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Onori e salve di cannone, l’Arabia abbraccia Putin

Il presidente russo Vladimir Putin (foto d'archivio) KEYSTONE/AP/Gavriil Grigorov sda-ats

(Keystone-ATS) Scortato per tutto il viaggio da quattro caccia Sukhoi 35 dell’aviazione russa e salutato da una salva di cannoni al suo arrivo mentre una pattuglia acrobatica solcava il cielo di Abu Dhabi disegnando con i fumogeni i colori della bandiera russa.

Così il presidente russo Vladimir Putin è sbarcato negli Emirati Arabi Uniti, prima tappa della sua visita lampo in Medio Oriente che dopo poche ore lo ha portato anche in Arabia Saudita.

Non ci poteva essere coreografia più sontuosa per sottolineare l’importanza anche simbolica di questa missione che segna il ritorno sulla scena internazionale del presidente russo dopo oltre 21 mesi di guerra in Ucraina, durante i quali le sue visite all’estero erano state limitate a Paesi ex sovietici e agli alleati Cina e Iran.

Molti, secondo quanto annunciato dal Cremlino, i temi in discussione: dal conflitto israelo-palestinese alla cooperazione in campo energetico con Riad, che insieme alla Russia guida l’organizzazione Opec+ dei Paesi esportatori e come la Russia ha tutto l’interesse a sostenere i prezzi del petrolio.

Ma Putin, come ha confermato lui stesso, ha anche informato gli interlocutori arabi sulla “situazione della crisi ucraina”. E alcuni osservatori si sono chiesti se i colloqui possano avere riguardato anche una possibile mediazione saudita o emiratina nel conflitto tra Mosca e Kiev, visto che i due Paesi hanno già lavorato lo scorso anno ad accordi per importanti scambi di prigionieri.

Sul tema è tornato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolineando che Mosca ha seguito “da vicino” il vertice del G7 in teleconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il portavoce ha aggiunto che Kiev si trova attualmente “in una situazione complessa” e “non facile” per l’apparente indebolimento degli aiuti occidentali, ma ha detto anche che ciò non ha indotto finora l’Ucraina ad imboccare con convinzione la strada dei negoziati.

Vastissima la delegazione che ha accompagnato Putin, a testimonianza della varietà dei temi, politici ed economici, trattati. Tra i membri anche la governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina, e il leader ceceno musulmano Ramzan Kadyrov, che Putin ha abbracciato mentre sfilava davanti a lui per essere presentato al presidente emiratino, Mohammed al Nayhan. Le relazioni tra la Russia e gli Emirati hanno “raggiunto un alto livello senza precedenti” e gli Emirati sono diventati il maggiore investitore nell’economia russa tra i Paesi del Medio Oriente, ha sottolineato Putin nella sosta ad Abu Dhabi. Ma i Paesi occidentali ritengono che il forte incremento negli scambi commerciali tra i due Paesi sia dovuto al fatto che i porti emiratini svolgono un importante ruolo nei sistemi delle triangolazioni che permettono alla Russia di aggirare le sanzioni europee e americane.

Molti gli argomenti di comune interesse che Putin ha affrontato con Mohammad bin Salman nella tappa a Riad, oltre alle questioni petrolifere. Tra questi, secondo la parte russa, anche la Siria, lo Yemen e la situazione nel Golfo Persico. L’Arabia Saudita e la Russia “lavorano insieme per la stabilità in Medio Oriente”, ha detto il principe saudita, citato dall’agenzia Tass, aggiungendo di essere pronto a recarsi in visita a Mosca. “Niente può impedire lo sviluppo delle relazioni amichevoli” tra Riad e Mosca, ha assicurato da parte sua Putin.

L’Arabia Saudita ha avviato da tempo una politica di maggiore autonomia da Washington – complice la scarsa simpatia personale tra bin Salman e il presidente Usa Joe Biden – e quest’anno ha ripreso le relazioni diplomatiche con l’Iran e con la Siria. Tutti temi che dovrebbero essere toccati anche domani in un incontro al Cremlino tra Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi.

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