Critiche all’applicazione della nuova legge sull’asilo
L'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati ha criticato la prassi della Confederazione nei confronti di richiedenti l'asilo senza documenti, giudicando disattese le garanzie del governo.
L’Ufficio federale della migrazione ha dal canto suo espresso stupore per le critiche formulate dall’associazione.
A sei mesi dall’entrata in vigore della nuova legge, l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR) si dice preoccupata e chiede un’applicazione corretta della normativa, “per assicurare alle persone perseguitate una protezione adeguata”.
Spesso l’entrata in materia su un caso deve sottostare a esigenze troppo severe, complesse e ingiustificate, hanno sottolineato i responsabili dell’associazione nel corso di una conferenza stampa tenutasi giovedì a Berna.
Clausola aggravante
La legge, approvata in votazione popolare, ha introdotto la clausola aggravante della non entrata in materia se il candidato all’asilo non presenta entro 48 ore i documenti di viaggio o di identità. La domanda è esaminata soltanto in casi eccezionali, se sussistono motivi verosimili che spiegano l’assenza di tali documenti.
Sulla base dell’esperienza di questi sei mesi, l’OSAR ha rilevato numerosi problemi di applicazione, contrariamente alle assicurazioni fornite dal governo durante i dibattiti parlamentari e la campagna precedente la votazione. “Il Consiglio federale non ha mantenuto le promesse”, ha detto Jürg Schertenleib, responsabile del servizio giuridico dell’OSAR.
Ad esempio, rileva l’OSAR, nei casi di stupro, mutilazione genitale o fuga da zone di guerra, non si può parlare di situazioni manifestamente infondate: una procedura di non entrata in materia è quindi inadeguata.
Esigenze eccessive
Inoltre, le esigenze sulla qualità dei documenti di identità sarebbero spesso troppo severe: numerosi attestati non sono accettati neppure quando permetterebbero l’identificazione o l’esecuzione di un eventuale rimpatrio. L’OSAR chiede perciò che l’interpretazione della non entrata in materia sia conforme alla Costituzione, al diritto internazionale e alla volontà del legislatore, garantendo al richiedente l’asilo l’accesso a una consultazione giuridica.
Da gennaio a giugno oltre la metà (55,9%) dei casi di non entrata in materia è infatti stata motivata con l’assenza di documenti di identità. “Vi sono documenti quali la patente o un certificato di nascita che faciliterebbero l’identificazione del soggetto, ma che non sono considerati”, ha rilevato Susanne Bolz, autrice della ricerca dell’OSAR.
Complessivamente, la percentuale delle decisioni di non entrata in materia sul totale delle decisioni adottate è passata dal 3,3% del 2005 al 12,5% dei primi mesi del 2007.
Rimane da verificare – afferma l’organizzazione – se, con questo nuovo modo di procedere, le procedure d’asilo vengano realmente trattate con più celerità, e se l’esecuzione del rimpatrio di chi si è visto respingere la domanda risulti effettivamente facilitata.
Critiche respinte
Dal canto suo, l’Ufficio federale della migrazione (UFM) si difende dalle critiche dell’OSAR dicendosi addirittura meravigliato delle accuse. “Non si agisce alla leggera quando si trattano i casi di non entrata in materia nelle richieste d’asilo”, ha dichiarato il portavoce dell’UFM, Dominique Boillat.
“È’ vero che da gennaio abbiamo rifiutato l’entrata in materia su circa 700 domande a causa della mancanza di documenti e della non credibilità del richiedente” – ha precisato Boillat – “ma in oltre 1000 casi in cui pure mancava la necessaria documentazione, l’entrata in materia ha avuto luogo”.
In merito al rimprovero di non avere rispettato, in sede di concretizzazione, la linea indicata dal Parlamento, Boillat difende l’operato dell’UFM: “Non abbiamo l’impressione di agire diversamente da quanto è stato deciso”. A suo parere, il bilancio della nuova legge è piuttosto positivo, in quanto consente di adottare decisioni chiare, pur tenendo conto delle circostanze particolari.
swissinfo e agenzie
La nuova legge sull’asilo – voluta in particolare dal ministro della giustizia Christoph Blocher – prevede tra l’altro la soppressione dell’aiuto sociale ai richiedenti respinti e raddoppia il periodo di detenzione in attesa di un rinvio forzato (18 mesi).
L’ammissione per motivi umanitari è inoltre stata esclusa. Se non sono in possesso di documenti, i richiedenti dovranno dimostrare che ciò non dipende da loro.
Il ricongiungimento famigliare e l’accesso al mercato del lavorare in caso di ammissione provvisoria sono stati per contro resi più facili.
Per i sostenitori della nuova legge, la revisione si giustifica con i cambiamenti avvenuti nelle correnti migratorie. Inoltre, permetterà di frenare gli abusi.
Gli avversari denunciano invece il clima sempre più aspro che colpisce i profughi. La revisione viola inoltre alcune convenzioni in merito sottoscritte dalla Svizzera.
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