2004: l’anno degli europei portoghesi
Grecia e Svizzera, due piccole del calcio dai destini diversi: campione d'Europa – a sorpresa – la prima, eliminata dopo il girone preliminare la seconda.
Più che per le prestazioni sul campo, la partecipazione svizzera verrà ricordata per lo sputo di Frei e per le minacce all’arbitro Meier.
Portogallo, terra solatia e accogliente, tirata a lucido per i Campionati europei di calcio del 2004: è piaciuta subito anche ai tifosi rossocrociati che, in barba alla loro fama di popolo freddino, hanno riversato i colori elvetici negli stadi di Leiria e Coimbra, le due città che hanno ospitato le partite della nazionale elvetica.
E da buoni sportivi non si sono persi d’animo, nemmeno di fronte alle poco esaltanti prestazioni dei loro beniamini. Così, dopo lo 0-0 contro la Croazia e la sconfitta per 3-0 subita contro l’Inghilterra, lo stuolo dei tifosi di rosso e bianco vestiti, aveva ancora la forza di contrastare le note della Marsigliese che si alzavano dagli spalti della tifoseria francese.
Poco importa se anche quella partita è stata persa per 3-1, chi si è recato in Portogallo per seguire la squadra non si faceva illusioni e si è goduto lo spettacolo. Certo non sarebbe dispiaciuto a nessuno se la Svizzera, che sulla carta aveva più o meno le stesse credenziali della Grecia, fosse riuscita a fare un passo in più in direzione della finale.
Ma tant’è, alla seconda partecipazione ad una fase finale degli europei, i rossocrociati hanno bissato il risultato del 1996 in Inghilterra: un punto, una rete e a casa dopo le prime tre partite. Non resta che sperare in meglio per il 2008, europei per i quali la Svizzera, padrona di casa insieme all’Austria, è qualificata d’ufficio.
Storie di sputi e reti da primato
Comunque sia andata, la Svizzera uno sfizio se l’è tolto. Con i suoi 18 anni e 142 giorni, Johan Vonlanthen è diventato il più giovane marcatore della storia degli europei. Non male per la punta del PSV Eindhoven, chiamata all’ultimo minuto da mister Kuhn per rimpolpare l’attacco rossocrociato, decimato da una serie d’infortuni.
Per la verità, le speranze elvetiche erano riposte nelle gambe di Alex Frei, ma l’attaccante della squadra francese del Rennes – che la stampa sportiva piazza ad un lusinghiero 31esimo posto nella classifica delle migliori punte del continente – più che per il sudore profuso nel tentativo di andare a rete, è brillato per lo sputo indirizzato al difensore inglese Gerrard.
Dopo aver negato il fatto ed essere stato assolto dall’Uefa per insufficienza di prove, Frei è stato inchiodato dalle immagini registrate dalla televisione svizzera. C’è chi ha gridato alla congiura, ma al di là dei possibili interessi in gioco, sono emerse solo l’immaturità di un giocatore che non ha saputo assumersi le sue responsabilità e la mancanza di professionalità dell’Associazione svizzera di football (ASF).
A campionati conclusi, l’Uefa ha condannato Frei a tre giorni di sospensione, il primo dei quali già scontato in terra portoghese contro la Francia. Per farsi perdonare, Frei ha adottato un lama dello zoo di Basilea: d’ora in avanti sputerà solo lui.
Addio amaro per Urs Meier
Oltre ai suoi giocatori, la Svizzera ha mandato in Portogallo il suo arbitro migliore, Urs Meier. Per Meier, che ha raggiunto il limite d’età di 45 anni imposto dalla Fifa ai suoi arbitri, si trattava dell’ultimo grande torneo internazionale. Nel cassetto, il sogno di arbitrare la finale.
Ma le cose sono andate diversamente. Negli ultimi minuti del quarto di finale che opponeva il Portogallo all’Inghilterra, Meier ha annullato – giustamente – una rete degli inglesi per fallo sul portiere. La partita è finita con un pareggio e i padroni di casa si sono imposti ai rigori.
Gli inglesi non hanno apprezzato e hanno lanciato una vera e propria caccia all’uomo. L’indirizzo dell’arbitro elvetico è stato pubblicato e migliaia di tifosi inviperiti hanno preso di mira lo sbigottito Meier, costretto a sparire per un po’ dalla circolazione.
E in terra d’Albione qualcuno probabilmente va ancora a spasso con un maglietta che riporta l’immagine di un cieco col bastone e la scritta «Attenzione, arbitro svizzero».
swissinfo, Doris Lucini
La nazionale svizzera allenata da Köbi Kuhn ha soggiornato nella cittadina portoghese di Óbidos. La rosa era composta da Stiel, Roth, Zuberbühler, Berner, Haas, Henchoz, Magnin, Müller, Spycher, M. Yakin, Zwyssig, Barnetta, Cabanas, Celestini, Chapuisat, Frei, Gygax, Huggel, Rama, Vogel, Vonlanthen, Wicky, H. Yakin.
Con gli europei, hanno deciso di mettere un termine alla loro carriera in nazionale il portiere Jörg Stiel, il centrocampista Fabio Celestini e l’attaccante Stéphane Chapuisat.
Euro 2004, Portogallo, 12 giugno – 4 luglio
La Grecia si è imposta in finale sul Portogallo per 1 a 0
Bilancio svizzero: un pareggio (0-0 con la Croazia) e 2 sconfitte (0-3 contro l’Inghilterra e 1-3 contro la Francia)
Per i 31 incontri della manifestazione, i cancelli dei 10 stadi ufficiali sono stati varcati 1’165’192 volte
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