anni il figlio si interessava all’Islam, e in particolare al salafismo.
Già prima dell’arresto, l’MPC aveva aperto un’indagine per sospetta partecipazione o sostegno a un’organizzazione terroristica. Stando alla Corte dei reclami penali del TPF, in una decisione pubblicata oggi, l’imputato voleva unirsi alla milizia di al-Shabaab e combattere nelle sue file.
Come l’MPC, i giudici di Bellinzona temono un rischio di fuga e di collusione. Il giovane aveva fatto dei progetti di viaggio precisi. L’analisi dei dati del cellulare ha mostrato che aveva chiamato numeri in Siria e in Giordania. Non si può escludere che in questi piani fossero coinvolte anche terze persone.
Su un social network, l’accusato ha scritto che voleva partire e combattere se ne avesse avuto l’occasione. Dopo aver rilasciato le prime dichiarazioni durante le udienze, da settembre è rimasto in silenzio in presenza degli inquirenti.
(decisione BH.2024.13 del 14 novembre 2024)