Amnesty International non risparmia la Svizzera
Nel suo rapporto 2004, l’organizzazione umanitaria denuncia anche i maltrattamenti perpetrati dalla polizia svizzera, soprattutto verso gli stranieri.
Amnesty International si inquieta inoltre per gli slogan contro il diritto di asilo e per la violenza contro le donne.
Anche nel suo ultimo rapporto annuale, pubblicato il 26 maggio, Amnesty International (AI) traccia un quadro drammatico della situazione internazionale.
In ben 132 paesi, sui 157 presi in considerazione dalla principale organizzazione internazionale che si batte in difesa dei diritti umani, la polizia e gli altri organi di sicurezza dello Stato utilizzano regolarmente la tortura.
In 58 Stati delle persone sono state imprigionate senza nemmeno un capo di accusa. In 44 paesi si finisce ancora oggi in carcere soltanto per motivi politici, religiosi o etnici.
E anche la pena capitale rimane uno strumento utilizzato da molti governi: in 47 Stati è stata praticata senza nemmeno una base giuridica.
AI denuncia anche i devastanti conflitti interni in corso su tutto il pianeta. In 35 paesi anche i gruppi di opposizione o di resistenza armata – e non solo i governi – hanno violato ripetutamente i diritti umani nel 2003.
Terrorismo
Il terrorismo e la lotta al terrorismo stanno diventando sempre più un motivo di preoccupazione per l’organizzazione umanitaria, secondo la quale si sta creando un “mondo dominato da crescente sfiducia, paura e divisione”.
“La violenza dei gruppi armati e l’escalation di violazioni ad opera dei governi si sono miscelate alle attività dei gruppi terroristici per dare vita al più grande attacco ai diritti umani e al diritto umanitario degli ultimi 50 anni”, afferma addirittura Amnesty.
Senza mezze parole, l’organizzazione internazionale denuncia le violazioni commesse nella guerra in corso tra i governi, a cominciare da quello americano, ed i gruppi armati, in prima fila Al Qaida.
Sui due lati è stata scatenata una guerra ai valori globali che minaccia i diritti della gente comune.
Svizzera: polizia dalla mano pesante
Nel capitolo del rapporto 2004 concernente la Svizzera, AI critica principalmente il comportamento di alcune polizie cantonali, colpevoli di aver usato violenza soprattutto nei confronti di manifestanti, richiedenti l’asilo e detenuti di colore.
I casi concreti di maltrattamento da parte delle forze dell’ordine, a cui l’organizzazione umanitaria fa riferimento, sono avvenuti in particolare nei Cantoni Ginevra, Zurigo, Berna e Glarona.
“Diverse centinaia di denunce vengono inoltrate ogni anno presso la polizia o gli ombudsman”, rileva Manon Schick, portavoce svizzera di Amnesty AI. “Il numero delle procedure è stabile negli ultimi anni”.
Secondo AI le forze dell’ordine ginevrine hanno fatto uso di eccessiva forza anche durante una manifestazione contro l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), in marzo, e in occasione delle manifestazioni anti-G8, in giugno.
Formazione dei poliziotti
Per Amnesty, il problema non è dovuto all’insufficienza delle leggi, ma piuttosto alle lacune nella formazione dei poliziotti. Spesso le forze dell’ordine non sarebbero all’altezza del mandato loro conferito.
E tra le vittime della violenza delle forze dell’ordine vi sono spesso delle persone appartenenti a minoranze straniere, a cominciare dai richiedenti l’asilo.
“Questi episodi vanno visti in un contesto europeo. La maggiora parte dei paesi ha introdotto delle misure di coercizione nell’asilo politico, rispondendo ad un tono più duro della politica. Inoltre costatiamo un aumento generale della violenza praticata dalla polizia, per esempio in Germania”, spiega a swissinfo Manon Schick.
“Il problema è costante, ma finora non sono state prese delle misure adeguate”, afferma Boël Sambuc, vicepresidente della Commissione federale contro il razzismo.
“Per lottare contro questa violenza bisognerebbe costituire un organo speciale e indipendente dalle autorità di polizia, incaricato di occuparsi dei casi di maltrattamenti e sevizie”.
In relazione al problema del razzismo, AI denuncia anche gli slogan contro il diritto di asilo utilizzati dall’Unione democratica di centro nel corso della campagna per le ultime elezioni federali.
Violenza contro le donne
AI presta inoltre un’attenzione particolare anche alla violenza domestica, alla tratta delle donne e alla clitoridectomia rituale praticata su immigrate africane.
Malgrado l’organizzazione riconosca l’impegno delle autorità federali e cantonali, le discriminazioni e la violenza contro le donne permangono tuttora fonte di preoccupazione.
Ogni anno, una quarantina di donne vengono uccise in Svizzera in seguito ad episodi di violenza coniugale. Una donna su cinque – tra i 20 e i 60 anni – è vittima della violenza del marito o del compagno di vita.
swissinfo e agenzie
In 132 paesi, sui 157 presi in considerazione, le forze dell’ordine hanno fatto uso regolarmente della tortura nel 2003.
In 58 Stati delle persone sono state imprigionate senza nemmeno un capo di accusa.
In 44 paesi sono state messe in carcere delle persone soltanto per motivi politici, religiosi o etnici.
In 47 Stati è stata ancora praticata la pena capitale.
Per quanto riguarda la Svizzera, Amnesty International denuncia in particolare gli episodi di violenza da parte della polizia nei confronti soprattutto di manifestanti e cittadini stranieri.
Ogni anno, diverse centinaia di denunce vengono sporte in Svizzera in relazione a casi di maltrattamenti ad opera delle forze dell’ordine.
L’organizzazione umanitaria punta inoltre il dito contro l’inasprimento della politica di asilo e gli slogan duri impiegati dalla destra nell’ultima campagna elettorale.
Amnesty si preoccupa anche per la violenza contro le donne, in particolare la violenza domestica che miete ogni anno una quarantina di vittime.
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