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La palma ticinese è vittima della sua sessualità atipica 

Paesaggio lungo lago con palme ad Ascona
La palma di canapa compare spesso nelle cartoline del Ticino, come qui ad Ascona. WSL, Gottardo Pestalozzi

Per decenni, la palma ticinese ha conferito alla Svizzera meridionale un'atmosfera tropicale. Ma nel tentativo di fermare la diffusione di questo albero invasivo, le autorità ne hanno vietato la vendita. La misura avrebbe potuto riguardare solo le piante femminili, ma la sessualità atipica dei maschi ha portato al divieto totale. 

Il 1° settembre è entrata in vigore l’Ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente (OEDA), adottata dal Consiglio federale lo scorso marzo, che vietaCollegamento esterno la vendita, l’importazione e persino la donazione di 31 piante esotiche invasive che minacciano la flora e la fauna locali. 

Il divieto riguarda piante finora molto apprezzate dalla clientela dei centri di giardinaggio, come l’albero delle farfalle e il lauroceraso. Ma il provvedimento riguarda anche una vera e propria star tra le piante esotiche presenti sul suolo svizzero: la palma di Fortune (Trachycarpus fortunei), talmente onnipresente a sud delle Alpi da essere conosciuta in Svizzera come “palma ticinese”. 

Un approfondimento sulla palma ticinese nella trasmissione Falò del 30.05.2024:

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Una campionessa dell’invasione 

“Ma non c’è nulla di ticinese”, afferma Antoine Jousson, moderando l’entusiasmo verso questa pianta.

Jousson è autore di una tesi di master sulla palma ticinese. Intervenendo al programma radiofonico in lingua francese CQFD (RTS), lo specialista ricorda che il suo vero nome è “palma di Fortune” o “palma di canapa” e che è originaria della Cina. Presente dalla fine del XIX secolo nelle grandi proprietà borghesi, quest’albero si è ambientato molto bene in Ticino, diventando addirittura uno dei simboli del cantone. 

“La diffusione vera e propria è iniziata a metà degli anni Settanta”, spiega Antoine Jousson. “Gli studi hanno dimostrato che c’era un legame con l’aumento delle temperature”. 

La palma di canapa può essere definita una campionessa dell’invasione. Le sue radici non occupano molto spazio, quindi può insediarsi facilmente nel sottobosco.

La sua altezza – fino a 15 metri – le consente di superare tutti gli altri alberi e di non perdere le foglie in inverno, offrendo un vantaggio competitivo rispetto agli alberi decidui. E non c’è bisogno di fare troppo affidamento sul freddo per impedirne la diffusione, dato che può resistere a temperature fino a -18 gradi Celsius. 

Palme che invadono le foreste
In inverno, la palma di canapa sempreverde beneficia di condizioni di luce favorevoli quando gli alberi delle foreste decidue sono spogli. WSL, Boris Pezzatti

La presenza della palma di canapa costituisce una minaccia per altre piante e per alcuni animali, ai quali sottrae cibo e habitat. Inoltre, le palme bruciano facilmente, il che rappresenta un ulteriore pericolo in questi tempi di riscaldamento globale.   

Una pianta popolare 

In Ticino, la battaglia sembra già persa. L’obiettivo è ora quello di evitare che la pianta si diffonda a nord delle Alpi, anche se alcune regioni sono già state colpite, in particolare le rive del Lago di Ginevra e del Lago di Zurigo. 

Ma la palma non ha solo nemici. Un sondaggio condotto l’anno scorso ha dimostrato che quasi il 60% delle persone intervistate ne ha un’opinione positiva. 

Di conseguenza, le palme sono popolari e si vendono bene nei centri di giardinaggio. Per mantenere questo lucroso commercio, i commercianti del settore hanno proposto di limitare il divieto di vendita alle sole piante femminili. Questa proposta, avanzata nell’ambito della procedura di consultazione sulla modifica dell’OEDA, è stata sostenuta anche dal Cantone di Zurigo.   

Sulla carta, la soluzione sembrava implacabilmente logica. Poiché ogni pianta femmina può disperdere fino a 100’000 semi all’anno in natura, il divieto avrebbe potuto impedire a questo albero di riprodursi.   

La sessualità nell’evoluzione 

Ma questo non tiene conto del lavoro di Antoine Jousson e di altri membri del team del Giardino botanico di Ginevra. La ricerca ha dimostrato che le piante maschili non hanno necessariamente bisogno di piante femminili per riprodursi. 

“Le palme di canapa sono generalmente presentate come maschio o femmina, ma abbiamo scoperto che tra il 15 e il 20% degli esemplari può cambiare sesso”, spiega Antoine Jousson. Le piante che nascono maschio possono arrivare a produrre frutti prima di terminare la propria vita. Questo fenomeno era già noto in altre famiglie di palme, ma non era mai stato studiato prima nella palma di canapa”. 

“Probabilmente ci troviamo in una fase evolutiva tra un sistema piuttosto ermafrodita, in cui possono esserci maschi e femmine sulla stessa pianta, e un sistema in cui i due sessi sono separati”, aggiunge Yamama Naciri, curatore del Giardino botanico di Ginevra. “Questo non è un aspetto trascurabile per il fenomeno dell’invasione. Significa che i maschi sono autonomi e possono colonizzare nuove aree da soli”. 

Dopo il dibattito sul sesso degli angeli a Bisanzio, la Svizzera ha ora rivolto la sua attenzione al sesso delle palme. Ma questa volta con effetti tangibili, visto che ha portato al divieto assoluto di vendita della palma di canapa sugli scaffali dei vivai, con grande disappunto di chi voleva dare un tocco esotico al proprio giardino.   

Traduzione dal francese con l’aiuto di Deepl/Ss. Revisione Ma 

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Moderato da: Zeno Zoccatelli

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