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Assistenza giudiziaria al Pakistan per i conti della Bhutto

L'ex prima ministra è coinvolta in diversi casi di corruzione Keystone

Il Pakistan riceverà presto documenti relativi ai conti bancari bloccati in Svizzera nell'ambito dei procedimenti contro l'ex premier Benazir Bhutto.

Il Tribunale federale ha infatti dato il nullaosta all’assistenza giudiziaria delle autorità elvetiche a quelle pachistane.

La «vicenda Bhutto» comprende diversi casi di supposta corruzione. Le tre sentenze del Tribunale federale rese pubbliche lunedì concernono il capitolo principale, ossia le mazzette versate da due società svizzere, la Société générale de surveillance (SGS) e la sua filiale Cotecna, precisa il portavoce dell’Ufficio federale di polizia Folco Galli.

Confermando le decisioni della giustizia ginevrina, la Corte suprema ha respinto i ricorsi di tre società detentrici di conti «congelati» nel 1997. le ricorrenti si opponevano all’invio in Pakistan della documentazione relativa ai conti bloccati dalla magistratura ginevrina.

Gli argomenti invocati dalle tre società, in particolare la situazione dei diritti umani e vizi procedurali, non sono stati ritenuti validi dal Tribunale federale. Quest’ultimo ricorda che le tre società sono domiciliate in «paradisi fiscali» come le Isole Vergini. «Non si vede come la situazione dei diritti umani in Pakistan le possa riguardare», osservano i giudici federali. Mon Repos ribadisce poi che le persone giuridiche non hanno in linea di principio la facoltà di invocare vizi di procedura nello Stato richiedente.

La Bhutto e il marito coinvolti nel riciclaggio di danaro

Parallelamente al procedimento di assistenza giudiziaria, la giustizia ginevrina aveva aperto una propria inchiesta. Nel 1998 il giudice Daniel Devaud aveva così chiesto l’incriminazione di Benazir Bhutto e del marito per riciclaggio di denaro nell’ambito di transazioni con la SGS e la Cotecna

In Pakistan, nel procedimento avviato per corruzione contro l’ex prima ministra sono finora state emesse varie decisioni contraddittorie. Nell’aprile 1999, la Bhutto e il marito erano stati condannati a cinque anni di carcere e ad una multa salata per aver accettato tangenti dalla SGS e dalla Cotecna. Queste sentenze erano state annullate lo scorso aprile dalla Corte suprema pachistana. In giugno la giustizia pachistana ha nuovamente condannato in contumacia l’ex prima ministra a tre anni di reclusione.

swissinfo e agenzie

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