Federer da solo sulle stelle
A Wimbledon il tennista svizzero ha sconfitto in finale l'americano Andy Roddick per 5-7, 7-6 (8/6), 7-6 (7/5), 3-6, 16-14. Per Federer, che lunedì ritroverà il posto di numero uno nella classifica ATP, si tratta del 15esimo successo in un torneo del Grande Slam, un record assoluto.
Ormai mancano gli aggettivi per descrivere Roger Federer. Considerato da alcuni sulla via del tramonto fino a pochi mesi fa, il basilese ha messo a tacere nello spazio di poche settimane tutte le Cassandre, conquistando l’unico torneo maggiore che ancora gli mancava (Roland Garros) e soprattutto eguagliando e superando il record di tornei del Grande Slam vinti, detenuto da Pete Sampras, presente in tribuna. E per coronare il tutto, lunedì Federer scalzerà dalla vetta della classifica ATP Rafael Nadal, vetta che aveva dovuto abbandonare nell’agosto del 2008 dopo un dominio ininterrotto di 237 settimane.
Dopo la finale persa sull’erba londinese lo scorso anno contro Rafael Nadal, Federer aveva sete di rivincita. Nulla è però stato facile per lo svizzero, che ha dovuto attendere il 30° gioco del quinto set per riuscire ad effettuare il primo break dell’incontro e tornare così a sollevare per la sesta volta l’ambita coppa.
“Vincere 15 tornei del Grande Slam rappresenta uno dei più grandi record, ma ciò non significa che smetterò di giocare. Spero di poter continuare ancora molti anni”, ha dichiarato Federer, dopo aver reso omaggio al suo valoroso avversario.
“Mi dispiace Pete, ho cercato di fare tutto il possibile”, ha detto l’americano al termine dell’incontro rivolgendosi a Sampras. L’ex detentore del record dei titoli nei tornei del Grande Slam ha dal canto suo reso omaggio a “un giocatore formidabile, che sa rimanere umile e che se continuerà a rimanere in forma potrà vincere ancora tre-quattro titoli”.
Un redivivo Roddick
Anche se le statistiche parlavano in suo sfavore (finora Roddick aveva perso 18 dei 20 incontri disputati contro Federer, tra cui tre finali di un torneo del Grande Slam, a Wimbledon nel 2004 e nel 2005 e agli US Open nel 2006), il redivivo Andy Roddick aveva annunciato battaglia alla vigilia dell’incontro. “Farò di tutto per ostacolare i piani di Roger”, aveva dichiarato il ‘giustiziere’ dell’idolo di casa Andy Murray. E Roddick ha mantenuto la promessa.
Giostrando su livelli che non era più riuscito a raggiungere da tempo, Roddick ha dato enormemente filo da torcere a Federer, che ha fatto terribilmente fatica a ‘leggere’ il servizio del suo avversario.
Nel primo set l’elvetico ha avuto la possibilità di strappare il servizio all’americano solo sul 5-5, ma Roddick è riuscito a salvare tutte e quattro le palle break che l’elvetico si era costruito. Nel gioco successivo, l’americano dal canto suo non ha fallito, trasformando la prima palla break a suo favore.
Miracolo nel secondo set
Vista la solidità del gioco di servizio di entrambi (ben 50 aces per Federer), nel secondo set per dividere i due contendenti ci è voluto il tie-break. E Federer per l’occasione ha deliziato il pubblico di Wimbledon e i numerosi ex campioni venuti ad assistere all’incontro (Borg, Nastase e Laver, tra gli altri) compiendo un vero e proprio miracolo. Sotto per 6-2, il basilese è riuscito a cancellare ben quattro palle di set e ad imporsi per 8-6.
Il terzo set è stato l’esatta fotocopia del secondo, ma questa volta Federer non ha dovuto sudare sette camicie per aggiudicarsi il tie-break . Quando ormai pochi avrebbero scommesso qualcosa sulle possibilità dell’americano di ribaltare l’incontro, Roddick ha però confermato di essersi sbarazzato dei dubbi che lo hanno assillato per gran parte della carriera. Nel quarto set, lo statunitense ha quasi subito fatto il break e Federer non è più riuscito a raggiungerlo.
Nel quinto e decisivo set, a Federer sono probabilmente tornate in mente le immagini dello scorso anno, quando Nadal riuscì ad effettuare il break sul 7-7. Questa volta però il basilese non ha tremato: sul 15 a 14 in suo favore, Federer è riuscito ad approfittare di un paio d’errori di Roddick e a trasformare il primo match-ball. Un punto che lo proietta definitivamente nel firmamento del tennis.
Daniele Mariani, swissinfo.ch
Data di nascita: 8 agosto 1981 a Basilea
Altezza: 1,85 m
Peso: 80 kg
Professionista dal 1998
Palmarès: 60 titoli (3 nel 2009, a Madrid, al Roland Garros e a Wimbledon)
Tornei del Grande Slam vinti: 3 Australian Open (2004,2006 e 2007), 1 French Open (2009), 6 Wimbledon (2003, 2004, 2005, 2006, 2007 e 2009), 5 US Open (2004, 2005, 2006, 2007 e 2008).
Masters: 4 vittorie (2003, 2004, 2006 e 2007)
Medaglia d’oro in doppio ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008 (con Stanislas Wawrinka).
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