Il CICR alla ricerca dei dispersi in Iraq
In ogni guerra ci sono dei dispersi, persone che perdono il contatto con i loro parenti. Il CICR aiuta coloro che cercano i propri familiari.
Un apposito servizio, a Ginevra, amministra pure i dati dei prigionieri di guerra delle truppe della coalizione.
Il servizio di ricerca, specialmente attrezzato per il conflitto in Iraq, è stato aperto alla fine di marzo. E da allora sono già state registrate migliaia di segnalazioni di prigionieri di guerra iracheni e di messaggi di civili, che vogliono far sapere ai loro cari di essere ancora in vita.
Questi messaggi indicano chiaramente quale sia lo stato psichico ed emozionale delle vittime della guerra e dei loro familiari e amici, ha spiegato a swissinfo il capo del servizio, Pierre Barras.
«Si tratta di messaggi molto importanti per le famiglie, perché non basta avere l’elettricità e da mangiare e bere: bisogna anche pensare al benessere psichico delle singole persone.»
Persone o famiglie che possono tirare il fiato, quando ricevono messaggi di questo tipo.
Tagliati fuori dall’informazione
In seguito ai bombardamenti, alla messa fuori esercizio della rete telefonica e dei trasporti, e ai continui disordini e saccheggi, milioni di iracheni non hanno più accesso ad alcun mezzo di comunicazione. E non possono mettersi in contatto con nessuno, né nel paese né all’estero.
Considerata la situazione, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha creato il centro di «Contatti familiari», che dispone di un proprio sito web.
In questa unità di crisi lavorano oltre 50 collaboratori, tra i quali alcuni esperti di ricerche, specialisti di banche dati e traduttori per l’inglese e l’arabo.
Informazioni sui prigionieri di guerra
Il gruppo di Pierre Barras deve classificare centinaia di cosiddette «schede di prigionieri», con dati personali sui prigionieri di guerra iracheni . Tali schede vengono poi consegnate ai delegati del CICR che si recano a visitare i prigionieri.
Secondo le prescrizioni della COnvenzione di Ginevra, il CICR ha il diritto di visitare i prigionieri, di registrarli e di verificare il trattamento cui sono sottoposti.
«Le schede sono solitamente molto dettagliate, anche perché più dati ci sono e più i detenuti hanno l’impressione di essere al sicuro e di non poter essere fatti semplicemente scomparire», afferma Barras.
Le informazioni contenute nelle schede sono lette e verificate anche da rappresentanti della coalizione, che vogliono accertarsi che nessun prigioniero di guerra leale al regime di Saddam Hussein possa mandare messaggi all’esterno.
Molti messaggi dalla popolazione
L’organizzazione umanitaria si preoccupa però anche della popolazione civile. Centinaia di persone si sono presentate nelle scorse settimane in uno degli uffici del CICR in Iraq, per poter mandare un messaggio ai loro cari.
Queste informazioni vengono trasmesse via fax a Ginevra, dove sono registrate nella banca dati del CICR. E in seguito, i collaboratori arabi del servizio di ricerca tentano di prendere contatto con i familiari dei mittenti.
«Quando ci riusciamo, la gioia dei parenti è immensa», afferma Nadine Omar, una delle traduttrici del CICR.
Impegno su scala mondiale
Accanto al CICR, anche le Società della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa sono attive nella trasmissione di messaggi in Iraq e nel resto del mondo.
Finora è stato soltanto possibile trasmettere messaggi dall’Iraq verso l’esterno. Ma Pierre Barras spera che presto si potranno far giungere in Iraq messaggi di iracheni esiliati.
Per facilitare la ricerca di parenti e amici e incrementare lo scambio di informazioni, è stato inoltre creato un sito internet in inglese e in arabo, attraverso il quale si sono già fatte registrare oltre 5000 persone.
Attualmente, il CICR riceve in media 400 richieste al giorno di persone che hanno perso il contatto con loro familiari.
swissinfo, Anna Nelson, Ginevra
(traduzione: Fabio Mariani)
Il CICR ha creato un servizio di ricerca, per aiutare gli iracheni a prendere contatto con i loro familiari dispersi.
Il servizio occupa una cinquantina di collaboratori tra esperti di ricerche, specialisti di banche dati e traduttori per l’inglese e l’arabo.
Il centro allestisce le schede personali dei prigionieri di guerra e smista i messaggi inviati dai familiari.
Per l’occasione, è pure stato allestito un apposito sito internet, in inglese e arabo.
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