Gli espatriati svizzeri che sono rimpatriati non sono stati sempre bene accolti. Una selezione di immagini storiche dell'archivio fotografico dell'editore Ringier lo testimonia.
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Durante la Seconda Guerra mondiale furono allestiti campi per svizzeri dell’estero, nullatenenti, tornati in patria, che vennero impiegati in funzione delle necessità del mercato del lavoro teso. Dapprima, però, passavano fino a tre settimane nei cosiddetti campi di quarantena, che erano la norma nelle regole sanitarie di frontiera per chi arrivava dall’estero in quel periodo.
È pure in tempi difficili – nel 1916, nel mezzo della Prima Guerra mondiale – che fu istituita l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE). Oggi rappresenta gli interessi degli oltre 700mila cittadini elvetici risiedono all’estero.
Il fondo fotografico è gestito dall’Archivio cantonale di Argovia.
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