Turismo
La nascita del turismo in Svizzera risale al 19esimo secolo, grazie soprattutto a scrittori e intellettuali romantici. Le attrazioni naturali costituivano, allora come oggi, l'elemento fondamentale del turismo alpino.
La Svizzera è una destinazione turistica da circa 150 anni. In precedenza, i pochi viaggiatori che attraversavano il paese erano pellegrini diretti in Italia o in Spagna o somieri e commercianti con i loro muli carichi di merci. Nel XVI secolo alcuni umanisti e scienziati provenienti dalle città svizzere cominciarono a esplorare le Alpi e a studiarne la flora e la fauna.
Il “Grand Tour”
Nel XVIII secolo era d’uso, fra i giovani esponenti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia dell’Inghilterra, della Germania e talvolta degli Stati uniti, completare la propria educazione con un lungo viaggio nelle città d’arte della Francia, della Germania, dell’Olanda e soprattutto dell’Italia. A questa tradizione si dava il nome di Grand Tour.
Altre informazioni sull’argomento si trovano sui siti della Biblioteca nazionale centrale di FirenzeCollegamento esterno e del Dizionario storico della SvizzeraCollegamento esterno.
Fra i tanti gentiluomini che nel XVIII e XIX secolo percorsero le strade del Grand Tour vi furono scrittori e artisti di fama mondiale, come Laurence Sterne, Johann Wolfgang von Goethe, Hans Christian Andersen, Felix Mendelsohn Bartholdy e Hector Berlioz.
La Svizzera, attraversata dalle principali vie di collegamento tra l’Europa del nord e l’Italia, divenne una tappa importante del Grand Tour. Molti intellettuali la scelsero come meta del loro viaggio. Nel 1816, per esempio, gli scrittori romantici Lord Byron, Percy Shelley e Mary Shelley trascorsero alcuni mesi sul lago di Ginevra. Dalle impressioni scaturite da quel soggiorno nacquero vari testi letterari, tra cui il “Frankenstein“.
Nel nostro dossier, potete trovare numerosi articoli sui personaggi famosi che hanno vissuto in Svizzera.
La conquista delle Alpi
Fin dal Settecento, studiosi svizzeri come Horace-Benedict de Saussure iniziarono a scalare le vette delle Alpi. Nel 1811 e nel 1812 furono raggiunte per la prima volta le cime della Jungfrau e del Finsteraarhorn. Il CervinoCollegamento esterno fu conquistato nel 1865, ma la spedizione si concluse in tragedia.
Dopo la metà dell’Ottocento, le ascensioni a vette alpine fino ad allora inviolate divennero sempre più frequenti. Protagonisti di quella corsa alle Alpi furono soprattutto i turisti inglesi, che parteciparono anche alla fondazione del Club alpino svizzero (CAS). L’organizzazione esiste tutt’oggi e gestisce una fitta rete di alloggi ad alta quota per alpinisti ed escursionisti.
L’avvento del turismo di massa si può far iniziare nel 1858, quando l’imprenditore inglese Thomas Cook inventò la formula del viaggio tutto compreso attraverso l’Europa continentale. Fra i primi turisti a scoprire la Svizzera vi fu Arthur Conan Doyle. Egli rimase talmente impressionato dalle cascate di Reichenbach presso Meiringen, nell’Oberland bernese, che vi ambientò la morte dell’eroe dei suoi romanzi, Sherlock Holmes.
Nella seconda metà dell’Ottocento furono costruite o ampliate le strade attraverso i passi alpini. L’avvento della ferrovia permise di aprire definitivamente le Alpi all’afflusso dei turisti. Grazie all’invenzione della cremagliera divenne possibile superare anche i pendii più scoscesi. Gli imprenditori svizzeri fecero ampio ricorso a questa nuova tecnologia per portare i turisti nelle località più spettacolari.
Oltre alle ferrovia, alla fine dell’Ottocento furono costruiti anche grandi alberghi, adatti ad accogliere la sempre più numerosa clientela. Informazioni sulla storia dell’industria alberghiera si trovano nel Dizionario storico della Svizzera.
In quegli anni nacquero anche i primi manifesti pubblicitari per le maggiori località turistiche. I paesaggi più suggestivi delle Alpi svizzere furono riprodotti in migliaia di cartoline.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.