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Cittadinanza “in prova” per lottare contro la delinquenza

Il ministro di giustizia, Christoph Blocher e sullo sfondo Eduard Gnesa direttore dell'UFM Keystone Archive

L'Ufficio federale della migrazione (UFM) esamina l'idea, lanciata dal ministro della giustizia Christoph Blocher, di una naturalizzazione data solo "in prova".

Dopo le recenti aggressioni sessuali commesse da giovani di origine straniera è necessario prendere delle misure, ritiene Eduard Gnesa, responsabile dell’UFM.

L’acceso dibattito sorto attorno alla vicenda di violenza sessuale di cui è stata vittima una ragazzina di 13 anni a Zurigo-Seebach preoccupa anche l’Ufficio federale della migrazione (UFM). Quale contromisura sta valutando l’opportunità di introdurre una sorta di naturalizzazione “in prova”.

Nella vicenda zurighese, e in altre simili, erano coinvolti giovani stranieri, o da poco titolari della nazionalità svizzera, che non riconoscono nessun tipo di autorità e sono male integrati, afferma il direttore dell’UFM Eduard Gnesa in un’intervista alla “SonntagsZeitung”.

La scuola deve quindi correre ai ripari, ma non soltanto, e l’UFM sta appunto valutando l’opzione della naturalizzazione “in prova” proposta dal ministro della giustizia Christoph Blocher. Si tratta in particolare di stabilire quanto grave debba essere un reato commesso durante la fase di prova per impedire che venga concessa la cittadinanza.

Apolidi

Gnesa giudica con scetticismo l’opinione di Blocher secondo il quale la nazionalità andrebbe ritirata ai naturalizzati che si rendono colpevoli di reati penali. Tutte le persone che non possiedono la doppia nazionalità, afferma Gnesa, si ritroverebbero nella condizione di apolidi: “E noi non vogliamo questo”, ha dichiarato Gnesa.

Secondo il direttore dell’UFM, prima di rilasciare la cittadinanza bisognerà in futuro condurre indagini supplementari: oggi i figli vengono naturalizzati automaticamente, se i loro genitori acquisiscono il passaporto elvetico.

Approfondire ogni situazione

Cantoni e comuni dovrebbero quindi approfondire ogni situazione individuale e non limitarsi alla famiglia in generale. E nella valutazione dei minorenni potrebbe essere richiesto l’intervento delle autorità scolastiche.

Gnesa ha indicato che anche i suoi servizi si concentreranno con maggiore attenzione su questo punto, in particolare sulla naturalizzazione agevolata in favore di giovani e di coniugi stranieri, che ricade sotto la responsabilità dell’UFM.

Il direttore vede inoltre di buon occhio la possibilità che i cantoni rilascino permessi di dimora o di domicilio solo a persone che hanno seguito con successo corsi per l’apprendimento delle lingue nazionali.

Con tali misure Gnesa vuole ottenere che gli immigrati stessi facciano qualcosa di più per favorire la loro integrazione.

Sono integrati, ha detto, quegli stranieri che rispettano la Costituzione, per esempio gli articoli sulla parità tra uomo e donna, che conoscono una lingua nazionale e che sono inseriti nel mondo del lavoro.

swissinfo e agenzie

La naturalizzazione è un tema ricorrente nella politica svizzera. Negli ultimi anni la questione è stata soprattutto affrontata sulla base della legittimità delle naturalizzazioni avvallate dal voto popolare alle urne.

Un’iniziativa sul tema passerà in parlamento e sarà anche votata dal popolo.

In questi ultimi mesi la Svizzera è stata scossa da diversi casi di stupro collettivo di minorenni – nei Grigioni, a Basilea e a Zurigo, dove 13 ragazzi hanno abusato di una adolescente.

A meno di un anno dalle elezioni federali, il tema dell’integrazione è ripreso dai partiti di governo, che propongono diversi concetti. L’ultima proposta è quella dei socialisti: un contratto d’integrazione con gli stranieri.

Chi vuole essere naturalizzato in Svizzera, deve averci vissuto almeno durante gli ultimi 12 anni.

La Confederazione attribuisce il permesso per la naturalizzazione a chi è ben integrato e conosce l’ordinamento giuridico elvetico.

La procedura è di competenza cantonale e comunale. Esistono dunque importanti differenze da un comune all’altro.

Nel 2004, il popolo svizzero ha rifiutato la concessione semplificata della cittadinanza agli stranieri di seconda o terza generazione.

Nel 2005 in Svizzera si sono realizzate 39’753 naturalizzazioni, un record. Il 20% della popolazione è straniera.

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