Bloccati i miliardi Yukos sui conti svizzeri
Dando seguito ad una rogatoria internazionale arrivata dalla Russia, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha annunciato lunedì il blocco formale di beni per «vari miliardi di franchi».
Al centro del caso sta l’oligarca del petrolio Mikhail Khodorkovski, accusato di riciclaggio, attività malavitosa e evasione fiscale.
La misura, entrata in vigore alla fine della scorsa settimana, è stata decisa su richiesta delle autorità di Mosca che indagano su presunte irregolarità commesse da dirigenti e azionisti del colosso petrolifero russo Yukos.
Un comunicato, diramato dall’autorità giudiziaria elvetica, ricorda che il 4 marzo scorso, su richiesta russa, erano state effettuate delle perquisizioni e sequestrato documenti presso alcune società nei cantoni di Zurigo, Svitto, Ginevra e Friburgo.
La rogatoria è stata eseguita conformemente alla convenzione europea sul riciclaggio di denaro, alla convenzione europea di assistenza giudiziaria e alla legge sull’assistenza internazionale in materia penale.
L’Ufficio federale di giustizia ha in quell’occasione proceduto all’audizione di vari testimoni e al congelamento di beni quale misura provvisoria urgente.
6,2 miliardi bloccati
Alla fine della scorsa settimana ha quindi disposto il blocco formale dei conti, dopo aver ricevuto informazioni supplementari richieste a Mosca. La decisione può essere impugnata presso il Tribunale federale.
I beni sotto sequestro, di un valore stimato in «vari miliardi di franchi» appartengono a persone fisiche e giuridiche implicate nella vicenda Yukos, indica la nota.
Stando all’agenzia di stampa russa Interfax, che aveva riferito in merito lo scorso 11 marzo, sui conti bloccati sarebbero stati depositati 6,2 miliardi di franchi, riconducibili all’azionista di riferimento di Yukos Mikhail Khodorkovski – in carcere in Russia dall’ottobre 2003 – e a una ventina di altri soci e dirigenti del gruppo.
Il finanziere, ritenuto uno fra gli uomini più ricchi della Russia del capitalismo selvaggio, è accusato di malversazione, riciclaggio e sostegno ad organizzazioni criminali oltre che di evasione fiscale.
I soldi sarebbero stati depositati sui conti di una ventina di azionisti della Yukos. Secondo le prime indicazioni fatte da Berna, uno dei conti bloccati apparterrebbe a Khodorkovski stesso.
La reazione dei difensori
L’avvocato difensore dell’oligarca della nuova economia russa, il ginevrino Philippe Neyroud, ha immediatamente reagito, dando fiato al suo sconcerto. Le informazioni provenienti dalla Russia sarebbero «vaghe e incomprensibili».
Con i prossimi passi legali, i legali del finanziere vogliono ottenere lo sblocco dei fondi.
swissinfo e agenzie
Proprio lunedì, Mikhail Khodorkovski, ha proposto dalle colonne del quotidiano russo ‘Vedomosti’ di por fine alla guerra tra gli oligarchi e il presidente Vladimir Putin.
Il fondatore del gigante petrolifero Yukos, siede ormai da mesi in carcere in attesa di processo per frode ed evasione fiscale. Dietro il suo arresto molti vedono la lunga mano del Cremino.
Con toni concilianti, propone un nuovo patto per la Russia, facendo concessioni alla maggiore pressione fiscale per le grandi aziende, voluta dal presidente Putin.
Questa nuova distribuzione della ricchezza potrebbe offrire una legittimazione delle privatizzazioni selvagge avvenute nei primi anni ‘90.
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