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Frontiere aperte a novembre del 2008

A novembre del 2008, le guardie di frontiera non eseguiranno più controlli sistematici Ex-press

La Svizzera vuole entrare a far parte dello spazio di Schengen/Dublino il primo novembre del 2008. L'accordo dovrebbe sancire la fine dei controlli regolari alle frontiere.

A Bruxelles, il ministro svizzero di giustizia e polizia ha difeso anche gli interessi del Liechtenstein. Christoph Blocher vorrebbe che si consentisse al Principato di aderire a Schengen/Dublino insieme alla Svizzera.

Otto Stati dell’Europa orientale e Malta stanno preparando alacremente la loro entrata nello spazio di Schengen/Dublino, che dovrebbe avvenire alla fine dell’anno. Gli abitanti di paesi come la Polonia e la Repubblica ceca attendono da tempo con impazienza l’abolizione dei controlli alle frontiere interne dell’Unione europea.

Ora è quasi fatta: il commissario europeo Franco Frattini ha dichiarato che forse si rinuncerà ai controlli già prima di Natale, per facilitare gli spostamenti legati alle festività di fine anno.

La Svizzera prende la faccenda con più calma. I cittadini elvetici hanno approvato l’adesione all’accordo di Schengen/Dublino nel 2005. L’entrata vera e propria nello spazio di Schengen è prevista per il primo novembre del 2008.

Lo ha annunciato martedì a Bruxelles il consigliere federale Christoph Blocher. Il ministro svizzero di giustizia e polizia si trovava nella capitale belga per una riunione del comitato misto su Schengen.

Per rispettare la tabella di marcia resa nota martedì, è necessario che il processo di ratifica della Svizzera sia concluso entro l’inizio dell’anno prossimo, ha spiegato Blocher. Tre paesi – Belgio, Grecia e Repubblica Ceca – non hanno ancora dato il loro via libera. Ma per il ministro elvetico si tratta di «formalità».

Con il Liechtenstein per evitare assurdità

Nella seduta ministeriale è stato discusso anche il rallentamento del processo d’associazione del Liechtenstein. Il Principato vorrebbe andare di pari passo con la Svizzera. Ma diversi Stati membri dell’Unione europea (UE) hanno legato l’entrata nello spazio di Schengen alla sottoscrizione di un accordo sulla lotta alla frode e, a differenza di Berna, Vaduz non ha ancora concluso un concordato del genere con l’UE.

In base alle dichiarazioni dell’ambasciatore del Liechtenstein a Bruxelles, le trattative a livello tecnico sono iniziate in estate. Il commissario europeo alla giustizia Franco Frattini ha espresso la speranza che l’accordo possa essere concluso ancora quest’autunno.

«Diamo grande importanza al fatto che la Svizzera e il Liechtenstein aderiscano allo stesso tempo», ha dichiarato dal canto suo Blocher. Anche Germania e Austria si sono espresse in questo senso. Nel caso in cui ciò non fosse possibile il consigliere federale auspica «una soluzione transitoria».

Attualmente, infatti, tra la Svizzera e il Liechtenstein le frontiere sono già aperte e andrebbero richiuse se tra la Confederazione e il Principato venisse a trovarsi una frontiera esterna dello spazio di Schengen.

Christoph Blocher ritiene che una misura del genere sarebbe assurda e difficilmente applicabile. A dargli man forte è intervenuto il ministro tedesco degli interni, Wolfgang Schäuble, che ha dichiarato: «Sarebbe molto difficile spiegare i controlli alle frontiere del Liechtenstein, un minuscolo lembo di terra al centro dell’Europa».

swissinfo e agenzie

L’accordo di Schengen regola la cooperazione transfrontaliera degli organi di giustizia e polizia, soprattutto per quanto riguarda la lotta al crimine organizzato.

Prevede un’armonizzazione della politica dei visti. Inoltre, abolisce i controlli sistematici alle frontiere interne dell’Unione europea.

Il popolo svizzero ha dato la sua approvazione all’entrata della Svizzera nello spazio di Schengen/Dublino il 5 giugno 2005.

L’accordo di Dublino è incentrato sulla politica d’asilo. Dovrebbe rappresentare uno strumento efficiente per la coordinazione a livello europeo ed evitare gli abusi.

L’accordo prevedo che i richiedenti l’asilo possano depositare una sola domanda all’interno dello spazio Dublino. Se per esempio, la domanda è respinta dall’Italia, il richiedente non potrà depositarne un’altra in Germania.

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