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Il dilemma del riciclo delle batterie delle auto elettriche

Indicazione con posteggio per auto elettriche
Meno del 2,5% delle auto in circolazione alla fine del 2023 in Svizzera avevano una motorizzazione elettrica. Ma la proporzione cresce costantemente. Keystone / Laurent Gillieron

Cosa fare delle batterie delle auto elettriche? A Biberist, nel Canton Soletta, sta per nascere la più grande fabbrica di riciclo di questi accumulatori.

Sempre più batterie: anche se negli ultimi mesi si è assistito a un certo rallentamento, la tendenza è ormai consolidata. Sulle strade svizzere circola un numero crescente di auto a motore elettrico. Una questione resta però da risolvere: cosa fare delle batterie quando le auto vengono ritirate dalla circolazione? A Biberist, nel Canton Soletta, si sta costruendo la prima grande fabbrica di riciclaggio di accumulatori della Confederazione. Questo per garantire che non finiscano semplicemente in qualche discarica o trasportati all’estero.

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Come funziona il riciclo delle batterie: dopo la consegna, gli accumulatori vengono prima completamente scaricati. “Vengono aperti e collegati a un apparecchio che li scarica”, spiega Jodok Reinhardt, fondatore e amministratore delegato di Librec, l’azienda che ha costruito la fabbrica. Librec intende utilizzare l’energia così generata e la speranza di Reinhardt è di coprire in questo modo un terzo del fabbisogno di elettricità dell’azienda.

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La Librec si è insediata in un’area industriale dove sorgeva una cartiera. Per il riciclo delle batterie è stato costruito un nuovo stabilimento. SRF/Ralph Heiniger

Innovazione svizzera: dopo il processo di scarica, le batterie vengono smontate. In alcuni casi sono necessari cinque semplici passaggi. In altri bisogna svitare oltre 70 viti, a seconda del produttore. Librec vuole riciclare le batterie di tutte le aziende costruttrici, che siano Tesla o Renault, Volkswagen o la cinese BYD. In parole povere, la batteria viene triturata ed essiccata. La polvere risultante, nota come massa nera, può essere utilizzata per produrre nuove batterie. “Questo impianto di riciclo è il risultato di anni di ricerca”, afferma con orgoglio Jodok Reinhardt.

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Jodok Reinhardt davanti al posto in cui saranno smontate le batterie. SRF/Ralph Heiniger

Elevate precauzioni di sicurezza: a volte le batterie delle auto elettriche prendono fuoco. Per questo motivo la fabbrica presta grande attenzione alla protezione antincendio. “Ogni batteria è collocata in un compartimento antincendio separato. Se una batteria prende fuoco, l’incendio non può propagarsi”, spiega l’amministratore delegato dell’azienda.

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Qui a breve saranno stoccate le batterie. SRF/Ralph Heiniger

Molti metalli problematici: la batteria di un’auto elettrica è una struttura complessa. È composta da una varietà di metalli. Alluminio, grafite, nichel e rame sono i più comuni in termini di peso. Ma anche manganese, cobalto e litio sono componenti importanti. Le auto elettriche sono spesso criticate perché per estrarre questi metalli si distruggono dei paesaggi e, a volte, si fa capo a lavoro minorile. Riciclare le batterie ha senso anche da questo punto di vista.

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Miniera di litio nello Zimbabwe. Keystone-ATS

Il futuro: Librec prevede di riciclare gli accumulatori a Biberist a partire dalla fine di ottobre. Da quel momento in poi, lo stabilimento dovrebbe essere in grado di trattare 12’000 tonnellate di batterie all’anno. Al momento è una quantità sufficiente, sostiene Jodok Reinhardt. Tuttavia, se la percentuale di auto elettriche sulle strade svizzere aumenterà come previsto, prevede che potrebbe essere necessario un ampliamento. Attualmente, la proporzione di auto elettriche in circolazione è ancora bassa rispetto alle auto a benzina e diesel.

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La concorrenza: impianti di riciclo delle batterie sono attualmente in fase di progettazione, costruzione o già in funzione in tutta Europa. Alcuni di questi appartengono ad aziende di nuova costituzione, altri sono di proprietà di case automobilistiche. Anche in Svizzera esistono delle fabbriche, ma sono molto più piccole. Jodok Reinhardt sottolinea che il suo impianto ha un tasso di recupero molto elevato, pari al 97%, che lo pone al di sopra della concorrenza internazionale.

Traduzione di Daniele Mariani

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