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Victorinox, con la ripresa del turismo le vendite tornano a salire

Victorinox è un marchio noto in tutto il mondo. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Victorinox sta beneficiando della ripresa del turismo: l’azienda produttrice di coltellini svizzeri, lame da taglio per l’uso in cucina, orologi e altro ancora è quasi tornata ai livelli di vendita precedenti alla pandemia.

Ora la società con sede a Ibach, frazione di Svitto, vuole espandere ulteriormente la sua divisione orologiera.

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“Quest’anno prevediamo un fatturato di 429 milioni di franchi”, spiega all’agenzia Awp il Ceo Carl Elsener. Si tratta di un lieve miglioramento rispetto ai 426 milioni del 2022. Inoltre l’impresa contabilizza anche ricavi da lavori di riparazione e licenze per alcuni prodotti a marchio Wenger, che non sono incluse nell’importo. Elsener rappresenta la quarta generazione della famiglia a gestire l’azienda, fondata nel 1884 e con stabilimenti a Ibach e Délémont (JU).

Il gruppo è stato duramente colpito dalla pandemia del 2020, caratterizzata dalla brusca interruzione del flusso di turisti e dai negozi chiusi. Come molte altre aziende Victorinox ha dovuto attingere alle riserve e introdurre il lavoro ridotto.

La crisi sembra però ormai superata. “Quest’anno tutti i mercati sono cresciuti, ad eccezione di quello per noi più importante, gli Stati Uniti”, spiega Elsener. Il debole sviluppo di questo paese è dovuto alle attività di riposizionamento in corso: la società sta chiudendo i punti vendita meno redditizi.

“In passato, la quantità era a volte più importante della qualità; ora stiamo correggendo questo orientamento”, afferma il presidente della direzione in carica dal 2007. Il rilancio negli Stati Uniti avverrà nei prossimi due o tre anni, si dice convinto. Fino ad allora, la rete di vendita sarà ulteriormente ridotta. Attualmente comprende più di 20’000 negozi, gestiti principalmente da rivenditori indipendenti.

Se i ricavi si stanno risollevando, i margini non sono ancora così elevati come in passato. Ciò è dovuto in parte al fatto che l’inflazione e il forte apprezzamento del franco stanno pesando sulla redditività. “Ma i nostri margini sono sani e sostenibili”, assicura il 60enne.

Ogni giorno escono dalla fabbrica circa 135’000 coltelli, compresi quelli da cucina. La produzione annuale è di 30 milioni di unità. La gamma di coltelli rappresenta circa il 70% del fatturato del gruppo. Il resto è generato da valigie, orologi e profumi.

I segnatempo prodotti a Delémont rappresentano oggi circa il 10% delle vendite totali. Elsener ammette che in questo campo negli ultimi anni l’azienda ha sofferto la concorrenza degli smartwatch, ma grazie a un cambiamento di strategia l’attività si sta gradualmente riprendendo: “Abbiamo rivisto le nostre collezioni e dato agli orologi un design proprio: le vendite si stanno nuovamente sviluppando in modo positivo”.

Victorinox prevede che il maggiore impatto positivo si avrà negli Stati Uniti tra due o tre anni. Ma anche l’America Latina sta già mostrando una buona crescita, grazie anche alla solida domanda in Messico e Brasile. La Cina rimane invece un mercato difficile. “Là sono i coltellini tascabili e le valigie ad andare bene”.

Nonostante le sfide attuali, Elsener guarda con ottimismo al 2024. Victorinox, con i suoi oltre 2100 dipendenti, dovrebbe continuare a crescere. “Ci concentreremo su Stati Uniti, Svizzera e Germania”, promette. Per quanto riguarda i prodotti, oltre che sui coltellini, l’azienda continuerà a puntare sull’espansione del segmento degli orologi.

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