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Berna e Washington sulla stessa lunghezza d’onda

Keystone

Al termine di colloqui con rappresentanti statunitensi a Washington, il Segretario di Stato elvetico Michael Ambühl si è felicitato del fatto che la Svizzera sia vista dagli USA come «un partner importante».

Durante gli incontri si è parlato soprattutto di Kosovo, ma pure di terrorismo, Medio Oriente e riforme dell’ONU.

Su tutti i diversi dossier discussi dal Segretario di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri nel corso di colloqui con rappresentanti dell’amministrazione statunitense, «c’è stato un dialogo molto aperto e costruttivo», ha rilevato Michael Ambühl.

«Gli obiettivi sono identici e compatibili – ha aggiunto – e sebbene il cammino e i mezzi che adottiamo per ottenerli non siano sempre gli stessi, vi è una complementarietà d’interessi».

Ambühl, che venerdì si è a lungo intrattenuto con il numero tre del Dipartimento di Stato americano, Nicholas Burns, ha in particolare rilevato che la Svizzera è visibilmente percepita dagli USA come «un partner importante».

«Il potenziale della nostra collaborazione può soprattutto esprimersi nella risoluzione dei conflitti, come quello del Kosovo», ha osservato.

A tal proposito, l’ambasciatore elvetico Urs Ziswiler ha fatto notare che «il 10% del Kosovo vive nella Confederazione».

Gli stessi obiettivi sul Kosovo

I colloqui attorno al futuro statuto del Kosovo hanno coinciso con la scelta di Stati Uniti, Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna e Italia – coautori di una risoluzione sull’indipendenza della provincia – di ritirare il loro documento e di affidare il dossier al Gruppo di Contatto per il Kosovo.

Una decisione salutata dal Michael Ambühl, il quale ha dichiarato a swissinfo che «è saggio non spingere una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’ONU quando si è sicuri di scontrarsi a un veto».

Europei ed americani hanno in effetti concluso che il loro progetto di risoluzione non sarebbe adottato dall’organo supremo delle Nazioni Unite, data la minaccia di veto formulata dalla Russia, alleata tradizionale della Serbia e pertanto contraria all’indipendenza del Kosovo.

«Sul Kosovo, Svizzera e USA condividono gli stessi obiettivi», ha detto Ambühl, prima di rammentare che proprio la Svizzera «è stata tra i primi a spingere verso una soluzione rapida dello statuto del territorio, il quale deve orientarsi verso l’indipendenza, senza per questo rinunciare alla protezione delle minoranze e ad una vigilanza internazionale».

Senza fornire indicazioni sull’agenda di un’eventuale accessione del Kosovo all’indipendenza, il diplomatico elvetico ha poi puntualizzato che «la risoluzione del conflitto non deve prolungarsi troppo a lungo, siccome la situazione in Kosovo potrebbe destabilizzarsi».

Sicurezza internazionale e terrorismo

A Washington si è poi discusso del nuovo «Operative Working Arrangement» (OWA II), un accordo di collaborazione giudiziaria tra Svizzera e USA per favorire scambi di informazioni e cooperazioni a livello investigativo nelle inchieste che riguardano organizzazioni islamiche radicali legate ad Al Qaida.

Il nuovo strumento consente in casi di terrorismo e di finanziamento del terrorismo, e se lo richiedono le attività investigative, di impiegare squadre comuni composte da funzionari delle autorità di perseguimento penale svizzere e americane.

L’intesa, che entrerà presumibilmente in vigore in autunno, fa seguito ad un primo OWA sottoscritto dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. L’intenzione di collaborare nella lotta al terrorismo, così come in altri settori, era stata sottolineata anche dall’ambasciatore americano a Berna, Peter Coneway, durante i festeggiamenti della festa nazionale del 4 luglio.

Parlando di sicurezza internazionale, Michael Ambühl e Nicholas Burns hanno convenuto che i loro paesi pianificheranno un seminario comune sul tema “Terrorismo e armi batteriologice”. Non sono però stati fissati né luogo né data.

I due rappresentanti hanno infine deciso di organizzare, nell’aprile del 2008 a Losanna, una conferenza sulla lotta alla corruzione vertente sui diritti della proprietà intellettuale.

swissinfo, Marie-Christine Bonzom, Washington
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

Il 18 maggio 2005, il Consiglio federale ha approvato una profonda modifica nella politica estera della Svizzera, che prevede tra l’altro un maggiore sviluppo delle relazioni con gli Stati Uniti.

Tra i temi sui quali si auspica un nuovo avvicinamento con gli USA figurano i dossier relativi ai Balcani, come la questione dello statuto del Kosovo.

Nel maggio 2006 Svizzera e Stati Uniti hanno sottoscritto un Memorandum d’intesa che contempla tutte le relazioni bilaterali e prevede un dialogo politico regolare.

Il documento è stato approvato nella primavera di quest’anno dal Consiglio nazionale (camera bassa del Parlamento) e durante la sessione estiva dal Consiglio degli Stati (camera dei cantoni).

Il Segretario di Stato svizzero ha incontrato venerdì il numero tre del Dipartimento di Stato, Nicholas Burns, e il vice Segretario di Stato americano incaricato degli Affari esteri.

All’incontro hanno partecipato Dan Fried, sotto segretario per le questioni europee, Frank Urbancic, uno dei responsabili della lotta antiterrorista al Ministero statunitense degli Affari esteri, e Mary Warlick, la responsabile dell’ufficio incaricato della Russia, dell’Europa e dell’Asia centrale al Dipartimento di Stato.

Michael Ambühl ha inoltre preparato, assieme al Dipartimento di Stato, la riunione della commissione economica bilaterale, che si terrà mercoledì a Washington e alla quale parteciperà una delegazione elvetica guidata da Jean-Daniel Gerber, Segretario di Stato elvetico all’economia.

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