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Uscita da programma Orizzonte 2020 dannosa per Svizzera

Il Politecnico federale di Losanna KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Ricercatori e rappresentanti della formazione temono per la posizione di punta a livello internazionale della Svizzera.

A causa delle lungaggini nella ratifica del protocollo sulla Croazia, il Fondo nazionale svizzero (FNS) vede la partecipazione elvetica al programma di ricerca Orizzonte 2020 sempre più in pericolo.

La Svizzera deve ratificare il protocollo sulla Croazia per partecipare al programma di ricerca “Orizzonte 2020”: un’esclusione sarebbe pericolosa per gli studiosi, ha detto Jean-Luc Barras del Fondo nazionale svizzero (FNS) in un’intervista pubblicata oggi dal Bund e dal Tages Anzeiger. “A medio termine i nostri migliori elementi potrebbero lasciare il Paese”.

“Abbiamo molto da perdere”, ha detto Barras responsabile dell’ambito della collaborazione internazionale del FNS in un’intervista rilasciata oggi al Bund. “Non riceveremmo più denaro dalla Commissione europea per i nostri progetti di ricerca”. Ci sono importanti strumenti di finanziamento ai quali la Svizzera non potrebbe più aspirare.

Se il protocollo non sarà ratificato entro febbraio 2017, la Svizzera sarà considerata, con effetto retroattivo al primo gennaio 2017, come uno Stato terzo in questo programma. Sarà anche esclusa dal Consiglio della ricerca che decide i finanziamenti dei progetti. La ratifica, accolta l’8 giugno senza condizioni dal Consiglio nazionale, deve essere nuovamente discussa dagli Stati. Questi ultimi chiedono infatti che l’intesa sia ratificata solo dopo aver trovato una soluzione con l’Ue per gestire l’immigrazione senza infrangere la Costituzione svizzera.

Finora i ricercatori elvetici ottenevano numerosi finanziamenti dall’Unione europea. Ma la Svizzera è in concorrenza con altri Paesi. Quelli che ricevono meno sostegno potrebbero approfittare della situazione e fare ‘lobbying’ contro di noi, ha sostenuto Barras. “Le loro possibilità di riuscita sono più elevate se la Svizzera viene esclusa”, ha affermato.

Dal voto del 9 febbraio 2014 contro l’immigrazione di massa, la Svizzera è associata solo parzialmente e temporaneamente al programma attuale Orizzonte 2020. Le istituzioni elvetiche possono partecipare a progetti, ma non ricevono finanziamenti.

Giovedì il Consiglio nazionale ha deciso di assegnare 26 miliardi di franchi alla formazione, ricerca e innovazione per il periodo 2017-2020: il 2% in più rispetto al periodo 2013-2016, ma meno del 3,2% sperato.

“Abbiamo bisogno di più soldi”, ha detto da parte sua Christoph Eymann, presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDEP) in un’intervista pubblicata oggi dalla Basler Zeitung. L’iniziativa dell’UDC contro l’immigrazione di massa impedisce alla Svizzera di far arrivare personale qualificato: deve quindi formarlo a sue spese, ha precisato.

Eymann teme che la Svizzera perda la sua eccellente posizione se non investe abbastanza nella formazione: i Paesi asiatici come Singapore e la Corea del Sud – ha ricordato – ci hanno già superato, secondo gli Studi PISA. Questi Paesi hanno capito che solo la formazione può condurli in cima.

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