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Corruzione: svizzeri preoccupati

Le conseguenze della corruzione si estendono pure alla vita privata dei cittadini swissinfo.ch

Secondo i risultati di un’analisi di Transparency International (TI), gli svizzeri giudicano importanti le ripercussioni della corruzione sulla loro vita.

Un risultato inatteso. Sorpresa pure la sezione elvetica di TI che ora vuole approfondire gli studi per fare chiarezza.

Un quarto dei 490 cittadini elvetici coinvolti nell’indagine ritiene che la corruzione abbia delle ripercussioni sulla loro vita famigliare. L’86% risponde invece che l’influenza sull’ambiente professionale sia piuttosto (50%) o molto (36%) significativa.

In particolare non è risparmiato il mondo politico. Quattro svizzeri su cinque pensano che la corruzione influenzi le scelte dei partiti o dei loro rappresentanti.

Una valutazione confermata da un altro dato. Alla domanda “Se disporreste di una bacchetta magica, da che istituzione eliminereste la corruzione?”, la risposta più frequente è stata proprio “i partiti politici”. Preoccupano meno i tribunali, la polizia, i sistemi educativi, i servizi medici o quelli di tassazione.

Analisi in 47 paesi

L’organizzazione internazionale di lotta anti-corruzione Transparency Internazional (TI) ha pubblicato giovedì il suo primo “Barometro mondiale”, un nuovo strumento sviluppato per misurare e paragonare le diverse percezioni del problema nel mondo.

I dati raccolti provengono da un sondaggio realizzato nel 2002 da Gallup International su mandato di TI che ha coinvolto 40’000 persone sparse in 47 paesi.

Tra gli Stati coinvolti dall’indagine pure Austria, Argentina, Inghilterra, Italia, Giappone, Nigeria, Russia, Africa del Sud e Stati Uniti. In linea generale, la corruzione sembra causare i problemi maggiori agli intervistati che dispongono di un reddito limitato.

Sorpresa

Philippe Lévy, presidente di TI Svizzera, si dice piuttosto sorpreso dei risultati. “Non mi aspettavo che tanta gente avesse un’opinione così negativa dal mondo politico svizzero. Avessimo posto le stesse domande 10 anni fa, la risposta sarebbe stata che la corruzione da noi non esiste”.

Second Lévynell’ultimo decennio il mondo politico elvetico non è tuttavia cambiato di molto. “Semplicemente è mutata l’attenzione della gente per le pratiche illecite. Un fenomeno dovuto anche all’azione dei media”. Lévy invita a prendere con le pinze questi risultati: TI Svizzera intende ora approfondire la questione.

La sfiducia nei politici si ritrova in praticamente tutti gli Stati coinvolti nel sondaggio. Secondo Peter Eigen, presidente e fondatore di TI, ciò va inteso come un chiaro messaggio ai dirigenti politici, chiamati a riguadagnarsi al fiducia del popolo.

Il rapporto annuale di TI

Ogni anno, TI pubblica una classifica dei paesi più o meno corrotti. Nel rapporto del 2002, il più recente, la Svizzera si era classificata al dodicesimo posto su 102 paesi presi in esame. Una posizione giudicata buona ma non eccellente.

In base al Corruption Perceptions Index, stilato dall’organizzazione non governativa, la Confederazione otteneva 8.5 punti su un massimo di 10. La classifica non si fonda su dati oggettivi ed empirici, ma soprattutto sulle percezioni di analisti e rappresentanti del mondo economico.

Secondo Philippe Lévy, “la Svizzera non è un paese corrotto, ma neppure un paese senza problemi di corruzione”. In media, i tribunali svizzeri pronunciano una quarantina di condanne all’anno per reati di corruzione. Il numero reale dei casi di corruzione sarebbe comunque molto più alto.

La “piccola” corruzione sarebbe innanzitutto favorita dalla ristrettezza delle strutture politiche che rafforza il “cameratismo”. In altre parole, l’eccessiva prossimità tra sfere politiche, amministrative ed economiche che spinge i rappresentanti di questi ambienti a scambiarsi favori, abusando dei loro poteri.

swissinfo e agenzie

In Svizzera, le percentuali d’individui che notano gli effetti della corruzione nei diversi ambiti sono: vita privata (27%), lavoro (86%), politica (80%);
USA: vita privata (68%), lavoro (40%), politica (56%)
Germania: vita privata (24%), lavoro (84%), politica (89%);
Italia: vita privata (44%), lavoro (92%), politica (95%);
Argentina: vita privata (85%), lavoro (98%), politica (97%);
Finlandia: vita privata (14%), lavoro (68.2%), politica (76%).

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