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Il Consiglio per i diritti umani critica Israele

Un carro armato israeliano in azione in un villaggio nella striscia di Gaza Keystone

In una risoluzione votata giovedì a Ginevra il Consiglio dell'Onu per i diritti umani denuncia le operazioni militari israeliane nella striscia di Gaza.

Alcuni paesi, tra i quali la Svizzera che si è astenuta, hanno giudicato il testo troppo parziale, perché non fa cenno del rapimento del soldato israeliano.

Riunito per la prima volta in sessione urgente, il neo-Consiglio dell’Onu per i diritti umani ha approvato giovedì a Ginevra una risoluzione che chiede l’invio di una “missione per la verifica dei fatti” nei Territori palestinesi occupati.

Il documento, promosso dai Paesi della Conferenza islamica, è stato approvato dai 47 Paesi membri del Consiglio con 29 voti a favore, 11 contrari e 5 astensioni (2 assenti).

La risoluzione chiede inoltre ad Israele di porre fine alle operazioni militari nella striscia di Gaza ed il rilascio dei membri dell’esecutivo e legislativo palestinese.

La Svizzera astenuta

Il giorno prima della votazione del testo da parte del Consiglio per i diritti umani, Blaise Godet, ambasciatore svizzero presso l’Onu a Ginevra, aveva giudicato sproporzionate le operazioni militari israeliane. Ma aveva anche insistito sul fatto che “le regole umanitarie vanno rispettate da tutte le parti in causa”.

In altre parole la Svizzera condanna anche “fermamente” il lancio di razzi sul territorio d’Israele, gli attentati suicidi e l’uccisione di un giovane colono israeliano in Cisgiordania.

Il testo votato non ha raccolto un consenso unanime. Pur essendo più equilibrato rispetto alla versione iniziale, non menziona il rapimento del soldato israeliano da parte di un gruppo armato palestinese ed il lancio di razzi contro Israele.

Da qui l’astensione di alcuni paesi, tra i quali la Svizzera. Francia, Germania e Gran Bretagna, hanno votato contro.

Il testo sottolinea la profonda preoccupazione riguardo alle violazioni dei diritti umani provocata dalle operazioni militari in corso e difende una “soluzione negoziata” del conflitto.

Prega inoltre “tutte le parti in causa di rispettare le regole del diritto umanitario internazionale e di astenersi dal commettere degli atti di violenza verso i civili”.

21 paesi su 47

La risoluzione è stata approvata dal gruppo dei Paesi arabi che hanno invocato la sempre più grave situazione e le “violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati causata dalle recenti operazioni militari di Israele contro i civili palestinesi”. In tutto 21 dei 47 Paesi membri del Consiglio hanno aderito alla richiesta.

Il Consiglio dei diritti umani, subentrato alla screditata Commissione, può riunirsi in sessione speciale per affrontare questioni urgenti su richiesta di almeno un terzo dei Paesi membri.

I 21 Paesi che hanno appoggiato la richiesta di sessione straordinaria sono: Algeria, Azerbaigian, Bahrein, Bangladesh, Cina, Cuba, Gabon, India, Indonesia, Giordania, Malaysia, Mali, Marocco, Pakistan, Russia, Arabia Saudita, Senegal, Sud Africa, Sri Lanka e Tunisia.

swissinfo e agenzie

Il Consiglio dei diritti umani ONU, su proposta della Svizzera, ha sostituito la screditata Commissione.

Si riunisce almeno tre volte l’anno a Ginevra, ma può essere convocato in situazioni d’emergenza.

Dipende direttamente dall’Assemblea generale dell’Onu.

I paesi membri sono 47, tra i quali la Svizzera, eletta il 9 maggio. Il suo mandato – che può essere ottenuto consecutivamente solo due volte – ha una durata di tre anni.

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