Prospettive svizzere in 10 lingue

Come s’informano sulla patria gli svizzeri all’estero?

Keystone

TV per via satellitare o Internet, siti d'informazione gratuiti o paywall dei principali quotidiani svizzeri: in occasione della votazione sull'iniziativa per l'abolizione del canone radiotelevisivo "No Billag" abbiamo chiesto ai nostri abbonati Facebook quali sono le loro fonti d'informazione preferite per restare aggiornati sull'attualità elvetica.

Abbiamo tastato il polso attraverso un appello lanciato sulle pagine in diverse lingue di swissinfo.ch su FacebookCollegamento esterno. Ovviamente non è dunque un sondaggio rappresentativo. La mini inchiesta fornisce tuttavia una panoramica sul consumo di mezzi di comunicazione svizzeri da parte dei connazionali residenti all’estero, poco più di un mese prima della votazione federale del 4 marzo sull’iniziativa “No Billag”, che vuole sopprimere il canone e vietare qualsiasi sovvenzione pubblica alle emittenti radiofoniche e televisive.

Diversi abbonati alla pagina Facebook di swissinfo.ch in francese residenti in Francia, in Belgio e negli Stati Uniti affermano di privilegiare la ritrasmissione dei notiziari svizzeri su TV5MondeCollegamento esterno, il canale televisivo in lingua francese, che viene seguito ogni settimana da 60 milioni di telespettatori in tutto il mondo. “Di tanto in tanto guardo il TG della televisione romanda RTSCollegamento esterno, che è trasmesso alle 20.00 su TV5Monde”, spiega ad esempio W. B., un pensionato svizzero residente in Ciad.

Tra gli espatriati elvetici di madrelingua tedesca, la televisione pubblica svizzera tedesca SRFCollegamento esterno è elogiata da molti internauti, tra cui B. B., uno svizzero residente in Thailandia. “Per me, la SRF rimane il canale migliore, soprattutto per quanto riguarda le trasmissioni sportive. Con Eurotv.asia, per 700 baht al mese [poco più di 20 franchi] abbiamo una trentina di canali in lingua tedesca, tra cui la SRF”, scrive.

Giornali online e swissinfo.ch

La rete sembra però essere il media preferito dalla maggior parte degli espatriati desiderosi di rimanere in contatto con la Confederazione. È per esempio il caso di V. R., che vive in Belgio e che si informa principalmente “tramite swissinfo.ch e la Tribune de Genève, come anche, grazie ad un abbonamento, Le Temps, che leggo online”. Come molti altri, tuttavia, V. R. si rammarica che le trasmissioni televisive svizzere siano bloccate su Internet all’estero. “Mi sarebbe piaciuto vedere alcune trasmissioni politiche in vista di certe votazioni, proposte in replay, e sono rimasta spiacevolmente sorpresa dal fatto che non fossero accessibili”, spiega.

swissinfo.ch, così come la Revue SuisseCollegamento esterno, il periodico per gli svizzeri all’estero (equivalente alla Gazzetta svizzera), è una delle fonti di informazione regolarmente utilizzate, spesso in aggiunta ad altri mezzi di comunicazione locali. “Leggo la Basler Zeitung, la Berner Zeitung e swissinfo.ch”, afferma ad esempio T. K., che risiede in Sierra Leone.

Alcuni, invece, rimpiangono l’epoca di Radio Svizzera Internazionale, che nel 2004 ha cessato le trasmissioni e che è stata sostituita da swissinfo.ch. “swissinfo.ch purtroppo non mi porta nulla. Come svizzero all’estero ero servito meglio da Radio Svizzera Internazionale”, sottolinea U. H.

Non più isolati

In alcuni paesi, tuttavia, per ragioni tecniche, è più difficile trovare informazioni sulla Svizzera. “Dove vivo in Asia, non c’è la televisione svizzera e dato che la connessione a Internet è troppo debole, non posso guardare la TV su Wilmaa o su su altro sito simile. Quindi non mi resta altro che ascoltare la radio o leggere il Blick”, dice P. H. Stesso suono di musica da parte di P. G.: “Vivo in Indonesia, non c’è televisione, quindi le notizie mi arrivano dai giornali svizzeri sul web”.

Nonostante le difficoltà talvolta incontrate, Internet e i nuovi mezzi di comunicazione hanno rivoluzionato il modo in cui la diaspora svizzera si informa sulla propria patria, soprattutto quando deve farsi un’opinione su votazioni o elezioni.

Secondo Thomas Milic, politologo del Centro per la democrazia di Aarau (zda),”gli svizzeri all’estero non sono più isolati dal panorama mediatico elvetico come 25 anni fa”. Dispongono delle stesse fonti d’informazione su Internet e molti hanno persino accesso alla televisione svizzera. “Percepiscono quindi l’intensità dei dibattiti e delle campagne delle votazioni nella loro madrepatria”, ha dichiarato lo scorso anno il politologo a swissinfo.ch.

Potete contattare l’autore di questo articolo su Twitter: @samueljabergCollegamento esterno

(Traduzione dal francese)

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