Assistenza sociale necessaria soprattutto nelle città
Nel 2004, 220'000 persone – il 3% della popolazione – hanno avuto bisogno di assistenza sociale. Una su due vive in città. Il 43% non ha il passaporto svizzero.
A rischio sono in particolare i giovani con una formazione scarsa. Lo dice la prima statistica nazionale sull’assistenza sociale.
La presentazione dei dati 2004 sull’assistenza sociale era attesa, anche perché, per la prima volta, l’Ufficio federale di statistica (UST) poteva fare riferimento ad un sistema omogeneo di raccolta delle informazioni. In questo modo è stato possibile ottenere e comparare dati provenienti da tutti i cantoni svizzeri e pubblicare una vera e propria statistica nazionale.
In città
Il 3% circa della popolazione svizzera ha ottenuto nel 2004 dei contributi sociali. Lo studio, presentato lunedì a Berna, rileva che tra le categorie più a rischio di povertà – e quindi sovrarappresentate nelle statistiche – ci sono gli abitanti delle città, le famiglie monoparentali e gli stranieri.
Nelle città si trova poco meno della metà dei beneficiari dell’assistenza sociale, anche se in un contesto urbano vive solo il 29% della popolazione svizzera. Il tasso di beneficiari delle città è del 5%, mentre nelle zone rurali scende all’1,6%.
In testa alle statistiche ci sono i grandi agglomerati urbani: la regione di Zurigo, la regione del lago Lemano e il Mittelland. Nelle cinque grandi città svizzere con più di 100’000 abitanti (Zurigo, Berna, Basilea, Ginevra e Losanna) la quota di persone che ricorrono all’assistenza sociale è del 6%, sei volte più che nei comuni con meno di 1000 abitanti.
Famiglie monoparentali
Fra i beneficiari dell’aiuto sociale, le persone che allevano figli da sole sono particolarmente numerose e rappresentano oltre un quinto del totale. Per le famiglie monoparentali, infatti, il rischio di dover dipendere dall’assistenza sociale per sbarcare il lunario è quattro volte più elevato che per la media dei nuclei famigliari.
Gli stranieri, che rappresentano il 20% della popolazione residente in Svizzera, sono a loro volta sovrarappresentati nelle statistiche dell’aiuto sociale.
Il 43,7% dei casi di assistenza riguarda, infatti, cittadini di nazionalità estera. Per l’UST questo dato si spiega con un’insufficiente qualificazione professionale, con delle peggiori opportunità sul mercato del lavoro e con la struttura delle famiglie di origine straniera.
Working poor
Il 28% dei beneficiari di prestazioni sociali sono attivi professionalmente ma il loro reddito non è sufficiente. Il 46% non dispone di alcun diploma, ma il 5.6% ha addirittura concluso una formazione universitaria.
Circa la metà dell’economie domestiche sostenute dallo Stato dipendono totalmente dagli aiuti sociali. In un caso su quattro, le prestazioni sociali coprono meno della metà del budget famigliare.
Il 54% dei casi riguarda periodi di tempo superiori all’anno. Quasi due terzi dei beneficiari di lunga data si trovano in famiglie monoparentali.
swissinfo e agenzie
Nel 2004, in Svizzera ha usufruito di assistenza sociale il 3% della popolazione, ovvero 220’000 persone.
Quasi la metà dei beneficiari vive in grandi città.
Nei cantoni di campagna, la quota è dell’1,5% circa.
La quota di beneficiari è particolarmente alta nel gruppo dei bambini sotto i 10 anni; seguono i giovani tra i 18 e i 25 anni.
Il 43,7% dei beneficiari è di origine straniera.
Negli ultimi anni, la povertà – e con essa il numero di beneficiari dell’assistenza sociale – è aumentata anche in Svizzera.
I cantoni hanno collaborato con l’Ufficio federale di statistica (UST) per raccogliere i dati sull’assistenza sociale. Per il 2004 è stato così possibile allestire una prima statistica nazionale.
Stando all’UST, nel 2004 il 12,5% della popolazione residente in Svizzera viveva in povertà.
Le associazioni assistenziali elvetiche situano la soglia di povertà a 2’480 franchi di reddito netto mensile per persone sole e a 4’600 franchi per le famiglie.
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