Ievgheni Adamov vince una prima battaglia
Il Tribunale penale federale ha deciso di scarcerare l'ex responsabile russo dell'energia atomica Ievgheni Adamov, arrestato il 2 maggio a Berna.
Ricercato sia dalle autorità americane che da quelle russe, l’ex ministro resta però in prigione in seguito ad un ricorso pendente dell’Ufficio federale di giustizia.
Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha accolto il ricorso presentato da Ievgheni Adamov contro il suo arresto e la minaccia di estradizione.
L’ex ministro russo dell’energia nucleare era stato arrestato lo scorso 2 maggio, su richiesta degli Stati uniti, mentre rendeva visita in Svizzera a sua figlia.
La giustizia americana accusa Adamov di aver stornato con un complice, tra il 1993 e il 2001, oltre nove milioni di dollari che gli Stati uniti avevano messo a disposizione della Russia per migliorare la sicurezza degli impianti nucleari all’epoca di Boris Eltsin.
I soldi sarebbero stati trasferiti sui conti di diverse società americane controllate da Adamov.
Intervento dell’UFG
Nella sua decisione di giovedì, il TPF sostiene che l’arresto di Adamov viola la «garanzia internazionale del salvacondotto» – che riguarda i testimoni dei procedimenti penali.
I giudici di Bellinzona hanno quindi chiesto la scarcerazione dell’ex-ministro russo. La sentenza concede anche un risarcimento per i giorni di detenzione ad Adamov, che non potrà però tornare subito a piede libero.
L’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha infatti chiesto in via «superprovvisionale», ossia cautelativa, di mantenere l’ex ministro dietro le sbarre, chiedendo l’effetto sospensivo.
L’UFG vuole impugnare la decisione, presentando un ricorso al Tribunale federale (TF) di Losanna, seconda e ultima istanza.
Secondo mandato di cattura
Interpellato dall’ats, l’avvocato dell’ex-ministro Stefan Wehrenberg parla di una vittoria parziale, vista la possibilità che venga concesso l’effetto sospensivo.
Da notare che dal 7 giugno Adamov è stato colpito anche da un secondo mandato di cattura spiccato dall’UFG a seguito di una domanda di estradizione presentata dalle autorità russe.
La difesa sta valutando la possibilità di presentare un ricorso al TPF anche contro questa decisione.
Già accusato di corruzione
Responsabile dell’energia atomica in Russia dal 1998 al 2001, Adamov è in particolare conosciuto per aver supervisionato il risanamento di Chernobyl, dopo la catastrofe del 1986.
Nel 2001 era stato sollevato dalla sua carica dal presidente Vladimir Putin, che lo aveva accusato di corruzione. Adamov era però uscito indenne dalle indagini.
Le autorità americane hanno tempo fino al 30 giugno per depositare una richiesta formale di estradizione.
Negli Stati Uniti assieme ad Adamov è finito sotto inchiesta pure Mark Kaushansky, un ingegnere nucleare americano di origine russa.
La figlia di Adamov, Irina Adamova, è a sua volta indagata per riciclaggio di denaro. Il suo legale ha però escluso ogni legame con le accuse nei confronti del padre.
swissinfo e agenzie
Ievgheni Adamov era stato nominato responsabile dell’energia atomica in Russia nel 1998.
Nel 2001 era stato sollevato dal suo incarico dal presidente Vladimir Putin, dopo che un’inchiesta parlamentare era stata aperta nei suoi confronti, sotto l’accusa di corruzione.
L’ex ministro è stato arrestato a Berna il 2 maggio scorso, in seguito ad una richiesta depositata dagli Stati Uniti.
Adamov è accusato dalla giustizia americana di avere stornato a suo favore 9 milioni di dollari, destinati ad aumentare la sicurezza delle centrali nucleari russe, e di avere trasferito il denaro ad alcune aziende americane da lui controllate.
Su Adamov pende anche una richiesta d’estradizione russa, depositata formalmente il 17 maggio presso le autorità elvetiche. La Russia lo cerca per frode.
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