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Il genocidio armeno nuovamente negato

Dogu Perinçek durante una conferenza pubblica a Losanna settimana scorsa Keystone

Il politico turco Dogu Perinçek, indagato in Svizzera per aver negato il genocidio armeno, ha paragonato la legge elvetica a quella vigente nel Medioevo.

Ribadendo la sua posizione in un’intervista pubblicata domenica, Perinçek ha affermato che la normativa svizzera contro il razzismo «deve essere soppressa».

Riaffermando il suo parere sul massacro degli armeni nel 1915 – secondo cui non ci fu genocidio – il politico turco Dogu Perinçek non ha utilizzato mezzi termini per descrivere l’inchiesta aperta contro di lui in Svizzera.

Sulle pagine del settimanale svizzero tedesco «SonntagsBlick», Perinçek ha infatti definito la normativa elvetica antirazzismo «una legge dell’Inquisizione risalente al Medioevo».

In quanto tale – ha aggiunto – deve essere soppressa.

Negata la libertà d’opinione

La legge sul razzismo viola i diritti fondamentali e contraddice la libertà d’opinione, sostiene il capo del Partito dei lavoratori turchi, una formazione nazionalista di sinistra. Secondo lui, essa fa perdere alla Svizzera l’amicizia della Turchia e il rispetto del mondo.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’ambasciatore turco a Berna Alev Kiliç, che sulla «NZZ am Sonntag» ha messo in guardia da una restrizione della libertà d’opinione.

«Già solo il fatto che le autorità svizzera aprano inchieste del genere è un segnale grave ai turchi che vivono o vengono in Svizzera: significa che devono tenere la bocca chiusa», ha detto Kiliç.

Una menzogna internazionale

Nell’intervista del «SonntagsBlick», Perinçek ha pure dichiarato che il genocidio è «una menzogna storica internazionale», una «diffamatoria propaganda di guerra» e uno «strumento degli imperialisti americani ed europei».

A coloro che lo sospettano di revisionismo, il politico turco (il cui partito non possiede nessun deputato alla Grande assemblea nazionale in Turchia) risponde di aver solamente «espresso la sua convinzione scientifica» a cui è giunto «dopo lunghe ricerche in archivi russi».

Storici al di fuori della Turchia ritengono però che all’epoca dell’impero ottomano vi furono 1,5 milioni di morti tra la popolazione armena.

Il carcere svizzero peggio di quello turco

Come lui stesso ha dichiarato, Dogu Perinçek sapeva che la Svizzera dispone di una norma penale contro il razzismo, ma le sue apparizioni non erano intese come una provocazione.

«Mi sento semplicemente in obbligo di difendere la verità», ha detto.

Egli ha inoltre paragonato il rischio incombente di una condanna in Svizzera a esperienze di carcere in Turchia. «La Svizzera è peggio», ha addirittura sostenuto.

Incontro con i due ambasciatori

Il responsabile del Partito dei lavoratori turchi è attualmente al centro di due inchieste per violazione della norma penale contro il razzismo.

Una procedura è stata aperta per lo stesso motivo anche nei confronti di un’altra personalità turca, lo storico Yusuf Halacoglu. Entrambi i casi hanno sollevato le vive critiche da parte di Ankara.

Mercoledì scorso, l’ambasciatore svizzero in Turchia Walter Gyger è stato convocato al ministero degli esteri per fornire chiarimenti. Il giorno seguente, Alev Kiliç si è dal canto suo recato, su sua richiesta, al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) per farsi spiegare il punto di vista elvetico.

Affidare la questione ad una commissione mista

Il DFAE ha fatto notare che il Consiglio federale ha sempre condannato le tragiche deportazioni e i massacri nei confronti degli armeni nella fase conclusiva dell’impero ottomano.

È però principalmente compito della ricerca scientifica chiarire avvenimenti del 1915.

Il Consiglio federale ha pertanto accolto positivamente la proposta del governo turco di una commissione storica mista turco-armena per occuparsi della questione.

swissinfo e agenzie

Tra il 1915 e il 1918, le truppe dell’esercito ottomano hanno ucciso da 800’000 a 1,8 milioni di persone di origine armena.
Il massacro è avvenuto durante gli ultimi anni dell’impero Ottomano, che nel 1923 ha lasciato il posto alla Turchia moderna.
Il genocidio degli armeni non è mai stato riconosciuto dalla Turchia.

Rispettivamente nel 2001 e nel 2003, i cantoni di Ginevra e Vaud hanno riconosciuto il massacro degli armeni della Prima guerra mondiale come genocidio.

Il Consiglio nazionale (camera bassa) si è espresso allo stesso modo nel dicembre 2003.

Nell’aprile 2005, il Ministero pubblico di Winterthur (canton Zurigo) ha aperto un’indagine nei confronti dello storico turco Yusuf Halacoglu, dopo le sue negazioni pubbliche del genocidio armeno.

La medesima procedura è stata avviata il mese scorso nei confronti del politico Dogu Perinçek.

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