Amianto: respinto il ricorso della Suva
Il Tribunale federale ha imposto all'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva) di fornire altri atti sulle vittime dell'amianto alla Procura di Torino.
La Suva non nasconde i timori di finire a sua volta nel mirino della giustizia italiana a causa dell’ulteriore assistenza giudiziaria all’Italia.
Dopo avere ottenuto l’assistenza giudiziaria richiesta nel 2001 riguardo ai dossier di una dozzina di operai italiani, il procuratore di Torino Raffaele Guariniello aveva trasmesso nel 2004 alla Svizzera una domanda complementare.
Il magistrato, che da anni dirige le indagini sulle vittime dell’absesto, aveva sollecitato le cartelle mediche di italiani colpiti da mesotelioma o da cancro ai polmoni che avevano lavorato negli stabilimenti della ditta elvetica Eternit a Niederurnen (Canton Glarona) e Payerne (Vaud), tra il 1950 e il 1993.
Gli atti che dovranno essere trasmessi alla giustizia torinese contengono dati personali e diagnosi concernenti 196 dipendenti della Eternit, sui quali la Suva aveva aperto una procedura di assicurazione per malattia professionale collegata all’amianto. Contengono inoltre 367 documenti inerenti gli stabilimenti di Payerne e di Niederurnen.
Il comportamento di Eternit
Respingendo il ricorso della Suva, la corte suprema sottolinea che per gli inquirenti non si tratta più di trovare elementi «a carico» per comprovare i primi sospetti, poiché l’inchiesta ha già superato questo stadio.
La documentazione dovrebbe invece consentire ai magistrati italiani di stabilire se vi sono state altre vittime e di pronunciarsi sul comportamento dei dirigenti della Eternit.
Ai timori della Suva, il Tribunale federale replica che l’istituto non rischia alcun rimprovero di violazione del segreto professionale. In virtù della legge federale sull’assicurazione infortuni, è infatti autorizzata a trasmettere gli incartamenti.
La corte precisa poi che spetterà al Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) pronunciarsi sui timori manifestati dalla Suva riguardo alla possibilità che i giudici italiani indaghino sulle sue attività e sui suoi dipendenti. In merito, l’istituto potrà ancora appellarsi al Consiglio federale.
Contattato dall’agenzia stampa ATS, il portavoce della Eternit Markus Ruoss ha dichiarato che la società ha preso atto della sentenza del Tribunale federale. Lo stesso ha affermato il portavoce della Suva Erich Wiederkehr, il quale ha tuttavia puntualizzato che gli atti non saranno trasmessi agli investigatori italiani finché non ci sarà la decisione del DFGP.
La Procura di Torino indaga su una decina di persone, fra cui gli industriali elvetici Stephan e Thomas Schmidheiny, azionisti di maggioranza della Eternit all’epoca dei fatti.
swissinfo e agenzie
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Tribunale federale (TF)
L’amianto è un gruppo di minerali a struttura fibrosa presenti in determinate rocce. Grazie alle sue qualità (resistenza al calore, elasticità, elevata conducibilità elettrica e termica) è stato ampiamente utilizzato dagli anni ’30 in diversi settori industriali e tecnologici.
Dagli anni ’40 si è cominciato a verificare eventuali effetti di questa sostanza sulla salute umana. Col passare degli anni si è potuto accertare che le fibre d’amianto, che si disperdono facilmente nell’aria, possono avere conseguenze estremamente gravi.
In particolare l’amianto provoca placche pleuriche, asbetosi e tumori (carcinoma polmonare e mesotelioma). Le malattie possono manifestarsi a volte persino dopo 40 anni dalla prima esposizione.
Nel 1975, la Svizzera ha bandito l’uso degli isolamenti in amianto floccato; dal 1990 è in vigore un divieto generale.
Oggi l’amianto è vietato in una quarantina di paesi. Malgrado la sua nocività, è ancora ampiamente utilizzato. I principali produttori sono la Russia, la Cina e il Kazakistan.
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