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Europei: la Svizzera torna a casa a testa alta

Il 26esimo minuto: il numero 22 Vonlanthen va in rete Keystone

Un inizio promettente ed un finale deludente per l’ultimo incontro sui campi portoghesi. Con un netto 3-1 la Francia batte la nazionale svizzera.

Fra ammonizioni e polemiche, la squadra svizzera ha fatto il possibile, giocando anche bene, in un girone che le ha imposto avversari di spessore.

Fischio d’inizio allo stadio municipale di Coimbra. La Svizzera non ha nulla da perdere e ci crede. Lo sgambetto ai cugini francesi ci potrebbe anche stare.

Il gioco degli elevetici non è certo esaltante, ma nella prima parte della partita è proprio la Nazionale rossocrociata a presentarsi con una certa frequenza nei paraggi di Barthez. Non ci sono tuttavia nette occasioni da rete.

Il risultato si sblocca al ventesimo, quando Zinedine Zidane manda in rete, un po’ con la testa ed un po’ con la spalla, il corner battuto da Robert Pires.

Il terzo goal del francese in questo torneo rende ancor più difficile l’impresa degli elvetici, che per qualificarsi per i quarti devono ora andare a segno almeno due volte.

L’impresa comincia a prendere forma sei minuti dopo, quando il giovane Johan Vonlanthen, inserito al posto di Alex Frey, trafigge Barthez con un tiro incrociato, dopo un passaggio in area illuminante di Ricardo Cabanas.

Per Vonlanthen si tratta del primo goal nella Nazionale maggiore. L’attaccante proveniente dalla Under 21 è inoltre il più giovane marcatore della storia degli Europei.

Nel secondo tempo, gli svizzeri fanno circolare bene la palla, ma non riescono a spingersi in profondità.

La Francia sta a guardare per un po’, prima di chiudere definitivamente la partita con una doppietta del redivivo Thierry Henry al 75esimo e all’84esimo.

Fischio finale. La Francia è pronta per incontrare la Grecia nei quarti di finale, la Svizzera torna a casa.

Le puntate precedenti

Già prima dell’inizio dei campionati europei, era evidente che in Portogallo la Svizzera avrebbe avuto vita molto dura.

Condividere il girone iniziale con la Francia (campioni in carica) e l’Inghilterra (temibile per tradizione) non era sicuramente una situazione di partenza confortevole. Senza dimenticare la Croazia, squadra giovane dal gioco tecnico e veloce.

Il punto guadagnato a Leira contro la Croazia, dopo aver giocato un tempo in dieci uomini, e la parallela sconfitta dell’Inghilterra nella roccambolesca partita contro la Francia, avevano fatto ben sperare.

La sconfitta, forse un po’ severa, per 3 a 0 contro l’Inghilterra ed il pareggio tra Francia e Croazia, hanno rimesso tuttavia ordine nel girone, con la squadra elvetica ad occupare il quarto posto.

Lunedì sera, gli undici rossocrociati sono scesi in campo con una sola possibilità: vincere contro la Francia. Traguardo mancato, gioco finito.

L’ombra delle scorrettezze

Per la squadra svizzera è già l’ora dei bilanci.

Non sono certo mancate le azioni coraggiose (come nel primo tempo contro l’Inghilterra o la Francia), ma l’impressione è che i rossocrociati non siano riusciti a mostrare il meglio di sé.

Forse per timore dei grandi nomi degli avversari che scendevano in campo o magari per una mancanza di fiducia nei propri mezzi. La nazionale elvetica poteva fare qualcosa di più o, almeno, poteva provarci.

Poi c’è stata la piaga delle ammonizioni. Dare la colpa ad un arbitro troppo fiscale non basta. Troppo facile. Lo sbaglio lo fa spesso il giocatore, che non sa valutare l’intervento sull’avversario. Un errore imperdonabile, soprattutto quando si è già gravati di un cartellino giallo.

Come contro la Croazia, quando il doppio ammonimento di Vogel ha obbligato la squadra ad un gioco in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo. Stessa storia nella partita contro l’Inghilterra, con l’espulsione del difensore Bernt Haas.

Infine si è aggiunta la storia dello “sputo nascosto” di Alex Frey.

La sentenza, comunicata poche ore prima dell’ultima partita, è stata severa: il capocannoniere è sospeso ad interim. Di che occupare i cronisti sportivi anche dopo la fine di questi europei, considerando inoltre che le immagini galeotte sono state mostrate dalla televisione svizzera.

«Oggi calciatori e responsabili del team dimostrano evidentemente poca voglia di parlare con i giornalisti dell’emittente nazionale», costata la corrispondente di swissinfo sul posto.

Si ritorna a casa

Malgrado l’eliminazione, l’allenatore Köbi Kuhn si dice soddisfatto dei suoi uomini: «Abbiamo venduto cara la pelle. Lasciamo dietro di noi tre buone partite in cui la squadra ha dimostrato spirito, anche se i risultati non sono arrivati come si sperava».

Il grande spettacolo continua senza la squadra con la croce bianca. Mercoledì il volo charter riporterà tutti a casa. Per gli elvetici si ricomincia tra quattro anni. Come co-organizzatrice, la Svizzera ha un posto fisso alla prossima edizione dei Campionati europei.

swissinfo

Sul campo:
Svizzera (4-3-1-2): Stiel J.; Henchoz S.; Muller P.; Yakin M.; Spycher C.; Cabanas R.; Vogel J.; Wicky R.; Yakin H.; Gygax D.; Vonlanthen J.
Francia (4-3-1-2): Barthez F.; Sagnol W.; Thuram L.; Silvestre M.; Lizarazu B.; Vieira P.; Makelele C.; Pires R.; Zidane Z.; Trezeguet D.; Henry T.

Dalle tribune: i francesi inneggiano ad un «Allez les bleus» («forza blu»), mentre gli svizzeri interpretano lo stesso «Allez les bleus» come un «andatevene blu».

Purtroppo per la Svizzera non c’è stato il «miracolo di Coimbra» chiesto da uno striscione e nemmeno il regalo invocato da una decina di Babbi Natale di rosso vestiti.

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