Belina (età sconosciuta) ha sette figli. Si è sposata a 14 anni e ha avuto il suo primo bambino a 16. Ha imparato come usare i contraccettivi dalla figlia adolescente, che ne faceva già uso.
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Istruzioni di impianti contracettivi al centro sanitario di Ankililoaka.
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Alaphonsin ha 29 anni e sei figli di età compresa tra 2 e 13 anni. All’ospedale di Ankililoaka viene sottoposta a un check-up da un medico e da un coordinatore sanitario.
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Gli abitanti di Ankililoaka partecipano a un corso di pianificazione familiare condotto da operatori sanitari dell’OGN Marie Stopes International.
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Una studentessa utilizza dei manichini durante un corso per ostetriche all’istituto sanitario statale Mahajanga.
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Anik, 16 anni, è sdraiata accanto al suo bambino appena nato all'ospedale statale di Tulear.
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Il personale medico prepara Zafisoa, 20 anni, per un parto cesareo all’ospedale di Mahajanga.
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L’operazione di Zafisoa, 20 anni, è terminata con successo.
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Zafisoa si riposa dopo l'operazione, esausta ma felice, mentre altri pazienti si prendono cura di un bebè.
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Boav, 22 anni, aspetta che i medici le tolgano il catetere. Ha un bambino di tre anni. Il suo secondo figlio è morto dopo due giorni di travaglio, tre mesi fa.
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Un parto cesareo a Mahajanga.
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Madre e bambino all'ospedale statale di Tulear.
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Ogni giorno in Madagascar dieci donne muoiono in seguito a complicazioni in gravidanza o durante il parto. Malgrado l’alto tasso di mortalità materna, si stima che entro vent’anni la popolazione sull’isola raddoppierà e le risorse naturali non basteranno a coprirne i bisogni.
I donatori internazionali si sono ritirati dopo il colpo di Stato del 2009 e ciò ha pesato sulla qualità dei servizi sanitari ed educativi. Organizzazioni come il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) sono intervenute per far fronte alle necessità più urgenti legate alla salute sessuale, riproduttiva e materna.
Oggi, tre quarti della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Le donne continuano a pagare le conseguenze della crisi politica. Un sistema sanitario inadeguato e troppo caro, un accesso limitato alla contraccezione, un mercato del lavoro inesistente e una carenza delle infrastrutture: sono solo alcune delle sfide che le donne malgasce devono affrontare.
Per il Madagascar, l’Obiettivo 5 del Millennio – che prevede di ridurre di tre quarti la mortalità materna e di facilitare l’accesso alla salute riproduttiva – sembra ormai impossibile da raggiungere entro il 2015.
A livello internazionale, il tasso di mortalità materna è sceso del 45 per cento tra il 1990 e il 2013, da 380 a 210 decessi per 100mila nascite. Tuttavia, questa quota resta al di sotto dell’Obiettivo del Millennio fissato dalle Nazioni Unite.
Nel 2013, si stima che 289mila donne siano decedute durante la gravidanza, il parto o entro i 42 giorni successivi alla nascita, per cause legate alla maternità.
L’Africa sub-sahariana detiene il tasso di mortalità materna più alto delle regioni in via di sviluppo, con 510 decessi per 100mila nascite. Seguono l’Asia meridionale, l’Oceania e i Caraibi, con 190 decessi.
In Madagascar, il numero di decessi era di 498 per 100mila nascite nel 2010, contro 488 nel 1997.
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