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La Svizzera come francobollo: unita e divisa al contempo Keystone Archive

Una delle particolarità del federalismo svizzero consiste nella sua visione multiculturale. Cosa significhi concretamente lo dimostra l’Università estiva dell’Istituto per il Federalismo di Friburgo.

Per molti partecipanti, un’esperienza unica.

“Vengo da un Paese dove sono successe cose terribili, dove non si riusciva a capire che anche l’altro potesse avere ragione. Ognuno voleva imporre la sua posizione al cento per cento”, dice Lidija Basta Fleiner, direttrice del Centro internazionale di ricerca e consulenza (IRCC) all’Istituto per il Federalismo di Friburgo.

La categorica difesa delle proprie posizioni ha spesso trasformato anche banali conflitti in terribili scontri. “E parlo per esperienza personale, di quando ero a Belgrado”, sottolinea la direttrice, originaria dell’ex Jugoslavia.

“In Svizzera si può presentare il compromesso come una buona soluzione politica. In molte altre società multiculturali non è così”.

Sensibilità per le minoranze

Lidija Basta Fleiner lavora dal 1993 all’Istituto per il Federalismo. Nel 1997 ha assunto la direzione dell’allora nuovo IRCC.

Le ricerche hanno come tema istituzioni e procedimenti creati per risolvere i conflitti nelle società multiculturali.

Come può uno Stato organizzare la convivenza pacifica di varie culture senza penalizzare nessuno ed evitando di frantumarsi?

Il centro viene sollecitato sempre di più anche nell’ambito della soluzione diretta di conflitti. Ha fatto da mediatore nel Burundi, in Somalia e nel Sudan.

Uno degli avvenimenti più salienti è senz’altro l’Università estiva che si svolge ogni anno per la durata di tre settimane e alla quale partecipano in media una quarantina di studenti provenienti da tutto il mondo.

“Vogliamo fare un’università estiva dove il federalismo è visto in un’ottica svizzera”, spiega Lidija Basta Fleiner.

“Il sistema svizzero non si può esportare. Nel federalismo elvetico c’è però un principio che non si trova da nessun’altra parte: la sensibilità per le minoranze”.

Non solo teoria

L’università estiva vuole trasmettere qualcosa di più delle pure e semplici conoscenze teoriche.

“Vogliamo che gli studenti imparino ad essere sensibili agli argomenti degli altri”, dice la direttrice. Un’idea che difende sia dal punto di vista accademico che emotivo.

“Tre anni fa avevamo un partecipante sudanese. Un fondamentalista islamico mandatoci dal governo sudanese”.

Dopo un’introduzione teorica sulla questione di Gerusalemme sono stati formati due gruppi: i filopalestinesi e i filoisraeliani.

“Abbiamo chiesto al partecipante sudanese di rappresentare la posizione israeliana”, continua la direttrice, “lo ha fatto in modo così eccellente da far ridere tutto il gruppo. Lui stesso ha riso di gusto”.

Un’esperienza che lo ha fatto riflettere facendogli capire che anche l’altra parte può avere i suoi argomenti validi.

Federalismo nella pratica

“Ho approfittato soprattutto dell’esperienza pratica con il federalismo svizzero” racconta la 27enne Eranthi Premaratne dello Sri Lanka.

La giovane cingalese lavora al Center for Policy Alternatives ed è attiva nell’ambito della sensibilizzazione e della presa di coscienza dell’opinione pubblica.

Nello Sri Lanka la Svizzera viene considerata un modello di Stato federale multiculturale, che funziona davvero.

Né amici, né nemici

Da un’analisi più attenta risulta tuttavia che l’immagine della Svizzera ha perso un po’ del suo smalto. Il contatto con la realtà elvetica ha deluso Premaratne.

“Pensavo che la Svizzera fosse un ottimo modello di intesa fra diversi gruppi. Una volta a contatto con la realtà mi sono però resa conto che anche qui ci sono tensioni fra i vari gruppi lingusitici”.

Nel frattempo la cingalese è più pragmatica: “Sono convinta che siano le forti istituzioni a tenere insieme il Paese. Ho capito che il federalismo non può risolvere tutti i problemi. Trasforma i nemici in avversari ma non in amici”

Eranthi Premaratne è comunque convinta che per il suo Paese, lo Sri Lanka, il federalismo sarebbe una buona soluzione.

Quel che conta è la volontà

“In Burundi abbiamo bisogno dell’esperienza di Paesi sviluppati e ben organizzati”, dichiara Albert Kagabo, responsabile di un settore di Bujumbura, la capitale del Burundi.

Questo il motivo che lo ha spinto a venire a Friburgo. “Il federalismo svizzero potrebbe essere un modello per il Burundi, sia dal punto di vista dell’organizzazione dello Stato che come chiave di soluzione a certi conflitti”.

Kagabo è però convinto che in ultima istanza la pace non dipenda né dalla costituzione, né dalle istituzioni ma dall’essere umano. “Una buona costituzione non basta. La volontà deve scivolare dalla carta all’anima della gente. Questo vale sia per il Burundi che per la Svizzera”.

Il tallone di Achille della Svizzera

“Non sapevo che in Svizzera il federalismo tenesse conto anche di differenze etniche e culturali”, sottolinea il 28enne giurista senegalese Bocar Kanté.

Il federalismo svizzero per Kanté è particolarmente sofisticato e equilibrato. Ma secondo lui gli immigrati dovrebbero essere integrati meglio nella società elvetica.

Il giurista senegalese mette il dito nella piaga. Infatti, se da un lato la Svizzera è in grado di integrare le sue minoranze tradizionali, dall’altro non sa come comportarsi con le nuove minoranze.

Una realtà che conosce anche Lidija Basta Fleiner, direttrice del Centro internazionale: “Oggi molte persone sono escluse in Svizzera. Me ne rendo conto. Ma la storia ha dimostrato che possiamo imparare molto dal federalismo”.

Swissinfo, Hansjörg Bolliger
(Traduzione: Elena Altenburger)

L’Istituto per il Federalismo fungeva inizialmente da centro di competenza.

Redigeva infatti delle perizie sulla legislazione cantonale.

Oggi è il centro nazionale di documentazione sul federalismo.

Nel 1997 la Direzione per lo sviluppo e la cooperazione ha incaricato l’Istituto di dedicarsi al tema “Stato di diritto e creazione di uno Stato in un contesto multiculturale”.

Questo mandato ha portato alla creazione del Centro internazionale.

Il Centro ha svolto un’opera di mediazione in vari conflitti internazionali: in Burundi, in Somalia, nel Sudan.

Il federalismo è una delle priorità della Svizzera nell’ambito dell’attività di promozione della pace a livello civile.

L’Istituto per il Federalismo di Friburgo è stato fondato nel 1983
All’università estiva 2003 hanno partecipato 38 studenti di 27 Paesi
I temi: federalismo, decentralizzazione e Good Governance nelle società multiculturali

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