Cresce la criminalità dei «colletti bianchi»
Tre imprese su quattro in Svizzera sono vittime della criminalità economica. Un problema che ogni anno fa perdere 8 miliardi di franchi all'economia elvetica.
La maggior parte delle 250 società che hanno partecipato allo studio non è tuttavia disposta ad investire più di 50’000 franchi annui per prevenire i delitti.
Da un sondaggio compiuto tra giugno e luglio presso 250 imprese è emerso che il 73% è rimasto vittima della criminalità economica. Le frodi si situano in prima posizione con il 42%, seguite dalla corruzione (13%) e dalla sottrazione di dati e violazione di diritti d’autore (10%).
Lo ha indicato mercoledì la società di consulenza KPMG, precisando che il fenomeno riguarda ogni settore e tutti i tipi di società.
A titolo di paragone, uno studio analogo pubblicato nel 2003 rilevava che la proporzione di ditte colpite dalla criminalità dal «colletto bianco» era molto minore (24%).
Miliardi che si volatilizzano
Secondo le stime fornite dalla KPMG, un delitto su cinque viene scoperto grazie a revisioni interne o esterne, mentre un altro 20% viene alla luce casualmente.
Di fronte al problema, le imprese considerate si sono dette pronte a reagire: più di un quarto delle ditte preconizzano un rafforzamento del loro sistema di controllo interno, mentre il 18% intende sensibilizzare maggiormente i propri collaboratori.
I dati forniti dall’Ufficio federale di polizia – che stima le perdite per l’economia elvetica a 8 miliardi annui, ovvero il 2-4% del prodotto interno lordo – evidenziano infatti che in oltre 8 casi su 10 l’autore dei reati è un dipendente della società.
Un rischio spesso sottovalutato
Nonostante questo tipo di delitto rappresenti uno dei più grandi rischi commerciali, la criminalità economica resta un tema tabù e molte società la sottovalutano, commenta la KPMG.
«La percentuale delle società che considerano la criminalità economica nella loro gestione dei rischi non supera il 60%», rileva Anne van Heerden della KPMG. Inoltre, l’80% delle ditte affermano di essere disposte a investire al massimo 50’000 franchi all’anno per la prevenzione dei delitti.
Per il 10% – rileva la KPMG – la somma prevista è ancora più piccola, mentre un altro 10% è pronto ad investire di più.
Il sondaggio ha inoltre evidenziato che, per il futuro, gli interrogati temono l’aumento di altre forme di criminalità economica. Tra queste, lo spionaggio, il riciclaggio di denaro e i crimini informatici.
swissinfo e agenzie
Secondo l’Ufficio federale di polizia, la criminalità economica causa una perdita di 8 miliardi di franchi l’anno all’economia elvetica.
Lo studio della società di consulenza KPMG evidenzia che il 73% delle imprese è stata l’oggetto di crimini economici.
Nel 42% dei casi si è trattato di frode.
Seguono la corruzione (13%) e la sottrazione di dati e violazione di diritti d’autore (10%).
La criminalità economica racchiude un ampio spettro di delitti e autori.
In Svizzera è stato tracciato il profilo di questi criminali: essi sono principalmente uomini, tra i 30 e i 45 anni e godono di una buona formazione.
Il loro salario è inoltre superiore alla media e conducono spesso uno stile di vita molto dispendioso.
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