Spagna, il Toro di Osborne compie 60 anni
(Keystone-ATS) Per i turisti che percorrono in auto la Spagna è un elemento indispensabile del paesaggio: il colossale Toro di Osborne che domina strade e autostrade fra il mare dell’Andalusia e la Catalogna dei Pirenei è anzi una icona.
La sua immagine è stampata su magliette e tazze di caffè, portachiavi, piattini venduti in ogni negozio di souvenir per turisti da Madrid a Siviglia, da Barcellona a Salamanca. Per molti stranieri quasi “è” la Spagna.
Il Toro di Osborne ora ha 60 anni, una età tre volte superiore a quella di un toro normale, in muscoli e corna. La sagoma del colossale animale venne inventata nel 1957 dal produttore di vini e liquori di Jerez Osborne, spagnolissima ma di origine britannica.
Il primo Toro era stato inaugurato dall’allora patriarca della ditta Don Rafael Osborne McPherson a Cabanillas de la Sierra, al chilometro 55 della “Nazionale 1”, la strada che collegava Madrid alla Francia. Erano gli anni della prima fase della dittatura. I turisti erano ancora pochi.
Il primo Toro Osborne, disegnato da Manolo Prieto, era un cartellone pubblicitario in legno alto quattro metri, lanciato per promuovere il nuovo brandy Veterano della ditta. I primi esemplari vennero collocati dietro le curve o in posti insoliti: dovevano sorprendere conquistando l’attenzione dei consumatori.
Ma il patriarca decise che così non andava bene. I suoi Tori dovevano vedersi da lontano, dominare il paesaggio della Spagna. Una legge del 1962, ricorda El Mundo, impose di allontanare le pubblicità dalla strada.
Il Toro si trasferì su colline e montagne, cambiò dimensioni, passò a 14 metri di altezza, venne costruito con cinque tonnellate di ferro e 10mila viti. Nel 1988 rischiò l’estinzione. Un’altra legge proibì la pubblicità lungo le strade. Dei 500 esemplari di allora ne rimasero 91. Ma il Toro di Osborne era già una icona spagnola immortalata da artisti del calibro di Salvador Dalì, Richard Avedon, Helmuth Newton, Bigas Luna. Seppure già contestata dagli animalisti, quale simbolo della tradizione spagnola della corrida.
Nel 1997 il Tribunale Supremo ne impose la protezione, quale “bene di interesse estetico e culturale”. Il primo esemplare ora è a Cabanillas de la Sierra, mecca della tauromachia.