Emigrazione in Australia
I grandi flussi migratori dall’Europa all’Australia iniziano verso la metà dell’Ottocento con la scoperta di giacimenti d’oro negli Stati del Victoria e del Nuovo Galles del Sud.
Il gold rush coinvolge diverse comunità dell’odierno Ticino, del Grigioni italiano (Poschiavo) e del Nord Italia (Valtellina e Piemonte). L’avventura australiana è vista come una possibilità per sfuggire alla miseria, alla fame e alla crisi economica che attanagliano l’arco alpino e le zone periferiche.
In Ticino, l’emigrazione è ulteriormente incoraggiata dall’intensa propaganda delle agenzie di navigazione, le quali propongono condizioni di viaggio allettanti e attività estremamente redditizie.
Tra il 1853 e il 1855 circa 2’000 ticinesi, principalmente giovani uomini dai distretti di Locarno e Valle Maggia, salpano per l’Australia. Nel solo circolo di Maggia si contano 464 partenze, il 13% della popolazione.
Gli emigranti si concentrano attorno alle cittadine di Bendigo, Ballarat e Daylesford (Jim Crow), a nord di Melbourne. La comunità italofona formata da lombardi, piemontesi e svizzeri italiani è tra i principali gruppi di stranieri della regione. Presto ci si rende tuttavia conto che la corsa all’oro sta già tramontando, contrariamente alle promesse delle agenzie di viaggio.
Alcuni ticinesi fanno fortuna e ottengono cariche prestigiose a livello politico, mentre altri rimangono in Australia conducendo una vita modesta e stentata. La maggior parte fa però ritorno a casa a mani vuote e con parecchi debiti da ripagare, oppure riparte alla volta dei giacimenti auriferi e dei ranch della California. Nel suo insieme, l’emigrazione in Australia può essere considerata un fallimento sociale e finanziario.
A differenza di quella ticinese, limitata a meno di due anni, l’emigrazione poschiavina nel continente oceanico si mantiene anche nei decenni successivi. Dopo il 1862, data in cui l’Inghilterra concede maggiori diritti anche agli stranieri residenti in Australia, alcuni poschiavini riescono ad acquistare terreni e a stabilirsi in modo permanente.
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