Il virus HIV continua a diffondersi tra gli omosessuali
Contrariamente alle speranze delle autorità sanitarie, la diffusione del virus HIV in Svizzera non si è arrestata nemmeno nel 2007.
L’anno scorso sono state segnalate 735 nuove infezioni, circa lo stesso numero del 2006. A preoccupare sono i casi di nuovi contagi fra gli omosessuali maschi, quasi raddoppiati rispetto a quattro anni fa.
La lotta contro l’AIDS è lungi dall’essere vinta e l’epidemia continua a diffondersi tra la popolazione. Stando alle prime cifre dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), pubblicate lunedì, nel 2007 sono stati segnalati 735 nuovi casi di contagio.
Tenendo conto delle dichiarazioni tardive si dovrebbe addirittura raggiungere il livello elevato del 2006 (761 nuovi casi).
Il virus ha continuato a propagarsi soprattutto tra gli omosessuali di sesso maschile, constata l’UFSP. In questo gruppo, che costituisce il 41% del totale dei casi, il numero di infezioni segnalate cresce quasi ininterrottamente dal 2001, con incrementi particolarmente forti (di oltre il 36%) nel 2002 e nel 2005. Il numero di nuovi contagi è quasi raddoppiato rispetto a quattro anni or sono: con 160 casi nel 2003 a fronte dei 302 di fine 2007.
Tra il 2006 e il 2007 l’aumento è tuttavia stato più «contenuto», raggiungendo il 4% (+ 12 casi). Questo «fa pensare che le misure di prevenzione rafforzate dall’Aiuto Aids svizzero e dalle sue organizzazioni partner abbiano frenato l’aumento annuale», scrive l’UFSP.
“Missione: Possibile”
Le autorità sanitarie sperano soprattutto che il progetto di prevenzione “Missione: Possibile” permetta di rallentare la spirale delle infezioni.
La campagna, in atto fino a maggio fra la comunità gay, raccomanda di proteggersi per tre mesi consecutivi, in quanto è durante la fase primaria che le persone appena contaminate sono più contagiose.
Le diagnosi relative ad una trasmissione del virus tra persone di sesso opposto continuano al contrario a diminuire, una tendenza constatata a partire dal 2004. I nuovi casi nel 2007 sono stati 328, 34 in meno rispetto al 2006. Il calo è particolarmente forte fra i cittadini elvetici (da 135 a 98 nuovi casi).
Calo tra le donne
Tra i cittadini di sesso femminile, il numero di nuovi contagi conferma ugualmente la tendenza al ribasso, passando dagli 80 del 2002 ai 40 dell’anno scorso.
C’è però stato un incremento delle infezioni presso i migranti in provenienza dall’Africa sub sahariana (145 contro i 137 del 2006). Queste persone sono generalmente già infettate quando arrivano in Svizzera, precisa Roger Staub, responsabile della sezione AIDS presso l’UFSP. Solo quando sopraggiunge un altro problema di salute, la loro sieropositività viene scoperta.
Fra i tossicodipendenti dopo anni di calo (un picco di 120 casi nel 2003) si osserva ultimamente una leggera inversione di tendenza. Fra gli infettati si contano nettamente più uomini (72%) che donne. In quasi in un terzo dei casi si tratta di nuove infezioni. Per ora – precisa l’UFSP – non ci sono informazioni o studi che possano attestare se in questo gruppo siano aumentati i comportamenti a rischio (scambio di siringhe) oppure se la causa risieda in un eventuale cambiamento nei programmi di distribuzione controllata di stupefacenti e siringhe.
Decessi
Secondo le statistiche dell’UFSP, a fronte delle 101 vittime dell’anno precedente, nel 2007 l’AIDS ha ucciso 60 persone, cifra che dovrebbe però ancora salire con gli annunci tardivi. Nel 1994 i morti erano ben 686, nel 1998 205, nel 2002 177 e nel 2005 139.
La consistenza del calo registrato – sottolina l’UFSP – è dovuta al miglioramento e alla maggiore disponibilità delle cure antiretrovirali.
swissinfo e agenzie
Nel 2007 sono stati registrati 735 nuovi casi di HIV.
328 casi concernono persone eterosessuali.
Tra le donne svizzere il numero delle nuove diagnosi è passato da 80 nel 2002 a 40 nel 2007.
Tendenza inversa invece per le migranti dall’Africa subsahariana.
Dal 2001, il numero di dichiarazioni tra gli uomini omosessuali è in crescita: 302 casi nel 2007, 160 nel 2003.
La Sindrome di Immunodeficienza Acquisita – nota con l’acronimo di SIDA o AIDS – comporta la distruzione delle cellule del sistema immunitario da parte di un retrovirus, il virus HIV (Human immunodeficiency virus).
Con il progredire dell’infezione, il sistema immunitario s’indebolisce e diventa vulnerabile a malattie dette opportuniste. Lo sviluppo dell’AIDS in una persona infetta può necessitare dai 10 ai 15 anni. Il processo di proliferazione può essere rallentato grazie a medicamenti retro virali.
Secondo le Nazioni Unite, circa 33,2 milioni di persone nel mondo convivono con il virus HIV. L’anno scorso i morti della malattia sono stati 2,9 milioni.
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