Giro di vite contro i pirati della strada
Multe, carcere e confisca dell'automobile. I cantoni cercano soluzioni per punire più severamente i pirati della strada.
Una sentenza nel canton Zurigo promette di creare un precedente.
“Pirati della strada”: il tema da alcune settimane è ampiamente dibattuto nella stampa svizzera e in particolare svizzero-tedesca.
Molti osservatori ritengono anzi che il tema abbia influito sui risultati della votazione del 26 settembre sulla naturalizzazione degli stranieri di seconda e terza generazione.
Alcuni dei casi più eclatanti di infrazione del codice stradale riguardavano infatti conducenti stranieri, in particolare di origine balcanica.
Uno di essi si era persino vantato dei suoi eccessi di velocità in una popolare trasmissione della Televisione svizzera di lingua tedesca. Con il risultato di vedersi ritirare la patente e di rischiare fino a 40’000 franchi di multa e tre anni di carcere.
Casi eclatanti
Al di là della discussione sulla nazionalità dei pirati della strada, i casi di infrazione del codice stradale emersi nelle ultime settimane sono veramente eclatanti.
Si va dalle gare clandestine organizzate nella zona portuale di Basilea al 27enne (privo di patente dal 1997) fermato dalla polizia zurighese sull’autostrada A1 mentre viaggiava a 234 km/h, al 17enne arrestato a Losanna dopo un inseguimento sulle strade cittadine.
Il problema dei pirati della strada – oggetto tra l’altro di una campagna di affissioni del Touring club svizzero – ha suscitato anche la reazione del ministro dei trasporti Moritz Leuenberger.
In un’intervista al settimanale SonntagsZeitung, Leuenberger si è espresso a favore di misure più repressive nei confronti dei conducenti che violano sistematicamente i limiti di velocità.
Oltre alla confisca delle autovetture, considerate alla stregua di “armi del delitto”, Leuenberger ha evocato anche la possibilità della detenzione preventiva.
Giudizi severi
La magistratura non ha del resto atteso i consigli del ministro dei trasporti. A Zurigo vi sono già stati alcuni casi di detenzione preventiva contro pirati della strada recidivi.
Quanto alla confisca delle automobili, la magistratura basilese ha già deciso in due casi di vendere la vettura dei condannati. I soldi incassati, oltre a servire a pagare le spese processuali, sono finiti nelle casse pubbliche.
La polizia lucernese ha dal canto suo suggerito alla giustizia cantonale di esaminare la possibilità di distruggere le vetture confiscate.
Ora la giustizia zurighese ha statuito un altro esempio, ordinando la confisca – come “arma del delitto” – di un’automobile che non apparteneva al responsabile della violazione del codice stradale, ma a suo suocero.
Il tribunale distrettuale di Zurigo ha inoltre condannato il conducente 23enne a 18 mesi di reclusione con la condizionale. Il giovane era stato intercettato dalla polizia nel 2002 mentre percorreva l’A1 nei pressi di Zurigo a 193 km/h invece degli 80 permessi.
L’uomo, inseguito dagli agenti, aveva proseguito la corsa ancora per 10 chilometri alla velocità media di 180 km/h. Quando finalmente i poliziotti erano riusciti a fermarlo avevano constatato che al ragazzo era già stata ritirata la patente ed era indagato per altre infrazioni al codice stradale.
Secondo il ministero pubblico zurighese Jürg Boll, specialista del legislazione sul traffico stradale, la confisca della vettura e la sua vendita hanno un carattere fortemente dissuasivo e dovrebbero imporsi anche a livello di Tribunale federale.
swissinfo e agenzie
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