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Critiche alla Svizzera dal Comitato europeo anti-tortura

Per gli esperti europei, non tutto è perfetto dietro alle porte delle prigioni elvetiche Keystone

Il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa ha espresso dure critiche nei confronti della polizia di Ginevra, accusata di ricorrere a maltrattamenti durante gli arresti.

Gli esperti hanno inoltre rimproverato le pratiche in vigore in alcune prigioni elvetiche e il trattamento destinato ai detenuti minorenni.

«Con l’eccezione della polizia di Ginevra, la delegazione non ha raccolto alcuna prova di trattamenti fisici dannosi e deliberati», scrive il Consiglio d’Europa nel suo rapporto preliminare, sulla base di una visita in Svizzera effettuata dai suoi esperti dal 24 settembre al 5 ottobre scorso.

Nella città di Calvino, i collaboratori del Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) hanno raccolto testimonianze concernenti calci e pugni, così come l’utilizzo di tecniche di strangolamento destinate a far rigurgitare eventuali stupefacenti al momento dell’interrogatorio.

«Diverse persone interpellate hanno chiaramente indicato di aver subito tali trattamenti mentre erano a terra e sotto controllo», rileva il CPT. Per gli esperti, «questi atti sono semplicemente inaccettabili e devono essere sanzionati».

Sgabuzzino nel sottosuolo

Ad Aarau, nel canton Argovia, dei detenuti sono sistemati per mezz’ora in uno sgabuzzino di 2,3 m², situato nel seminterrato, senza finestra e senza sistema di ventilazione, denuncia il CPT.

«Un luogo che offre queste caratteristiche non è appropriato per una detenzione, anche se di corta durata», sottolinea.

In generale, i locali di fermi preventivi visitati in numerosi cantoni erano conformi e le condizioni di detenzione sono state qualificate «buone e molto buone» nella maggior parte dei siti considerati, precisa il CPT.

La delegazione si è invece detta «preoccupata» per la situazione dei minorenni detenuti dalla polizia, dopo essere stata informata di alcuni casi in Vallese, Argovia e Zurigo, dove i minori sono stati interrogati in assenza di un adulto di fiducia o hanno firmato da soli i processi verbali degli interrogatori.

Rapporto in primavera

Gli esperti rilevano infine che alcune persone recluse nei penitenziari di Lenzburg (Argovia), Pöschwies (Zurigo) e Thorberg (Berna) avrebbero soggiornato per lunghi periodi nelle unità di sicurezza, «in condizioni vicine alla messa in isolamento, senza un regime di detenzione degno di questo nome».

Il rapporto completo della visita sarà trasmesso in primavera al Consiglio federale (governo), il quale avrà sei mesi di tempo per replicare.

Il CPT ha ad ogni modo già invitato la Confederazione a prendere le misure necessarie per far sì che gli occupanti delle cellule disciplinari nelle prigioni di Aarau, Champ-Dollon (Ginevra) e Zurigo beneficino di almeno un’ora di esercizio all’aria aperta, e questo già a partire dal primo giorno di detenzione.

swissinfo e agenzie

In Svizzera esistono circa 120 luoghi di detenzione che possono ospitare oltre 6700 detenuti.
Nel settembre del 2006 i detenuti in Svizzera erano 5888.
Il 69% della popolazione carceraria in Svizzera ha un passaporto straniero.
Le donne sono il 5,7%.

Istituito in relazione alla Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, la delegazione del CPT ha il diritto di accedere senza limitazioni a tutti i luoghi di detenzione.

I membri del CPT (giuristi, medici, esperti in materia di detenzione) dispongono della possibilità di accesso illimitato anche per i reparti di sicurezza e può parlare in privato con i detenuti.

Oltre alla Svizzera, nel 2007 il CPT ha visitato altri 10 paesi, tra cui la Spagna, l’Olanda, la Croazia e la Moldavia.

Al termine di ogni visita, il CPT invia alle autorità del paese interessato un rapporto confidenziale che contiene le sue conclusioni e raccomandazioni.

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