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Il contrabbando di sigarette è in piena espansione

pacchetti di sigarette
Quest'anno le dogane svizzere hanno già sequestrato 600'000 sigarette di contrabbando. Keystone / Ti-Press / Gabriele Putzu

Le guardie di confine svizzere intercettano sempre più persone che viaggiano con valigie cariche di sigarette, soprattutto all'aeroporto di Ginevra. Il polo inchieste della Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS ha analizzato da vicino uno dei mercati più redditizi al mondo, appannaggio di piccola e grande criminalità. 

Il 2024 potrebbe essere un anno record per il numero di sigarette di contrabbando sequestrate dalle guardie di confine svizzere. Finora ne sono state confiscate 600’000 e sono state arrestate 26 persone, soprattutto all’aeroporto di Ginevra. L’anno scorso i fermi erano stati 28, mentre nel 2021 solo dieci.  

Nelle valigie di queste persone “abbiamo scoperto in media 125 stecche, pari a circa 25’000 sigarette ogni volta”, ha dichiarato alla RTS Donatella Del Vecchio, portavoce dell’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (UFDC). “In questi casi possiamo dire che si tratta di ‘muli’. Arrivano soprattutto dalla Turchia, dalla Repubblica Democratica del Congo, dall’Egitto e anche dalla Bulgaria”. 

Sono tutti Paesi in cui i prodotti del tabacco sono meno cari rispetto all’Europa occidentale. Secondo l’UFDC, le persone arrestate avevano intenzione di recarsi in Francia, dove un pacchetto costa circa 11 euro. 

due persone davanti a uno pneumatico e a dei pacchetti di sigarette
Chi contrabbanda sigarette dà prova a volte di astuzia, come qui in occasione di un sequestro in Ticino nel 2014. KEYSTONE

Un traffico di “formiche” 

Anche le dogane francesi stanno osservando questo fenomeno. “Si tratta di persone che viaggiano all’estero, in Turchia o addirittura, nel caso del tabacco da narghilè, in Qatar o negli Emirati Arabi Uniti, e che passano dall’aeroporto di Ginevra”, sottolinea Bruno Rayne, responsabile dell’unità di azione economica presso la direzione regionale delle dogane di Annecy. 

“Queste persone tornano poi in Francia per rivendere la merce illegalmente, ai loro parenti o a una rete clandestina”, precisa Rayne alla RTS. “Per il momento si tratta di ‘formiche’, un flusso regolare di piccole quantità. Non ci sono stati sequestri eccezionali”. 

Il contrabbando di sigarette su scala quasi industriale è appannaggio soprattutto della criminalità organizzata. Si tratta di tonnellate di tabacco. “Ci sono le sigarette di contrabbando, prodotte in eccedenza e recuperate dalle reti criminali nelle fabbriche ufficiali dell’Europa orientale, in particolare in Bulgaria, Polonia, Romania e Moldavia”, spiega Rayne. “E poi ci sono le sigarette contraffatte prodotte in fabbriche clandestine, in particolare in Belgio e nei Paesi Bassi”. 

Si tratta principalmente di reti criminali dell’Europa dell’Est che sono attive anche nel settore degli stupefacenti. Per queste mafie il contrabbando di sigarette è un’attività molto meno rischiosa rispetto alla vendita e alla produzione di cocaina, ad esempio. 

A differenza della cocaina, la materia prima (il tabacco) può essere reperita in molti Paesi. Inoltre, le sigarette possono essere prodotte localmente su vasta scala. 

“Nel 2019, Europol ha smantellato una fabbrica in Bulgaria dove una macchina poteva produrre fino a 2’000 sigarette al minuto. Questo è sufficiente per generare ricavi molto elevati”, sottolinea Daniel Brombacher del GI-TOC. 

Produzione locale 

Queste organizzazioni criminali utilizzano principalmente gli assi autostradali per trasportare i carichi. E quando le dogane li intercettano, i sequestri sono colossali. 

“All’inizio dell’anno abbiamo fermato un camion nei pressi di Bourg en Bresse che trasportava sei tonnellate di tabacco, oltre a tutti i componenti di una fabbrica clandestina pronta per essere allestita in un capannone per produrre sigarette contraffatte”, spiega Bruno Rayne. 

Questo è infatti il metodo attualmente preferito dai criminali: produrre localmente per avvicinarsi al cliente finale. “Una tendenza che è iniziata durante il Covid a causa delle restrizioni ai viaggi e che si è rafforzata dopo l’invasione russa dell’Ucraina”, osserva Daniel Brombacher, direttore del nuovo Osservatorio europeo sulla criminalità organizzata (GI-TOC). “L’Ucraina e la Bielorussia erano in passato i principali fornitori di sigarette di contrabbando. Poiché non è più così, il prodotto ha dovuto essere avvicinato alla clientela europea”. 

Finora non sono state scoperte fabbriche clandestine in Svizzera. Non risulta che i camion dei criminali utilizzino le autostrade elvetiche per raggiungere la Francia o altri Paesi. Ma non si può escludere, vista la posizione geografica della Confederazione. 

Traduzione di Daniele Mariani

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