Il nuovo ruggito del re
Federer osa e osa tanto. Nell'ultima pagina della stagione tennistica 2011 Roger scrive ancora una volta il suo nome. Per la sesta volta conquista il Masters di Londra. È il 70esimo titolo per lui. La stampa elvetica è prodiga di elogi di fronte alla nuova impresa.
«Fuochi d’artificio sul finale», «Federer non è il numero 4», «La risposta del campione», «Record per l’eternità», «100 finali, 70 trionfi: senza parole», titolano alcuni giornali svizzeri.
Infatti, domenica Roger Federer è uscito dal campo di Londra di nuovo da campione. Per lui è stata la terza vittoria consecutiva, dopo quelle raccolte a Basilea e Parigi-Berçy. Ha vinto in tre set (6:3, 6:7, 6:3) contro il francese Jo-Wilfried Tsonga.
Intelligente preparazione
Per la Regione Ticino il sesto trionfo al Masters di Londra è la logica continuazione della straordinaria storia di un campione. «Titolo numero 70 alla centesima finale, quinto campione della storia in tripla cifra con Connors (163), Lendl (147), McEnroe (108) e Vilas (104)».
Anche per la Neue Zurcher Zeitung, il campione rossocrociato ha scritto un’ulteriore pagina di storia del tennis. «Con il sesto titolo al Masters, Roger ha segnato un record sportivo per l’eternità». Stando alla NZZ, a sorprendere è anche la sua acribica preparazione ai tornei importanti. La rinuncia alla tournée asiatica per prepararsi al finale di stagione né è la prova.
Dello stesso avviso è l’editorialista del Tages-Anzeiger e del Bund. «Federer ha mostrato ai suoi avversari principali, che sul finale hanno denotato una certa stanchezza, l’importanza di una pianificazione intelligente. […] A Londra, era il più fresco di tutti».
A mettere l’accento sulla preparazione atletica del tennista basilese è anche il Corrire del Ticino. «Sicuramente non abbiamo sottolineato abbastanza il grande lavoro di Pierre Paganini, il preparatore fisico che lo segue da una vita. Roger sa che non può reggere un’intera stagione ai livelli più alti. Per arrivare all’ultimo torneo ancora intatto ha dovuto fare delle scelte, senza però dover rinunciare a riportare la Svizzera nel gruppo mondiale di Davis».
Ancora voce in capitolo
La Neue Luzerner Zeitung parla di uno degli anni più «sorprendenti» della sua carriera. «Infatti, il 30enne campione svizzero con le recenti vittorie non ha solo sorpreso i suoi avversari, ma anche gli esperti che pronosticavano a ogni piè sospinto la fine del miglior tennista di tutti i tempi».
A questo proposito le fa eco La Regione Ticino. «Roger Federer, a trent’anni non ha più nulla da dimostrare. Corre per la sua strada, lungo la quale miete successi quando gli altri si leccano le ferite o tirano il fiato».
Certo, Djokovic, Nadal e Murray si sono lasciati alle spalle un 2011 migliore di quello di Feder. Tuttavia, alla fine hanno pagato pegno. «Non sono riusciti a sopportare la pressione fisica e mentale e così alla fine erano spompati o infortunati», scrive ancora la Neue Luzerner Zeitung.
Infatti, gli avversari d’annata di Roger Federer hanno perso la tramontana in questo finale di stagione. «Brutti scivoloni per Djokovic, Nadal e Murray, che pure erano venuti a Londra con intenzioni di successo. I tre hanno dovuto alzare bandiera bianca. Il serbo era acciaccato e privo di forze, il maiorchino è apparso la controfigura di se stesso e lo scozzese, sostenuto dai londinesi, è stato rispedito da Roger al quarto posto del ranking mondiale», scrive il Corriere del Ticino.
Trent’anni e poi?
«È stato un anno difficile», ricorda il Blick. Infatti, non è lui l’uomo della stagione 2011, bensì Novak Djokovic. «Ha dominato fino a settembre su tutte le superfici, ma alla fine il vento è cambiato a favore di Roger Federer, che ha sfruttato il suo momento».
Il quotidiano zurighese si augura infine che la vittoria di Londra sia per Federer come un elisir magico per la stagione 2012. «Non è certo Wimbledon, ma è sicuramente un premio di consolazione con effetto».
Anche La Liberté guarda al prossimo anno e si immagina un re della racchetta rinato. «Improvvisamente l’età di Federer diventa un argomento su cui discutere. Le sue gambe sono troppo vecchie, le sue ambizioni sono morte. […] Invece, vince ancora anche senza dominare. E lo farà anche in futuro».
Il 24 Heures si interroga a sua volta sugli obiettivi per il prossimo anno di Roger. «Vuole vincere ancora un Grande Slam, a cui ne seguiranno altri. È questa l’ambizione principale del più grande tennista di tutti i tempi. […] Nemmeno la riconquista della sua leadership del tennis è una chimera, visto che Djokovic non sarà in grado di ripetere la favolosa stagione 2011. […] Alle Olimipiadi non ha ancora realizzato il suo sogno più caro: mettersi al collo l’oro olimpico nel singolo».
Settima finale al Masters di Londra, centesima in carriera, sesto titolo nel torneo dei maestri, 70esimo in carriera.
Roger Federer continua a centrare un record dopo l’altro: con il successo alle Atp World Tour Finals ha infatti staccato Ivan Lendl e Pete Sampras, fermi a quota cinque. Nessuno ha vinto più Masters del trentenne svizzero, che in finale ha battuto Jo-Wilfried Tsonga: 6-3 6-7 (6/8) 6-3 in due ore e 19 minuti.
Il ventiseienne francese di origini congolesi è stato l’unico a strappare due set a Federer nell’appuntamento di fine stagione riservato ai migliori otto del ranking: uno nel match di apertura dei round robin ed uno in finale.
Roger fino al 5-3 del secondo set sembrava avere il pieno controllo del match. Erano bastati due break, uno per set. Federer era stato chirurgico: aveva avuto cinque palle break. Due le ha sfruttate, per salvare le altre tre Tsonga ha dovuto mettere a segno due ace e una spettacolare volee (con quest’ultima ha evitato il 2-5 nella seconda partita).
Da lì è cominciata la rimonta di Tsonga: sotto 5-4 ha strappato il servizio al rivale grazie ad un paio di risposte molto aggressive rientrando così nel match e ha vinto al tie break (8-6) il secondo set.
Nel terzo e decisivo set Roger ha cercato di spingere in modo più efficace per togliere l’iniziativa al rivale. L’equilibrio si è rotto nell’ottavo game, quando Federer ha strappato la battuta a Tsonga alla terza palla break. Questa volta è andato a servire per il match sul 5-3 e non si è lasciato sfuggire l’occasione: 6-3 finale senza cedere neppure un punto.
Quella vista durante la settimana all’O2 Arena di Londra è stata la versione di lusso del campione svizzero. Il trentenne di Basilea ha centrato il titolo numero 70 in carriera al termine di una stagione che sin qui non lo aveva visto protagonista: per la prima volta dal 2002 chiude l’anno senza vincere un titolo dello Slam.
(fonte: Ansa)
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