I senatori duri sull’asilo
Il Consiglio degli Stati ha approvato giovedì la revisione voluta da Christoph Blocher, che introduce regole più severe del diritto sull’asilo.
Stralciata l’ammissione umanitaria, vincolata al possesso di documenti d’identità del richiedente l’entrata in materia: l’oggetto torna ora al Consiglio Nazionale.
Con 27 voti contro 11 il Consiglio degli Stati ha seguito la strada dell’intransigenza in materia d’asilo voluta dal ministro di giustizia e polizia, Christoph Blocher, dell’ala dura della destra.
Le sue proposte erano molto contestate, ma sono passate. In particolare l’esclusione dalla procedura d’asilo dei richiedenti privi di documenti, l’esclusione dall’assistenza sociale di tutte le persone la cui domanda d’asilo è stata respinta e la soppressione della clausola umanitaria.
Quest’ultima clausola, introdotta dal Consiglio nazionale, prevedeva la sospensione del rimpatrio, o un’ammissione provvisoria, per causa di guerra o per motivi di salute.
Contro gli abusi o contro il diritto umanitario?
L’obiettivo dichiarato di questa restrizione attuale del diritto d’asilo è di combattere gli abusi ma, contestano gli ambienti dell’aiuto ai profughi e le chiese cattolica e riformata, questo inasprimento è contrario alla tradizione umanitaria della Svizzera.
Spesso chi è fuggito dal suo paese non è in possesso di documenti e rifiutare l’aiuto d’urgenza è contrario ai diritti fondamentali dell’uomo, garantiti tra l’altro dalla Convenzione di Ginevra.
Vano inoltre è stato il tentativo di alcuni senatori di richiamare l’attenzione dei colleghi sul rischio che indurendo ulteriormente le norme siano escluse dall’asilo persone vittime di persecuzioni. La maggioranza ha giudicato che le eccezioni previste dalla legge bastano per evitare tale pericolo.
Le autorità dovrebbero entrare in materia se vi sono validi motivi che giustificano l’assenza di documenti. Il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher ha assicurato che in caso di dubbio, questo andrebbe a beneficio del richiedente.
Nessun aiuto sociale
Senza più un’assistenza sociale, i richiedenti privati di mezzi di sostentamento potrebbero ottenere un aiuto urgente per assicurare loro il minimo vitale. La Confederazione verserebbe ai cantoni un importo forfettario di 5000 franchi per persona.
Una minoranza di senatori ha evidenziato il rischio che in tal modo aumentino la criminalità e la clandestinità. Ma la maggioranza, sostenuta ha respinto questa interpretazione.
Il ministro di giustizia ha replicato che proprio l’aiuto sociale è un incentivo a non andarsene dalla Svizzera per molti stranieri che non avrebbero il diritto di restare.
Il consigliere federale UDC ha aggiunto che l’abolizione dell’aiuto sociale per i casi di non entrata in materia ha esercitato un effetto dissuasivo.
«È troppo presto per fare un bilancio dell’esperienza», ha argomentato la socialista Cristiane Brunner, ma la maggioranza ha giudicato diversamente.
swissinfo e agenzie
Le domande d’asilo nel 2004 sono state 14’248, il 32,3% in meno rispetto al 2003.
A fine dicembre, la procedura d’asilo concerneva 55’103 persone.
Nel 2004, l’asilo è stato concesso a 1’555 persone (1’636 nel 2003)
Le decisioni negative sono state 10’080.
Fra le misure più contestate approvate:
l’esclusione dalla procedura d’asilo dei richiedenti privi di documenti.
L’esclusione dall’assistenza sociale di tutte le persone la cui domanda d’asilo è stata respinta.
L’esclusione dall’aiuto d’urgenza di chi non collabora con le autorità.
L’inasprimento delle norme per l’ammissione provvisoria per motivi umanitari.
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