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Costumi high-tech in acque agitate

Nel nuoto si susseguono i record mondiali: merito degli atleti o del costume? Keystone

La Federazione internazionale di nuoto (Fina) ha chiesto ad alcuni ricercatori svizzeri di esaminare i controversi costumi della nuova generazione, utilizzati dagli atleti per le loro proprietà idrodinamiche.

La polemica attorno ai costumi da bagno ipertecnologici, i quali avrebbero aiutato i nuotatori a stabilire la maggior parte dei primati registrati negli scorsi 16 mesi, chiama in causa i ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL).

I costumi high-tech sono stati criticati per la mancanza di resistenza viscosa e per la loro estrema galleggiabilità. Alcuni non hanno esitato a parlare di «doping tecnologico».

Da quando il produttore Speedo ha messo in commercio il suo nuovo modello LZR Racer nel febbraio 2008, sono stati infranti 126 record mondiali. Altri fabbricanti, come Jaked o Arena, sono poi entrati sul mercato con i propri costumi in poliuretano.

Allarmata dai risultati, la Fina si è rivolta al professor Jan-Anders Manson, specialista in materiali compositi all’EPFL e già collaboratore dei progetti Alinghi (Coppa America) e Solar Impulse (velivolo ad energia solare).

Manson e il suo team hanno così esaminato, nei laboratori dell’istituto vodese, la galleggiabilità e lo spessore di 348 costumi. «Ora che i nuotatori hanno iniziato a coprire [ancor di più] il loro corpo, molte cose sono cambiate», ha detto recentemente Manson ai giornalisti. «Non si può fermare la tecnologia, ma possiamo decidere cosa vogliamo».

In passato, ha spiegato Manson, i tempi delle gare di nuoto venivano migliorati di circa l’1% da un’Olimpiade all’altra. Nel 2008 e nel 2009 le prestazioni sono invece migliorate del 2%. «Certo, nel nuoto si può controllare tutto e utilizzare laser e scanner corporei prima e dopo la gara», ha commentato il professore. «Ma è in questa direzione che vuole andare il nuoto? Non credo, anche se non sta a me decidere».

Ridare credibilità

Nel mese di marzo a Dubai, la Fina aveva adottato una serie di nuove regole (vedi a fianco) per tentare di «ridare credibilità» al nuoto in vista dei Campionati del mondo di Roma, in programma dal 18 luglio al 2 agosto.

A Roma, ha indicato la Fina, nessun nuotatore deve poter trarre vantaggio dal costume che indossa. «Siamo intervenuti siccome è giusto affermare che la tecnologia necessita di controlli: lo sport deve primeggiare sulla tecnologia», ha sottolineato Cornel Marculescu, direttore esecutivo della Fina.

«Non possiamo semplicemente vietare tutti i modelli high-tech: le ripercussioni su industria e atleti sarebbero troppo grandi», ha detto Marculescu. «Questo è un periodo di transizione e Roma è parte di questo processo».

«Dobbiamo controllare questa tecnologia», ha insistito. «È necessario procedere con analisi scientifiche, siccome oggi non c’è alcuna evidenza provata per affermare che un costume è migliore di un altro».

Test di permeabilità

Al centro delle critiche ci sono i nuovi modelli, interamente rivestiti di poliuretano per aumentarne la galleggiabilità.

Tra i costumi esaminati al Politecnico di Losanna, la Fina ha omologato 202 modelli per il 2009, bocciandone 10. Altri 136 costumi dovranno invece essere modificati, in quanto non soddisfano le specifiche richieste secondo cui «il materiale per i costumi da nuoto non deve essere costruito per includere elementi/sistemi che creino effetti da immagazzinamento di aria/acqua durante l’uso».

Tra i modelli da rivedere vi è l’Arena X-Glide, indossato dal campione olimpico Alain Bernard in occasione del primato mondiale nei 100 metri stile libero, così come la Jaked 01, utilizzata da Frédérick Bousquet per battere il record mondiale nei 50 metri stile libero. I fabbricanti hanno tempo fino al 19 giugno per apportare le modifiche richieste.

Entrambi i modelli potrebbero ciononostante essere approvati senza bisogno di modifiche, dal momento che la Fina non ha i mezzi per testare il fenomeno dell’incameramento dell’aria mentre il costume è indossato.

Jan-Anders Manson e i ricercatori dell’EPFL condurranno test di permeabilità più approfonditi nel corso dell’anno. Una lista dei modelli omologati dovrebbe essere approvata nel 2010. La federazione internazionale ha già annunciato che dall’anno prossimo i costumi non potranno presentare più del 50% di materiale impermeabile.

«Idealmente – conclude Manson – si dovrebbero utilizzare costumi interamente permeabili».

Simon Bradley, Losanna, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento dall’inglese: Luigi Jorio)

I costumi high-tech sono stati introdotti nel 2000. Nel 2005, anno in cui si è iniziato a utilizzare i moderni indumenti nelle gare, è entrata in vigore una norma che obbliga i fabbricanti a creare costumi con una superficie liscia e aderenti al corpo.

La competizione tecnologica si è accesa nel febbraio 2008, quando la ditta Speedo ha presentato il suo ultimo costume. Durante le Olimpiadi di Pechino, i nuotatori con i modelli Speedo LZR Racer, tra cui l’americano Michael Phelps, hanno vinto il 94% delle medaglie d’oro e firmato 23 dei 25 primati stabiliti durante l’evento.

Le proprietà dei costumi LZR, che svolgono un’azione di compressione fisica e consentono un miglior galleggiamento grazie all’incameramento di bolle d’aria, hanno spinto numerosi atleti a indossare due o più costumi alla volta per aumentarne l’effetto. Alcuni non hanno esitato a definire tale equipaggiamento un “doping tecnologico“.

In seguito ai Campionati europei di nuoto in vasca corta svoltisi in Croazia nel dicembre 2008, in cui sono stati battuti 17 record mondiali, ci si è resi conto della necessità di modificare il regolamento sui costumi. Dal febbraio 2008, i nuotatori che indossavano costumi high-tech hanno stabilito 126 nuovi primati.

Nel corso del suo incontro a Dubai (marzo 2009), la Federazione internazionale di nuoto ha stabilito che i costumi non devono coprire il collo e non possono estendersi oltre le spalle e le caviglie. È pure stato limitato lo spessore del materiale utilizzato e la galleggiabilità. Regole ancor più severe saranno introdotte nel 2010.

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