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Il federalismo ricalcolato

Con la nuova perequazione dovrebbero essere ridistribuiti 3,2 miliardi di franchi Keystone

Rilanciare il federalismo svizzero. Questo l'obiettivo ambizioso della «nuova perequazione finanziaria».

Ma la grande riforma in votazione il 28 novembre non piace alla sinistra, che teme lo smantellamento delle prestazioni sociali per gli invalidi.

Il federalismo elvetico si basa sulla ripartizione dei compiti fra le istituzioni centrali (la Confederazione) e i cantoni e su una parziale ridistribuzione delle risorse finanziarie tra i cantoni più ricchi e quelli più poveri.

Detta così, la questione appare semplice. Ma uno stato federale è un sistema dinamico, che muta nel tempo. Gli equilibri raggiunti in passato sono soggetti ad usura.

Le disfunzioni dell’attuale perequazione

Nel corso dei decenni, i compiti della Confederazione hanno continuato a crescere, restringendo sempre di più l’autonomia dei cantoni e aumentando il carico finanziario per il governo centrale.

D’altro canto, il sistema di suddivisione delle risorse fra i cantoni, che risale al 1959, è alle corde. Si tratta di un sistema estremamente complesso, con 36 fondi di perequazione, in cui solo pochi esperti sanno ancora orientarsi.

Oltretutto, l’attuale perequazione non riesce a compensare la differenza di ricchezza fra i cantoni – differenza che è anzi cresciuta – e crea delle distorsioni che vanno contro il principio dell’uso efficiente delle risorse.

Attualmente, circa il 75% dei sussidi è a destinazione vincolata. Vale a dire che i cantoni ricevono soprattutto contributi legati a progetti specifici.

Ora, questo finisce per indurre i cantoni a realizzare i progetti più costosi, piuttosto che quelli indispensabili, per massimizzare il flusso di denaro nell’economia cantonale. Il rischio di sprechi è grande.

Inoltre, poiché la concessione dei sussidi federali è condizionata alla partecipazione del cantone al finanziamento del progetto, i cantoni, pur di ottenere i soldi della Confederazione, finiscono per aumentare le proprie uscite.

Dieci anni di lavoro

L’iniziativa per un’ampia riforma della perequazione è partita dieci anni fa dagli stessi cantoni. Ora, dopo un lungo iter, il progetto deve affrontare il responso delle urne.

La «Nuova impostazione della perequazione finanziaria e della ripartizione dei compiti tra Confederazione e cantoni» – questo il nome completo del progetto, abbreviato in NPC – è un pacchetto molto complesso, che prevede tra l’altro la modifica di 27 articoli costituzionali.

La NPC comprende due ambiti ben distinti. Il primo riguarda la perequazione finanziaria vera e propria. Il secondo riguarda invece la suddivisione dei compiti tra Confederazione e cantoni.

La nuova perequazione finanziaria

Al posto degli attuali 36 fondi di perequazione, la NPC propone due strumenti principali per la ridistribuzione delle risorse fra i cantoni: la perequazione delle risorse e la perequazione degli oneri.

La perequazione delle risorse rappresenta il nocciolo finanziario dell’intera riforma, con un volume complessivo di circa 2,6 miliardi di franchi, suddivisi tra Confederazione e cantoni.

I cantoni più facoltosi sono chiamati a versare in un fondo di compensazione una cifra complessiva compresa tra il 66% e l’80% del contributo federale. Un po’ più di un miliardo di franchi, insomma. Il parlamento potrà tuttavia rivedere la portata complessiva del fondo ogni quattro anni.

I contributi ai cantoni finanziariamente più deboli cesseranno di essere vincolati a progetti specifici, ma potranno essere usati liberamente, per finanziare i compiti del cantone, per ridurre il debito o per diminuire le imposte.

La perequazione degli oneri è pensata invece per compensare quei cantoni che devono affrontare spese particolarmente gravose, dovute alla geografia (i cantoni di montagna) o alla struttura della società (i cantoni urbani).

I fondi per perequazione degli oneri – complessivamente circa 590 milioni di franchi – sono assunti dalla Confederazione.

La nuova ripartizione dei compiti tra Confederazione e cantoni

La seconda parte della riforma riguarda la suddivisione dei compiti tra Confederazione e cantoni. Attualmente, in molti ambiti, le competenze di Confederazione e cantoni si sovrappongono, a scapito della trasparenza.

La revisione prevede di attribuire una competenza esclusiva ai cantoni in 11 settori finora gestiti in comune. Tra di essi vi sono alcuni compiti sociali di grande importanza, quali l’istruzione scolastica speciale e le infrastrutture per gli invalidi.

Sette settori – tra cui la difesa nazionale e la gestione delle autostrade – diventerebbero di esclusiva competenza della Confederazione.

Alcuni settori rimarranno invece di competenza di entrambi: per esempio la protezione della natura, del paesaggio e delle acque, la gestione delle foreste, la caccia e la pesca e – particolarmente importante – il finanziamento delle misure relative al traffico negli agglomerati.

La NPC intende inoltre promuovere la collaborazione intercantonale, in settori quali la medicina di punta, le università, lo smaltimento dei rifiuti o la depurazione delle acque. Rispetto alla situazione attuale, la riforma consente di obbligare un cantone alla collaborazione.

Riserve a destra e a sinistra

Durante il dibattito parlamentare, l’opposizione più consistenze alla Nuova perequazione finanziaria è venuta da sinistra.

La pietra dello scandalo è rappresentata dalla «cantonalizzazione» delle competenze relative alla scolarizzazione speciale e alle infrastrutture per gli invalidi.

I quasi due miliardi di franchi spesi dalla Confederazione in questo settore finirebbero nelle casse dei cantoni, in forma non vincolata. Sinistra e organizzazioni dei disabili temono che questo equivalga ad uno smantellamento delle prestazioni finora garantite agli invalidi.

A destra si è invece levata la voce della sezione zurighese dell’Unione democratica di centro, che critica il nuovo sistema di perequazione finanziaria. Proprio i cantoni più dinamici dal punto di vista economico, come Zurigo, sarebbero puniti dalla riforma.

La maggioranza delle due camere del parlamento e il governo sostengono la riforma. Poiché si tratta di una modifica costituzionale, per essere approvata dovrà ottenere la doppia maggioranza del popolo e dei cantoni.

swissinfo, Andrea Tognina

Con la NPC i cantoni finanziariamente più deboli dovrebbero disporre di più soldi, con meno vincoli.
L’ammontare dei fondi a disposizione per la perequazione sarà deciso ogni quattro anni dal parlamento.

La nuova perequazione finanziaria vuole ridurre i divari tra i cantoni più ricchi e i cantoni più poveri, correggendo le disfunzioni dell’attuale sistema, basato in larga misura su sussidi vincolati.

La nuova ripartizione dei compiti fra cantoni e Confederazione vuole far ordine in una materia molto complessa, affidando competenze esclusive in alcuni settori ai cantoni o alla Confederazione.

L’aspetto più controverso della riforma riguarda l’affidamento ai cantoni della gestione degli istituti per invalidi.

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