Ernesto Bertarelli, lo svizzero “de Roma”
Le imprese di Alinghi sono seguite con grande entusiasmo anche in Italia, dove il patron della “sfida svizzera” viene considerato innanzitutto italiano.
Bertarelli, che ha passaporto svizzero, mantiene ancora oggi stretti legami professionali e personali con l’Italia.
I giornali italiani, nel commentare gli exploits di Alinghi, non esitano a definire l’imbarcazione come italiana a tutti gli effetti. Insomma solo i soldi vengono dalla Svizzera, mentre una parte dell’ equipaggio e soprattutto il proprietario sono italiani.
Ancora recentemente, quando si era fatto il nome di Ernesto Bertarelli, come possibile acquirente della fallimentare Lazio-calcio, tutte o quasi le testate avevano parlato di lui come imprenditore italiano.
“Sì, in effetti noi continuiamo a definirlo italiano” dice a swissinfo Corrado Zulino della redazione sportiva di Repubblica.
“Noi abbiamo sempre parlato di barca italo-svizzera” replica Italo Cucci del Corriere dello Sport/Stadio, “anche se penso che Bertarelli abbia un passaporto italiano”.
Italiano atipico
E il diretto interessato? Ernesto Bertarelli parla poco. Non ama la notorietà, i giornalisti, la chiacchera. In questo è poco italiano anche se i primi anni della sua vita li ha passati a Roma.
“Sono italiano. Ho più dipendenti in Italia che in Svizzera. In Italia, ho centri di ricerca, di produzione e di vendita. Non ho il passaporto italiano, è vero, ma potrei averlo” ha dichiarato, lo scorso dicembre, al quotidiano La Repubblica.
Nato nel 1965 nella capitale italiana – dove il padre Fabio aveva lanciato l’azienda farmaceutica Serono – venne mandato in Svizzera a studiare assieme al fratello e alle due sorelle.
Era il periodo dei rapimenti e la Confederazione fu il rifugio di molti rampolli della buona società italiana. Oggi Ernesto Bertarelli, a 37 anni è tra gli uomini più ricchi del pianeta.
Un patrimonio colossale
Secondo la classifica del mensile Fortune, in Svizzera figura al terzo posto con un patrimonio personale valutato a 4,7 miliardi di dollari.
Nel 1996, ha preso la guida dell’azienda del padre, morto nel 1998. Ha trasformato la casa farmaceutica di famiglia, la Serono, nel più importante gruppo biotecnologico europeo ed il terzo a livello mondiale, dopo gli americani di Amgen e Genentech.
A bordo della sua Alinghi, Ernesto svolge il ruolo di navigatore, elabora i dati che gli apparecchi di bordo gli danno sulla rotta e sulla posizione degli avversari, trasmettendoli allo skipper Russel Coutts e al tattico Brad Butterworth.
Alinghi è un sostantivo che non significa nulla, ma è nato dalla fantasia di papà Fabio. “Ecco perché è un nome magico per me” dice Ernesto.
Il fondatore e gran cerimoniere della Vuitton Cup, Bruno Troublé, memoria storica dell’America’s Cup, afferma che Ernesto “ci tiene ad essere trattato come tutti gli altri velisti”.
Un personaggio semplice e riservato
Rifiuta le interviste ed ha persino depistato il giornalista del New York Times che lo stava cercando e che l’aveva scambiato per un marinaio qualsiasi. “Hey ragazzo, va a chiamare Bertarelli”, gli aveva detto quello. Lui, tornato dopo un minuto gli aveva risposto: “Mi spiace signore, ma Bertarelli è già andato via!”.
Schivo, riservato, bello, ricco, sposato con l’avvenente ex-Miss Inghilterra, Christie, papà della piccola Chiara di tre anni, il Signor Serono potrebbe aggiudicarsi entro la settimana la prestigiosa America’s Cup.
Possiede la cittadinanza svizzera, ma il suo cuore è italiano: “Sono nato a Roma, più italiano di così…?” dice ad un giornalista dell’agenzia Ansa.
Ama gli spaghetti con la cipolla e non disdegna festeggiare i lieti eventi della propria vita con fiumi di tequila. Se potesse, farebbe volentieri a meno del cellulare. Semplice, gentile con gli amici e chiuso con gli estranei, Ernesto è uno come noi, ma con un conto in banca diverso dal nostro.
Conteso da tutti
Insomma, Ernesto è lo svizzero “de Roma” che ha sbancato nel paese elvetico, senza dimenticare le sue origini. In Italia, oggi possiede gli stabilimenti farmaceutici di Ardea, Ivrea e Modugno (vicino a Bari), ma anche un’azienda vinicola con lo zio materno Claudio Tipa.
Si tratta del castello di Colle Massari, circondato da 300 ettari di terra votata al Sangiovese, nella zona della doc di Montecucco, a Cinigiano, nei pressi di Montalcino.
Il vino, infatti, è un’altra “passione di famiglia” afferma il Signor Tipa. I giornali se lo contendono. L’Italia e la Svizzera lo strattonano.
Di chi è questo miliardario, allora? Ernesto Bertarelli, in realtà, si riassume in poche parole: sud, nord, mare, montagna, Italia e Svizzera.
swissinfo, Paolo Bertossa, Roma
Ernesto Bertarelli è nato nel 1965 a Roma.
Nel 1996 ha preso la direzione dell’azienda Serono, sostituendo suo padre.
Il suo patrimonio personale è stimato a 4 – 5 miliardi di dollari.
Per paura dei rapimenti, Fabio Bertarelli ha inviato i suoi figli a studiare in Svizzera.
Ernesto Bertarelli ha così trascorso la maggior parte della sua vita a Ginevra e ha imparato a navigare sul Lago Lemano.
Il patron della Serono e di Alinghi ha acquisito in seguito la nazionalità svizzera, anche se nello spirito si considera ancora oggi italiano.
Negli anni ’80, la famiglia Bertarelli ha trasferito la sede della Serono in Svizzera, pur mantenendo diversi stabilimenti di produzione in Italia.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.