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Consumo di canapa in Svizzera: l’ONU preoccupata

Il parlamento svizzero compie un passo verso la depenalizzazione Keystone

Il costante aumento del consumo di canapa indiana in Svizzera - ed in Europa in generale - preoccupa le Nazioni Unite.

Nel suo rapporto annuale l’organo dell’ONU specializzato per il controllo degli stupefacenti punta il dito contro il “lassismo” delle autorità svizzere.

Alle accuse dell’OICS Thomas Zeltner, direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) risponde che “è meglio permettere il consumo e la vendita di questi prodotti in modo controllato.”

Zeltner sottolinea che le proposte di depenalizzare la canapa riflettono semplicemente una realtà ben precisa e hanno il sostegno della popolazione svizzera.

Il direttore dell’UFSP si dice deluso dalle critiche dell’organo di controllo dell’ONU e dichiara a swissinfo che “in materia di stupefacenti alla fine ogni Paese applica la politica che vuole.”

L’organo internazionale di controllo degli stupefacenti nel suo rapporto denuncia anche e soprattutto la diffusione in Europa delle coltivazioni di canapa.

Soltanto in Svizzera da 300 a 500 ettari sono destinati a queste colture, con una produzione annuale che può raggiungere le 200 tonnellate, quanto basta a soddisfare la domanda locale, sottolinea l’OICS.

“È un dilemma”, dice a questo proposito Thomas Zeltner, “questo mercato è difficile da controllare; ma ciò non vuol dire che non ci preoccupiamo.”

Dilaga fra gli adolescenti

Il consumo di canapa è un fenomeno allarmante soprattutto se si pensa che è largamente diffuso fra gli adolescenti: in Svizzera, il numero di giovani di 15-16 anni che fuma lo spinello oltre 40 volte all’anno è valutato ad 11.000, si legge nel documento dell’OICS.

Sempre secondo il rapporto, oltre il 46 per cento dei giovani europei fra i 15 e i 24 anni ammette di aver provato la canapa ed il 29 per cento di averne abusato.

La questione è di particolare attualità in Svizzera ed è rimbalzata in parlamento con un acceso dibattito tra fautori ed oppositori alla depenalizzazione delle droghe leggere.

Martedì il senato svizzero (Consiglio degli Stati) ha deciso l’entrata in materia, contrariamente alla camera bassa del parlamento (Consiglio nazionale), che in autunno non aveva voluto esprimersi sulla controversa revisione della legge sugli stupefacenti.

Couchepin dai canapai

Intervenendo per convincere i senatori ad entrare in materia sulla legge sugli stupefacenti, il ministro degli interni Pascal Couchepin ha stupito i presenti con una dichiarazione insolita.

Couchepin ha raccontato di essere entrato di recente, in compagnia del direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica, in un negozio dove si vende canapa e di esserne rimasto impressionato.

«Quel che ho visto era una vera scuola di agricoltura specializzata. C’erano riflettori per coltivare la canapa in cantina; mi hanno spiegato che si potevano ottenere tre o quattro raccolti all’anno; c’erano vari tipi di concimi…insomma, un vero laboratorio».

Non è tutto. «La persona che mi ha accolto è stata d’altronde molte affabile ed aveva competenze pari a quelle di un ingegnere agronomo debuttante. Questa è oggi la realtà», ha precisato Couchepin.

Depenalizzare il consumo di canapa

In parlamento, i fautori di una depenalizzazione sono convinti che una liberalizzazione del consumo di canapa permetterebbe di uscire da una situazione legale, politica e sociale caotica.

Sottolineano inoltre che la politica basata sulla repressione del consumo di canapa non ha avuto gli effetti desiderati.

I sostenitori di una linea più dura temono invece una banalizzazione del problema e difendono la politica del governo basata sui quattro “pilastri” della prevenzione, della terapia, della riduzione dei rischi e della repressione.

Per gli oppositori la Svizzera non deve diventare un “campo di canapa” nel mezzo di un’Europa che è invece molto restrittiva in materia, o peggio ancora “la piattaforma girevole della droga”.

La Svizzera, mercato per i farmaci psicotropi

Il rapporto dell’OICS cita la Svizzera anche in un altro contesto.

La Confederazione, si legge nel documento, esporta farmaci psicotropi spesso dirottati dalla criminalità organizzata, per alimentare il mercato nero di queste sostanze.

La Svizzera è infine menzionata nel rapporto anche per i traffici illegali di farmaci psicotropi via internet.

swissinfo e agenzie

Secondo l’Onu, in Svizzera 11’000 quindicenni fumano lo spinello oltre 40 volte all’anno.
Più del 46% dei giovani europei fra i 15 e i 24 anni ammettono di aver provato la canapa.

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