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Vaccini: studiata possibile correlazione con fuoco di Sant’Antonio

La maggior parte delle notifiche, ossia 1447 (63,8%), è stata classificata come "non seria", mentre 822 (36,2%) sono state "serie". KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Fino al 18 maggio a Swissmedic sono pervenute 2269 notifiche di sospette reazioni avverse in relazione alle vaccinazioni contro il Covid-19.

Questi effetti collaterali corrispondono a quelli emersi durante gli studi di omologazione e non incidono sul rapporto rischi-benefici positivo dei due vaccini a mRNA utilizzati. Sono in corso indagini su un’eventuale correlazione con l’apparizione di fuoco di Sant’Antonio.

Lo indica lo stesso Istituto svizzero per gli agenti terapeutici (Swissmedic) in un comunicato diramato oggi. Swissmedic fa regolarmente il punto sulle nuove notifiche e la loro natura. Le segnalazioni vengono esaminate in collaborazione in particolare con il centro di riferimento ticinese presso l’Ente ospedaliero cantonale. Provengono soprattutto da operatori sanitari, ma anche da persone che hanno subito l’inoculazione.

Nelle ultime settimane vi è stata una riduzione del tasso di notifica, che è passato da 1 notifica a 0,8 notifiche ogni 1000 dosi iniettate.

36% delle notifiche per casi seri

La maggior parte delle notifiche, ossia 1447 (63,8%), è stata classificata come “non seria”, mentre 822 (36,2%) sono state “serie” e le persone sono state trattate in ospedale (237) o le reazioni sono state considerate serie per altri motivi.

Le reazioni più comuni nei casi classificati come seri sono state febbre, cefalea/emicrania, dispnea (respirazione difficoltosa), herpes zoster (comunemente chiamato fuoco di Sant’Antonio), affaticamento, dolori muscolari, malessere, ipersensibilità/reazioni anafilattiche, nausea, brividi di freddo, vomito e aumento della pressione sanguigna.

Relazione tra vaccinazione e fuoco di Sant’Antonio?

Fino a tre giorni fa sono stati notificati 121 casi di herpes zoster (di cui 61 come seri). Sono in corso indagini per determinare se vi siano indizi di una relazione causale tra le vaccinazioni e la comparsa di questa malattia.

In 84 casi seri le persone sono decedute a differenti intervalli di tempo dalla vaccinazione. Avevano in media 82 anni e nella maggior parte dei casi gravi patologie pregresse. Queste notifiche sono state analizzate con particolare accuratezza e, in alcuni casi, non sono ancora disponibili i risultati delle autopsie, scrive Swissmedic.

Nonostante un’associazione temporale con la vaccinazione, in base all’attuale stato delle conoscenze, a provocare il decesso sono state malattie che si manifestano a prescindere dalle vaccinazioni come infezioni, eventi cardiovascolari o malattie polmonari e respiratorie.

Anche a livello internazionale, non vi sono al momento indicazioni atte a confermare che i due vaccini a mRNA siano all’origine di un aumento dei casi di morte.

Il 68% delle notifiche riguarda donne

Il 42,8% delle segnalazioni (971) si riferiscono al siero di Pfizer-BioNTech e il 55,9% (1269) a quello di Moderna. In 29 casi (1,3%) non è stato specificato il vaccino.

Le notifiche riguardavano in gran parte le donne (1551, 68,4%), 640 (28,2%) gli uomini e in alcune notifiche (77, 3,4%) non è stato indicato il genere. Le persone colpite avevano in media 63,6 anni (per una fascia di età degli inoculati compresa tra 16 e 101 anni).

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