Prospettive svizzere in 10 lingue

Evacuati da Beirut 250 svizzeri

L'evacuazione degli stranieri dal Libano continua tra mille difficoltà. Mercoledì 250 svizzeri hanno potuto lasciare il Paese dei Cedri Keystone

Sette giorni dopo l'inizio dei bombardamenti israeliani, 250 svizzeri sono stati evacuati dal Libano mercoledì, prevalentemente via mare e verso Cipro.

Altri 150 si preparano a partire, mentre per i 50 svizzeri nel sud del Libano le preoccupazioni del Dipartimento federale degli esteri restano elevate.

Nella giornata più sanguinosa dall’inizio dell’offensiva israeliana in Libano, almeno 60 civili sono stati uccisi. Il primo ministro libanese Fuad Siniora ha aggiunto che in sette giorni le vittime fra la popolazione civile sono 300. Il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR) ha parlato di almeno 310 morti.

Mentre il conflitto continua a seminare morte e distruzione, circa 250 cittadini svizzeri mercoledì hanno potuto lasciare il Libano.

La notizia è stata confermata in serata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La maggior parte ha abbandonato Beirut via mare, mentre una decina ha raggiunto via terra Damasco, in Siria.

Anche l’esercito pronto ad aiutare

Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) sta esaminando la possibilità di impegnare l’esercito nelle operazioni di rimpatrio. Questa volontà di collaborazione è stata del resto confermata, seppure indirettamente, dalla ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey.

Giovedì, nel corso di una conferenza stampa a Berna, verranno spiegati i dettagli di un’eventuale impiego dell’esercito nelle operazioni di evacuazione.

Intanto la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha nuovamente ricordato che la Svizzera sta facendo di tutto per aiutare i propri compatrioti e gli altri a mettersi al sicuro. Un’operazione, come noto, irta di difficoltà.

Interpellata dal telegiornale, la consigliera federale ha giudicato la situazione “drammatica” sul piano umanitario e “difficile” su quello politico. Calmy-Rey ha aggiunto di aver promesso al primo ministro libanese che la Svizzera farà tutto il possibile per apportare aiuto umanitario.

Le operazioni di rimpatrio

Per quanto riguarda l’evacuazione dal Paese dei Cedri, tredici persone si sono unite a un convoglio austriaco, che ha raggiunto la capitale siriana alle 17 ora locale. Una nota del DFAE precisa inoltre che quarantuno hanno lasciato il porto di Beirut a bordo della nave militare francese “Jean de Vienne”, salpata alle 15 ora locale.

Altri trenta svizzeri sono partiti con il traghetto “Iera Petra”, noleggiato da Parigi e partito mercoledì sera. Altri 170 concittadini hanno invece abbandonato la capitale libanese a bordo della nave militare greca “Ikaria”, pure salpata mercoledì sera.

Il DFAE sta cercando di trovare posto per loro su navi prese a nolo da altri paesi. Un’imbarcazione è stata prenotata per la giornata di venerdì. Ha anche rafforzato gli sforzi a favore della cinquantina di svizzeri che si trova nel sud del paese. Per motivi di sicurezza non vengono per ora fornite informazioni a riguardo.

Le organizzazioni umanitarie si mobilitano

Il CICR ha chiesto dieci milioni di franchi ai paesi donatori per aiutare il Libano. Si tratta di un aiuto d’emergenza in favore delle persone sfollate all’interno del paese e dell’intervento della Croce rossa libanese.

Di fronte al numero dei civili morti e feriti, il CICR si è detto preoccupato per le violazioni del diritto umanitario internazionale commesse dalle parti in conflitto.

Di fronte ad una situazione umanitaria che si aggrava di ora in ora, anche le organizzazioni non governative (ONG) svizzere si stanno mobilitando.

La Croce Rossa Svizzera (CRS), l’Aiuto delle chiese evangeliche della Svizzera (ACES) e Caritas Svizzera metteranno a disposizione in totale 450 mila franchi per gli aiuti urgenti alle vittime del conflitto in Medio Oriente. La somma servirà all’invio di medicinali, materiale sanitario e cibo in Libano e nella striscia di Gaza.

E mentre si stanno organizzando gli aiuti, mercoledì a Ginevra si ü tenuta una manifestazione. Tra le 300 e le 500 persone hanno protestato nel tardo pomeriggio sul ponte del Mont-Blanc contro l’offensiva israeliana in Libano. I partecipanti, per la maggioranza membri della comunità libanese, hanno manifestato nella calma.

swissinfo e agenzie

Israele ha dato avvio al suo attacco al Libano dopo che il movimento sciita libanese Hezbollah aveva rapito due soldati israeliani.

Dall’inizio dei bombardamenti israeliani, che hanno provocato la morte di oltre 300 persone secondo il CICR, l’esodo dal Paese dei Cedri prosegue.

Siccome la principale strada verso la Siria e l’aeroporto di Beirut sono stati chiusi, la maggiore delle persone lasciano il paese per mare.

838 cittadini elvetici vivono in Libano.
713 hanno la doppia cittadinanza.
Dall’inizio dell’evacuazione circa 400 svizzeri hanno potuto lasciare il paese arabo.
Chi è senza notizia dei propri parenti svizzeri in Libano può rivolgersi alla hotline: +41 31 325 33 33 (dalle 8 alle 21, compresi sabato e domenica).

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR