Il sentimento di sicurezza resta stabile
Malgrado l'aumento della criminalità, la percezione della sicurezza da parte degli svizzeri resta stabile. Crescono tuttavia i fautori della pena di morte.
Lo studio Univox pubblicato giovedì indica inoltre che il 90% degli interrogati chiede maggiore severità e più controlli nella vendita di armi.
I dati scaturiscono da un’analisi Univox realizzata dall’istituto gfs di Zurigo in collaborazione con l’Istituto di criminologia dell’Università di Losanna
su un campione di 715 persone.
L’inchiesta, condotta nel febbraio 2005, rileva che il 20% delle donne e il 6% degli uomini non si sentono sicuri quando camminano da soli la sera nel loro quartiere.
Tali percentuali raggiungevano rispettivamente il 19% e il 3% nel 2003, contro il 31% e il 12% nel 1999. Le differenze fra il 2003 e il 2005 non sono tuttavia giudicate significative dagli esperti.
Percezione e realtà
Sorprende invece il fatto che il sentimento d’insicurezza sia diminuito nel corso degli ultimi anni, pur se la curva delle statistiche sulla criminalità ha fatto segnare un incremento relativamente costante fra il 1997 e il 2004.
Ad esempio, i casi di lesioni personali sono saliti del 46% e gli stupri del 37%.
Secondo il rapporto, diversi fattori possono spiegare la contraddizione. Prima di tutto entra in gioco la “pressione della conformità” che porta a definire fuori luogo i sentimenti di paura.
Il secondo motivo è determinato dal fatto che la paura della criminalità “ordinaria” viene relativizzata di fronte alla minaccia più grande del terrorismo.
Infine, visto che i crimini violenti sono commessi soprattutto fra giovani, gli adulti si sentono meno interessati.
“Esiste un divario tra la realtà e la percezione soggettiva della sicurezza personale”, aggiunge il criminologo losannese Martin Killias, autore del rapporto.
“Se s’interpellano le persone in merito al sentimento di sicurezza, le risposte non riguardano tanto il trend oggettivo del crimine ma quello che la gente vede nelle strade: decadenza urbana, graffiti, tossicodipendenti…”.
Uno su tre per la pena di morte
Nel corso degli ultimi cinque anni è aumentato il numero dei fautori di pene sempre più severe. La percentuale delle persone favorevoli alla pena di morte è passata dal 22% del 2001 al 33% del 2005.
“Gli svizzeri diventano sempre più punitivi ma non perché si sentono più insicuri”, dice a swissinfo Killias.
“Penso che il cambiamento d’attitudine sia del tutto indipendente dalla sicurezza, si tratta semplicemente di una svolta politica. Le punizioni per i criminali hanno lentamente perso credibilità presso l’opinione pubblica e la gente vuole che chi commette un crimine sia punito”, aggiunge l’esperto.
Inasprire le norme sulle armi
Gli intervistati sono poi quasi tutti unanimi nel reclamare un inasprimento della legge sulle armi.
Almeno il 90% delle persone interrogate auspica che la vendita di armi fra privati e la detenzione di armi automatiche sia vietata e che chi vuole entrare in possesso di pistole e fucili debba presentare un “permesso di acquisto”.
Secondo l’autore dello studio, l’elevata percentuale significa “che la gente non condivide le opinioni della lobby delle armi, molto ben rappresentata nei processi decisionali”.
Per gli autori del rapporto queste opinioni meritano di essere prese in considerazione al momento dell’adeguamento della legislazione sulle armi. Un adattamento divenuto necessario con l’adesione della Svizzera all’accordo di Schengen.
swissinfo e agenzie
Alcuni dei principali dati scaturiti dallo studio Univox condotto dall’istituto gfs di Zurigo.
Non si sente sicuro:
2005: il 6% degli uomini ed il 20% delle donne.
2003: il 3% degli uomini ed il 19% delle donne.
1999: il 12% degli uomini ed il 31% delle donne.
Favorevoli alla pena di morte:
2005: 33% degli interrogati.
2001: 22%
No alle vendita di armi ai privati:
2005: 90%
2003: 93%
Licenza per poter acquistare un’arma:
2005: 94%
2003: 96%
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